Il fumetto ormai non più relegato a semplice (ma quando mai lo è stata) lettura per ragazzi, ma divenuto un medium con il quale raccontare le più svariate storie, arriva anche nel museo (anche se non è la prima volta) con la prima mostra personale di Zerocalcare, uno degli autori di nuova generazione che ha contribuito a rendere il fumetto ancora più vivo e creativo, calamitando una fortissima attenzione anche da parte di un pubblico "distratto" e poco avvezzo alle "nuvolette", ma che nel corso degli ultimi anni ha (ri)scoperto il piacere di leggere storie disegnate.


Il MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, sarà la nuova casa per ammirare gran parte del lavoro di Zerocalcare, in una mostra realizzata in collaborazione con Minimondi Eventi.


La mostra, curata da Giulia Ferracci in collaborazione con Silvia Barbagallo, è stata inaugurata il 9 Novembre, alla presenza dell'autore -al secolo Michele Rech- delle curatrici e della Presidente della Fondazione MAXXI, ovvero Giovanna Melandri, e sarà aperta al pubblico fino al 10 Marzo 2019.


L'allestimento della mostra vi catapulterà nel mondo di Zerocalcare e dei suoi fumetti, che seppur conosciate a menadito, avrete modo di scoprire qualcosa di più sulla sua produzione, che non è soltanto quella dei suoi libri, ma anche composta da poster, illustrazioni e copertine che ha realizzato (e continua a realizzare) per centri sociali, manifestazioni, gruppi musicali e chi più ne ha più ne metta.

A darvi il benvenuto è il Mammuth, leggenda narrata nel suo primo fumetto "La profezia dell'Armadillo", ove si faceva riferimento ad uno spazio dove al suo interno erano custoditi i resti di antichissimi elefanti africani, spazio ora divenuto un vero e proprio museo che si trova in Via Casal de' Pazzi. Lo stesso murales è una riproduzione che potrete trovare recandovi alla fermata della metropolitana di Rebibbia, quartiere dove vive Zerocalcare, definito come il suo regno dal quale difficilmente si separa.

Sulla scalinata che vi condurrà al percorso espositivo, suddiviso in quattro aree tematiche racchiuse in Pop, Tribù, Lotte e Resistenze ed infine Non – Reportage, vi è anche illustrata la biografia che narra il percorso artistico dell'autore. Tappe che lo hanno portato a divenire quel che tutti oggi conosciamo.

Per i fans e gli estimatori, non sarà difficile ritrovare tavole, personaggi e storie che hanno conosciuto attraverso i fumetti o il web: ed è proprio l'area Pop a dare lustro alle illustrazioni a colori ed alle strisce tratte dal blog zerocalcare.it, creato nel 2011. Blog che ha trainato e sfondato le porte che hanno condotto Zerocalcare a divenire un autore tra i più apprezzati del panorama italiano.

Storie e strisce a sfondo autobiografico che ha dato vita ai tormenti, alle paure, alle frustrazioni di una generazione che ha visto perdere man mano i diritti conquistati dai padri, divenuti ormai privilegi per pochi. Il tutto raccontato anche attraverso personaggi e oggetti del passato (vedi ad esempio lo spirito di Ken il Guerriero o pupazzi come Alf che prendono vita ed assumono le sembianze di uno spirito o di una coscienza, talvolta invece celando i volti dei veri protagonisti delle storie di Zerocalcare). Un racconto nel quale i trentenni di oggi (anche i quasi quarantenni) si identificano, ridendo amaramente delle proprie sventure, o semplicemente ripercorrendone i bei ricordi assieme all'autore. In questa sezione si trovano anche alcuni inediti che sicuramente i seguaci individueranno, lasciando agli altri il piacere della scoperta.

La seconda sezione della mostra è Lotte e Resistenze, dove si possono ritrovare venti anni di produzione di illustrazioni, tavole e locandine. Il lato più "combattente" di Zerocalcare emerge in questi lavori che prendono spunto dalla realtà, dai movimenti di protesta, dai fatti di cronaca e dalla politica, dalle manifestazioni e dalla lotta per i diritti civili. Una sezione ove appare con forza l'orientamento di Zerocalcare contro ogni forma di razzismo, diseguaglianza e abuso di potere.

Poichè il fumetto non è solo arte fine a se stessa, ma veicola anche storie (e "storiacce" della realtà) che difficilmente trovano parole per poterle raccontare. Molti riferimenti sono contenuti anche nei fumetti pubblicati dalla sua ormai storica casa editrice (Bao Publishing) e che con Zerocalcare hanno avuto modo di essere conosciute anche da un pubblico più ampio e variegato.
All'interno di questa sezione vi sono anche i lavori realizzati per il quotidiano La Repubblica e per le riviste Espresso e Internazionale.

La mostra prosegue con la sezione Non-Reportage, una sezione nella quale sono i "non-reportage" ad essere i protagonisti. Reportage di cronaca nazionale ed internazionale vissute in prima persona, ma raccontati sotto forma di diario. Il primo vero input dell'impulso di raccontare attraverso il fumetto le sue esperienze è stata proprio l'esperienza vissuta in prima persona al G8 di Genova del 2001. Episodio che viene raccontato nel suo primo fumetto (La profezia dell'Armadillo), episodio che da vita proprio al suo primo fumetto. Un "esperimento" che non si conclude con la realizzazione dello stesso, ma che anzi viene di nuovo esplorato con "Kobane Calling", quando nel 2014 Zerocalcare decide di partire per Kobane e raccontare ciò che hanno visto i suoi occhi, raccontare la storia dei curdi e della loro resistenza agli attacchi dell'ISIS.

In questa sezione ci sono anche le tavole del 2015 pubblicate sul quotidiano La Repubblica, ossia La Città del Decoro, ove si affronta la tematica del degrado urbano della Capitale. Non mancano però anche le recensioni realizzate per Best Movies riguardo i film presenti al Festival del Cinema di Venezia.

L'ultima sezione è Tribù, ove sono racchiuse circa 40 tavole e l'attività dell'autore legata al mondo del punk e dell'underground. Al suo interno vi sono anche illustrazioni e locandine, che raccontano come Zerocalcare sia legato a questo universo, considerandolo proprio come una famiglia di appartenenza, dalla quale non potrà mai scindersi. La scena punk, con la sua filosofia ed ideologia, è per Zerocalcare la sua tribù.

Una esposizione ricca e variegata di un universo che non è fatto solo di fumetti, ma anche di esperienze di vita, del racconto di una generazione e di una coscienza civile che in modo sorprendente raccontano il contemporaneo.

Non sono solo dunque fumetti, ma molto di più di ciò che traspare. Un esempio che magari spingerà i visitatori ad esplorare anche l'underground, alla scoperta di altri talentuosi autori.