Liberamente tratto dai libri di fantascienza di Ursula K. Le Guin, Les six voyages de Lone Sloane è una delle opere più ispirate di Philippe Druillet, tra i padri della Band Dessinèe moderna e uno dei fondatori della corrente/rivista Metal Hurlant.

Classe 1944, nativo di Toulouse, Druillet finì sotto i riflettori nel 1966 con le prime avventure di questo misticheggiante vagabondo dello spazio alle prese con straordinarie creature aliene e mondi variopinti.

Al pari di autori d'oltreoceano come Ditko, Kirby, Windsor-Smith e Steranko, Druillet è un maestro delle atmosfere barocche e psichedeliche, delle tavole dalle prospettive distorte e imprevedibili che hanno elevato il fumetto a vera e propria pop art.

Per questo, in Lone Sloane come in altri suoi volumi, gioca un ruolo fondamentale il colore - soprattutto quello della gamma "calda" o aggressiva - che, con testi al limite della follia, crea l'immagine di un cosmo infernale, quasi demoniaco.

Pur traslato in un contesto fantascientifico, ogni racconto verte su un diverso aspetto dell'esistenza umana, che Druillet analizza con il distacco dello psicoanalista, ponendo altre domande invece di rispondere a quelle già sollevate.

Una lettura difficile e allo stesso tempo facile (se si usa il piano di lettura più immediato e infantile) che, a distanza di 35 anni e dopo tanta fantascienza, ancora sconvolge e dà adito a più interpretazioni.

Simile a un quadro astratto, il cui principio creativo può essere in realtà  spiegato solo ed esclusivamente dal pittore.

Philippe Druillet - I viaggi fantastici di Lone Sloane - Mondadori - 1973

MAX BRIGHEL www.myspace.com/maxbrighel