Chi si ferma è perduto è una nuova serie animata prodotta da Sky Arte e TIWI, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna

La serie è incentrata su delle interviste impossibili su viaggi straordinari di Marlene Dietrich, Heinrich Schliemann, Mary Shelley, Howard Phillips Lovecraft, Oscar Niemeyer, Lorenzo Da Ponte, Ludwig Wittgenstein e Agatha Christie. Voce narrante di Neri Marcorè.

La serie va in onda ogni domenica alle 20.40 su Sky Arte e in streaming su Now Tv.

In questa intervista al regista Raffaele Compagnoni, scopriamo di più su questo progetto.

 

"Chi si ferma è perduto" è la nuova serie animata di Sky Arte, prodotta da Tiwi con il sostegno della regione Emilia-Romagna, del quale curi la regia. Raccontaci questo progetto dal tuo punto di vista.
Chi si ferma è perduto è una serie animata dedicata al tema del viaggio, inteso come veicolo di cambiamento e trasformazione.

Ognuno degli otto episodi è basato su un'intervista impossibile a una personalità di spicco dell'arte e della cultura moderne.

Gli ospiti vengono da epoche, luoghi e culture diverse, ma hanno tutti una cosa in comune: a un certo punto della loro vita hanno intrapreso un viaggio  — a volte per scelta, a volte per necessità, a volte per caso — che li ha cambiati profondamente.

Sono otto episodi brevi che vogliono divertire e divulgare e, soprattutto, sono otto storie molto belle che ci mostrano un lato nuovo e molto personale di alcune tra le figure più importanti della storia moderna.
 
Dal punto di vista più tecnico è un format che mischia tanti linguaggi e tanti stili diversi, dal documentario al fumetto passando per la fiction, che tratta temi anche molto seri con un tono leggero e — speriamo — mai banale.

È un progetto che siamo convinti abbia un grande potenziale, con un bacino enorme di storie a cui attingere, e che speriamo di espandere il più possibile.
 
Quindi, insomma, se avete Sky guardatelo! 
 
In queste interviste impossibili, protagonisti sono artisti, letterati, studiosi ed innovatori, insomma personaggi incredibili che hanno lasciato traccia nella storia e nell'immaginario collettivo. Interviste che prendono vita grazie a illustratori e animatori che hai avuto modo di dirigere. In che modo hai lavorato con loro?
È stata soprattutto una collaborazione nel senso stretto della parola.

Da subito sapevamo che le illustrazioni di ogni episodio avrebbero avuto uno stile diverso, per esaltare al meglio la tipologia di storia raccontata dal personaggio di turno.

Per questo, solo per citarne due, il racconto di Mary Shelley — intriso allo stesso tempo di dramma e leggerezza — è interamente pittorico, dipinto in stile Romantico, mentre quello di Heinrich Schliemann — un'avventurosa e ostinata caccia al tesoro che tocca tre continenti — cerca di rendere omaggio al Tintin di Hergé.

Con questo presupposto abbiamo di "abbinare" ad ogni episodio l'artista più adatto, fornendo poche e mirate direttive e lasciando quanta più carta bianca e libertà di interpretazione possibili.

Il team di disegnatori e illustratori che si è creato ha fatto un lavoro incredibile sia dal punto di vista tecnico, dovendo familiarizzare velocemente con un metodo di lavoro subordinato alle esigenze dell'animazione, sia da quello artistico: volevamo che ogni artista potesse mettere del suo nell'episodio su cui lavorava e personalmente credo che questo abbia elevato la qualità e l'originalità della serie... talvolta anche in modi che non ci saremmo aspettati.

Per quanto riguarda l'animazione, fin dalla prima stesura degli script, con gli sceneggiatori abbiamo cercato di farci un'idea molto precisa di che tipo di persone fossero i nostri ospiti impossibili; questo ha informato la scelta e la direzione dei doppiatori che hanno prestato la voce ai personaggi.

A sua volta, questa "ossatura vocale" è stata la guida per sviluppare l'animazione di ogni personaggio.

Chi si ferma è perduto non è propriamente una serie d'azione, i nostri ospiti stanno per lo più seduti, ma la bravura dei nostri animatori è stata anche quella di saper esprimere la personalità di ogni intervistato attraverso la cura per espressioni, gesti e micro-movimenti.

Il gruppo di animatori che ha lavorato sulla serie è quasi completamente interno a TIWI, per cui avevamo dalla nostra un certo affiatamento e una visione d'insieme condivisa.

Anche se la serie è stata realizzata per gran parte in smart working, c'è sempre stato un continuo confronto e scambio di idee.
 
 
Voce narrante è Neri Marcorè, colui che potremmo definire anche "file rouge" di questa serie animata. In che modo invece hai lavorato con la sua voce?
Con timore reverenziale.

