Di un tempo che sembra esser lontano, ma che poi tanto lontano non è, si narra la vicenda di due innamorati, e del loro segreto amore.
La giovane e scaltra Isabella andò in sposa al vecchio e burbero Pantalone, del quale non le interessava altro che la sua posizione.
"Un medico in famiglia è quel che ci vuole", e d’accordo con ella era anche tutto il parentado, che in questo modo, si elevava di grado.
Pantalone però, era avido e meschino, non sborsava mai uno scellino!
Non faceva mai regali alla graziosa Isabella, la quale si disperava così di bruciar la sua beltà con un vecchio spilorcio, che non era altri che un porco.
Isabella però, conosceva bene il suo pollo, e con l’aiuto della sua servetta, Colombina, combinava incontri infuocati con l’amante che povero era, ma di passione l’avvolgeva.
"Colombina fai in fretta, e fa che quel vecchio non ti veda. Raggiungi Meneghino e riferisci che stasera avrà il mio cuore.
Nel granaio c’incontreremo, dopo che il sonnifero avrà fatto il suo effetto, così tutta la notte danzeremo".
Colombina in fretta e furia, s’avviò dalla cascina, e attraversò il bosco per raggiunger l’innamorato, che a dir la verità, non si struggeva come faceva la sua padrona, e per questo non riusciva a capire il perché di tutta questa foga.
Quante volte Meneghino le aveva promesso:
"Con lui duellerò, e via di qui ti porterò!";
ma Meneghino teneva troppo alla sua libertà, che ad accasarsi non ci pensava affatto.
"La mia padrona non merita questo", pensò Colombina.
Così, decise che era giunto il momento di dimostrarle tutta la sua lealtà.
Riferì a Meneghino dell’invito, e tutto eccitato, si tirò a lucido per benino.
Ma nessuno sapeva, quel che Colombina premeditava:
"Il sonnifero lo darò ad Arlecchino", rideva istericamente per la sua furbata.
La sera venne, e Isabella sgattaiolò fuori non appena Pantalone si addormentò sul talamo nuziale.
Meneghino stava già nel granaio che l’attendeva sul pungente fieno.
Le travi tremarono per l’ardore, che così facendo svegliarono Pantalone, che non trovando la sua bella affianco, iniziò a cercarla in ogni dove.
"Colombina", urlava, "Dov’è la mia signora!".
Ma Colombina si era nascosta per la gran paura.
"Che guaio ho combinato! Il padrone è infuriato!".
Pantalone si diresse verso il fienile, e spalancando il pesante portone, colse sul fatto (e che fatto!) i due amanti.
Urla e grida, e grida e urla!
"Tu, lurido farabutto, cosa fai alla mia bella! E tu, sciagurata, perché mi fai questo, io t’ho sempre amata!".
Pantalone era tutto rosso in viso, che sembrava quasi stesse avendo un infarto.
Isabella non si fece sopraffare dalla situazione, e anzi, colse l’occasione per sbarazzarsi del vecchio brontolone, e di acciuffare il bel Meneghino che non voleva impegnarsi:
"Ora che ci ha scoperti, possiam vivere il nostro amore alla luce del sole!".
Messo ormai alle strette, Meneghino non potè più tirarsi indietro.
Pantalone ebbe un coccolone, così Isabella ereditò tutto quel che lui possedeva.
A Meneghino non andò poi così tanto male, perché tirato a lucido, altre amanti poteva sollazzare.
Così come Isabella, che di notte incontrava, chiunque la corteggiava.
SaDiCa