Sono trascorsi ben 50 anni dalla messa in onda della serie animata giapponese Heidi, la piccola protagonista dell'omonimo anime ambientato sulle montagne Svizzere.

In occasione di questo traguardo, presso la Sala San Rocco di Lugano si può visitare una esposizione a cura di Luigi Paolo Zeni e Christian Esposito.

In questa intervista al co-curatore Christian Esposito, scopriamo di più su questa mostra e sulla serie animata Heidi.


SDC - Heidi, la celebre serie animata giapponese, compie quest'anno ben 50 anni. La serie fu trasmessa in Giappone nel 1974, per poi essere diffusa in tutto il mondo. Questa mostra vuole dunque celebrare la serie e i luoghi che l'hanno ispirata. Come nasce questo progetto?

Christian Esposito - L'idea per la mostra Buon compleanno Heidi! 50 anni della serie animata nasce con l'intento di festeggiare un'opera ormai divenuta mitologica nella cultura pop.

In tantissimi sono cresciuti con Heidi e il modo migliore per renderle omaggio era attraverso questa esposizione, realizzata in collaborazione con ricercatori e collezionisti svizzeri, italiani e giapponesi e ricca di materiali originali legati alla produzione del cartone animato che ha saputo unire grandi e piccini di ogni parte del mondo.

SDC - Quali sono state le fasi salienti della struttura della serie?

Christian Esposito - La serie animata, tratta dal romanzo dell'autrice svizzera Johanna Spyri, pubblicato nel 1880, è suddivisa in tre parti principali.

La prima riguarda l'arrivo di Heidi sulle Alpi svizzere: qui la piccola conosce il nonno, il pastorello Peter, il cagnone Nebbia e scopre un mondo fatto di natura e animali che le stimola la voglia di scoprire e andare all'avventura. 

La bambina si abitua subito alla vita di montagna e ogni giorno impara qualcosa su di sé e su quel che la circonda, finché l'idillio viene spezzato: la seconda parte della serie quando Heidi viene portata a Francoforte da zia Dete, che all'inizio del cartone animato l'aveva lasciata alle cure del nonno per fare fortuna in Germania. 

Qui la piccola sperimenta il dolore della lontananza da casa e la soffocante atmosfera della grande città, oltre alla rigidità della severa Rottenmeier, governante dei Sesemann, all'interno della lussuosa abitazione in cui Heidi è costretta a stare su volere della zia. 

La nostalgia delle Alpi non viene lenita nemmeno dalla vicinanza di Clara e sua nonna, due figure positive con cui Heidi instaura un forte legame. 

Nell'ultima parte della serie Heidi riesce a tornare sulle Alpi, più matura e consapevole di sé e di quel che ha intorno. 

Il suo viaggio di crescita coincide col difficile percorso di cura di Clara, che la raggiunge sulle Alpi nella speranza che l'aria pulita e l'alimentazione sana possano aiutarla con la sua salute cagionevole.



SDC - In che modo è strutturata la mostra? Cosa troverà il visitatore all'interno del percorso espositivo?

Christian Esposito - La mostra è composta da oltre novanta opere originali legate ai dietro le quinte della serie animata di Heidi e comprende bozzetti, sfondi dipinti a mano, studi sui personaggi, disegni utilizzati direttamente negli episodi del cartone, fotografie legate alla produzione. 

La struttura della mostra è pensata per valorizzare al meglio ogni opera: ci sono tre temi principali, a loro volta suddivisi in micro-temi. 

Il primo tema riguarda il processo di realizzazione della serie animata, il secondo le curiosità – per fare un esempio: sapevate che in origine Heidi doveva avere le treccine? – e il terzo si concentra sugli animali e la natura presenti in Heidi

Non è previsto un percorso prestabilito, il visitatore ha completa libertà di scelta sull'ordine di fruizione della mostra.

In merito all'allestimento vorrei evidenziare una particolarità: all'interno della Sala San Rocco è presente un prato sintetico con tanto di balle di fieno per aumentare la sensazione di immersività nel mondo di Heidi oltre a una struttura con stampato un paesaggio alpino coi vari personaggi della serie, la cui forma ricorda la casa del nonno. 

Nulla è lasciato al caso per far fare ai visitatori un vero tuffo nel passato, scoprendo però tanti segreti legati alla loro serie del cuore.




SDC - Nel team creativo giapponese della serie compare anche il Maestro Hayao Miyazaki, ad oggi uno dei più fantasiosi e creativi maestri dell'animazione giapponese. Quanto questa esperienza, secondo te, influì nel suo lavoro successivamente?

Christian Esposito - Hayao Miyazaki ha lavorato a Heidi come animatore e scenografo quand'era poco più che trentenne. 

Aveva già diretto alcuni episodi di Lupin e aveva una lunga gavetta come animatore di diverse opere animate alle spalle. 

A guidarlo nella produzione di Heidi c'era Isao Takahata, regista di Heidi e di film animati leggendari con cui avrebbe poi fondato lo Studio Ghibli nel 1985. 

L'esperienza con Heidi ha permesso a Isao Takahata di prendere confidenza con le tematiche legate all'infanzia e alla natura che poi sarebbero divenute colonne portanti dei suoi film (Pioggia di Ricordi e Pom Poko ne sono esempi evidenti). 

Similmente, nei lavori successivi di Miyazaki come Il mio vicino Totoro (1988) e Ponyo sulla scogliera (2008), il regista giapponese sembra non aver mai dimenticato la bambina delle Alpi svizzere: la dolcezza e la sensibilità con cui racconta le avventure di bambini immersi nella natura suonano familiari e non stupiscono, sapendo che nel curriculum del Maestro giapponese c'è anche Heidi.