A parte gli scherzi, l'intervistatore è a tutti gli effetti l'unico personaggio ricorrente della serie, quello che con le sue domande e il suo modo di porsi stabilisce il tono della serie stessa, anche se di fatto è quello che parla meno di tutti e per di più non è mai inquadrato.

Avere dall'altra parte del microfono un professionista del calibro di Neri Marcorè ha regalato al nostro conduttore invisibile uno spessore — e una riconoscibilità — che altrimenti difficilmente avrebbe avuto.

Detto questo, collaborare con lui è stata una gioia. Da parte mia l'unica indicazione importante è stata quella di non "fare il doppiatore", ma di cercare di essere il più informale e colloquiale possibile,  per dare alla nostra intervista un andamento naturale e non costruito.
 
Qual è il tuo "personaggio incredibile" preferito tra quelli che vedremo in questa serie?
Non ho un personaggio preferito, anche perché, se dopo tutto il tempo passato insieme a loro ne scegliessi uno solo, mi sembrerebbe di fare un torto agli altri sette.

Ci sono però personaggi a cui sono molto legato a prescindere dalla loro presenza nella serie, come Lovecraft, e storie che mi hanno appassionato tantissimo nonostante sapessi molto poco del personaggio (come, per esempio, per Marlene Dietrich).

Se però, per questioni di vita o di morte, fossi proprio costretto a scegliere un episodio, direi quello dedicato ad Agatha Christie, sia per la vicenda raccontata e le tematiche trattate, sia per l'impianto narrativo diverso da tutti gli altri.

La domanda importante, però, è sapere qual è il vostro preferito.
 
Qual è invece l'episodio che ti ha dato più "problematiche" per la sua realizzazione?
Questa è una domanda facilissima: l'episodio dedicato a Ludwig Wittgenstein.

Oltre ad essere uno dei maggiori filosofi moderni, Wittgenstein è un personaggio incredibilmente affascinante, pieno di sfaccettature e di contraddizioni.

Allo stesso modo, il suo contributo alla filosofia moderna è tanto importante quanto complesso e criptico.

Purtroppo, nonostante le nostre velleità divulgative, spiegare l'evoluzione del pensiero di Wittgenstein in 15 minuti, attraverso una finta intervista e cercando allo stesso tempo di intrattenere si è rivelato molto (ma molto) più difficile di quanto pensassimo.  Per capirci, sui nostri Hard disk ci sono almeno tre versioni dell'episodio antecedenti a quello che andrà in onda il 28 Novembre.

D'altra parte è stato l'episodio che più di tutti ci ha spinto a cercare soluzioni visive e narrative originali e che, tra tutti, risulta essere stilisticamente il più vario.
 
Ti sei ispirato a qualche regista o serie animata per poter dar vita alla regia di "Chi si ferma è perduto?"
Onestamente non ci ho pensato troppo; di sicuro ci sono mille influenze diverse, ma sono tutte inconsapevoli.

Se però qualcuno definisse Chi si ferma è perduto "uno Space Ghost: Coast to coast meno surreale" lo riterrei un enorme complimento.
 
Quanto l'animazione permette di poter creare l'impossibile in una storia e quanto questa estrema libertà di realizzazione, talvolta, può esserne un ostacolo?
Nel nostro caso particolare non è stata un ostacolo perché, essendo i nostri protagonisti tutti personaggi storici realmente esistiti, fin dall'inizio ci siamo dati la regola di mantenere un certo equilibrio tra realtà e finzione.

I dialoghi dei nostri ospiti sono ovviamente scritti e recitati, ma in fase di scrittura ci siamo basati moltissimo su biografie, resoconti, lettere e diari per restituire allo spettatore una versione romanzata ma plausibile di queste persone.
 
Stai lavorando a qualche altro progetto, animato e non, del quale vorresti parlarci?
Al momento nulla di così sviluppato da poterne parlare.

Ci sono diverse idee, ma sono tutte rigorosamente ben confuse!

 
 

I prossimi episodi in onda:

 

Episodio 5: Oscar Niemeyer - in onda domenica 21 novembre

 

L'incredibile storia del viaggio da cui è nata Brasilia, dall'incontro folgorante tra l'architetto Oscar Niemeyer e il presidente Juscelino Kubitschek.

Il nuovo presidente del Brasile chiede al più estroso tra gli architetti del suo paese di costruirgli una nuova capitale, che dia finalmente l'immagine di un Brasile moderno, a misura d'uomo, elegante e funzionale. Una sfida da far tremare i polsi a tutti, ma non a Niemeyer.

Oscar però, prima di cominciare, raduna i suoi migliori amici e parte verso l'Altopiano che accoglierà la nuova città. Insieme attraversano le varie anime di un Paese immenso e particolare come solo il Brasile può essere, finendo addirittura per passare la notte nella giungla, ostaggi di un pericoloso giaguaro. Imparano così che c'è bisogno di respirare tutte le anime del Paese, dal mare alla foresta amazzonica, per donargli un nuovo cuore pulsante.

 

Illustrazioni: Gianmarco Veronesi

Colonna sonora originale: Rodrigo D'Erasmo

Voce narrante: Neri Marcorè

Focus dell'episodio: Il viaggio in macchina di Oscar Niemeyer da Rio all'altopiano che ospiterà Brasilia.

 

Episodio 6: Lorenzo Da Ponte - in onda domenica 21 novembre

 

Il librettista delle opere di Mozart è uno degli Italiani più famosi al mondo. Il suo è uno dei primi casi di "fuga dei cervelli", nel senso che dopo lunghe peregrinazioni in Europa fu costretto a lasciare il vecchio continente per recarsi a New York. Qui, insegnando all'Università, ottenne finalmente una certa tranquillità economica.

Ma la sua vita è molto diversa da quella di un intellettuale contemplativo: Da Ponte, infatti, è un uomo che cede volentieri ai piaceri della vita, molto sensibile soprattutto al fascino femminile. Questo lo rende dinamico e flessibile, sempre pronto a reinventarsi.

Tuttavia, la sua passione è la sua condanna: da Venezia deve fuggire a Vienna, da Vienna a Londra. In ognuno di questi posti ottiene successo come autore ma accumula debiti, amanti e nemici. L'America è la sua salvezza, ma più che il sogno americano, forse, a essere decisiva è stata una certa pace dei sensi dovuta all'età… o forse no.

 

Illustrazioni: Fabiana Mascolo

Colonna sonora originale: Vincenzo Vasi

Voce narrante: Neri Marcorè

Focus dell'episodio: traversata oceanica nel 1805 alla volta di New York, con partenza da Londra.

 

Episodio 7: Ludwig Wittgenstein - in onda domenica 28 novembre

 

Uno dei più importanti intellettuali del Novecento, che nella sua stessa storia familiare racchiude un viaggio in due meravigliose epoche perdute della nostra Europa: l'ultima Vienna Asburgica e la grande avventura scientifico accademica della Cambrige di inizio secolo.

Ogni suo movimento, sia intellettuale che fisico, è una fuga sempre diversa eppure sempre uguale: inizia dalla sua famiglia, poi passa alla sua stessa teoria, ma in fondo si tratta sempre di una fuga dai demoni che spesso infestano le menti più geniali.

Le fughe di Wittgenstein sono continue ed estreme: comincia arruolandosi volontario come soldato semplice nella prima guerra mondiale (scriverà infatti in prigione a Cassino il suo capolavoro filosofico), prosegue rinunciando al suo patrimonio e ritirandosi dalla filosofia per insegnare in una scuola elementare. Ma è a Skjolden, un irraggiungibile fiordo norvegese dove ha elaborato le sue più intense riflessioni, che Wittgenstein concretizza al meglio la sua vertigine esistenziale, rivoluzionando la sua stessa teoria filosofica in un modo quasi unico nella storia del pensiero.

 

Illustrazioni: Valerio Befani

Colonna sonora originale: Enrico Gabrielli

Voce narrante: Neri Marcorè

Focus dell'episodio: Fuga da Cambridge a Skjolden, nel 1946, che porterà Ludwig Wittgenstein al ripensamento di buona parte della propria filosofia analitica.

 

Episodio 8: Agatha Christie - in onda domenica 28 novembre

 

La più famosa e prolifica tra le scrittrici inglesi di genere aveva un carattere molto diverso dagli investigatori compassati che siamo abituati a conoscere sulle sue pagine.

Né Miss Marple né Poirot, infatti, avrebbero mai concepito un colpo di testa come quello che portò la regina del giallo a sparire per undici giorni, a partire dal 3 dicembre del 1926. Una scomparsa che è un vero e proprio giallo: la sua macchina, infatti, viene ritrovata la mattina del 4 dicembre sul fondo di un burrone, in folle e con i freni non inseriti. Di Agatha, nessuna traccia. Il marito, il colonnello Archie, si trova sotto i riflettori, visto che la sua relazione fedifraga e ancora segreta con Nancy Steele farebbe di lui il maggior sospettato in caso di ritrovamento del cadavere. La polizia brancola nel buio, perfino il grande Conan Doyle si occupa del caso.

Agatha viene ritrovata il 14 dicembre in un hotel di una nota località termale inglese, dove si era registrata sotto falso nome. La motivazione ufficiale è quella di una amnesia dovuta al dolore per la scomparsa della madre, ma resta più di qualche dubbio.

Cosa ha fatto Agatha in quei giorni? Chissà… Certo che un viaggio così misterioso compiuto dalla regina del mistero è un'occasione narrativa irrinunciabile.

 

Illustrazioni: Giorgio Spalletta

Colonna sonora originale: Fabio Rondanini

Voce narrante: Neri Marcorè

Focus dell'episodio: Gli 11 giorni della misteriosa sparizione di Agatha Christie.