SDC - Una serie animata che continua a far breccia nei bambini (e negli adulti) per la sua semplicità e per i paesaggi montani. Quanto il luogo di ambientazione è importante per questa serie?

Christian Esposito - Importantissimo. 

Le Alpi svizzere sono il luogo in cui la prima e l'ultima parte della serie si svolge.

Quegli scorci dai colori sognanti, la vegetazione rigogliosa, la ricca fauna presente: le montagne sono il palcoscenico in cui la piccola Heidi può muovere i primi passi appena arriva dal nonno, ma anche ritornare con maggior consapevolezza di sé quando lascia Francoforte. 

Quest'ultima ha un ruolo altrettanto importante nella formazione della bambina perché la sottopone alla sfida della distanza e della nostalgia del verde e del suo amato microcosmo alpino. 

Grazie alla sua permanenza in Germania Heidi ha la conferma definitiva che il suo posto è sulle Alpi, perché una città piena di palazzi e le rigide regole della Rottenmeier non fanno proprio per lei.

Entrambi i luoghi, comunque, hanno sia lati positivi che negativi: sulle Alpi la ragazzina corre diversi pericoli a causa della sua iniziale avventatezza e curiosità, mentre a Francoforte riesce a trovare un po' di sollievo nell'amicizia con Clara e con sua nonna. 

La forza dei luoghi di Heidi è che, come nel mondo reale, hanno sia luci che ombre.

SDC - Qual è il tuo rapporto con Heidi? Che ricordi hai della serie?

Christian Esposito - Sono legatissimo a Heidi

Ho ventisette anni e da bambino la guardavo in televisione e in videocassetta – le conservo ancora gelosamente. 

 

Nonostante fossi più attirato da cartoni animati di combattimento o comunque più ricchi d'azione, Heidi mi teneva incollato allo schermo: guardandolo sperimentavo una sensazione di pace unica, probabilmente perché quei paesaggi meravigliosi e i tipici animali di montagna per me, bambino milanese, erano rari.

Ci sono due scene specifiche di Heidi che per me hanno un valore inestimabile: quando lei mangia il formaggio col nonno e quando trova la cesta di gattini nel campanile di Francoforte. 

La prima scena mi è rimasta impressa perché, non lo nascondo, quel formaggio sembrava buonissimo, puro e genuino come la vita della bambina sui monti. Quella dei gattini era come una boccata d'aria fresca perché Heidi, triste e sconsolata a Francoforte, quando trova quei cuccioli ritrova un po' la sua amata natura e i suoi amati animali e per un attimo si sente di nuovo a casa, sulle Alpi.

SDC - Qual è il tuo personaggio preferito di Heidi?

Christian Esposito - Il mio cuore appartiene a Nebbia, il cagnone del nonno di Heidi

L'ho sempre trovato una figura dolce nella sua evidente pigrizia ma anche un punto di riferimento solido per Heidi: dove non arrivava l'occhio del nonno c'era Nebbia, pronto a proteggere Heidi dai pericoli della natura incontaminata delle Alpi. 

Voglio aggiungere che, proprio per questo legame col personaggio, la mia opera preferita della mostra è un disegno originale di Yōichi Kotabe, designer della serie, che ritrae proprio Nebbia.

SDC - Grazie a Heidi, avete notato un interesse maggiore da parte dei Giapponesi nel visitare le vostre montagne?

Christian Esposito - Sì. L'amore per Heidi, che oggigiorno è ancora molto popolare in Giappone, ha portato tantissimi turisti giapponesi e di tutto il mondo sulle Alpi svizzere.

Nonostante siano passati cinquant'anni dall'uscita della serie animata, una delle mete più ambite delle zone montane della Svizzera è Heididorf, nel Cantone svizzero dei Grigioni: è lì che si trovano il paesino Maienfeld e il villaggio di Heidi, immersi nella natura che nel 1973 fu d'ispirazione per la realizzazione del cartone animato.

SDC - La mostra sarà aperta al pubblico, salvo proroghe, fino al 12 Gennaio 2025. E' in previsione magari una tappa (o più) anche in Italia? O magari anche in Giappone?

Christian Esposito - Al momento non sono previste altre tappe della mostra. 

Tuttavia, se dovessero presentarsi delle opportunità per portare in giro quest'esposizione unica, sicuramente le prenderemmo in considerazione dato che il fine di questo progetto è permettere alle persone legate a Heidi di rivederla e scoprirne segreti e curiosità.




 

BUON COMPLEANNO HEIDI!

50 anni della serie animata

 

a cura di

Luigi Paolo Zeni e Christian Esposito

 

Sala San Rocco

Quartiere Maghetti

6900 Lugano, Svizzera

 

Fino al 12 gennaio 2025



Informazioni generali
Buon compleanno Heidi! 50 anni della serie animata

 

Direttrice: Cristina Rogna Massanero
Curatore e coordinatore progetto: Luigi Paolo Zeni
Co-curatore: Christian Esposito

 

Dal 16 ottobre 2024 al 12 gennaio 2025
Sala San Rocco 1, Quartiere Maghetti, 6900 Lugano, Svizzera

 

Orari:

Lunedì-domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00.

Chiuso il martedì.

Nel mese di dicembre la mostra sarà aperta tutti i giorni tranne l'8 dicembre, il 25 dicembre

e il 31 dicembre.


Biglietti:

13 franchi (intero) e 6 (ridotto per bambini e studenti)

30 franchi per famiglie composte da due adulti e fino a tre bambini.