Trasformare una passione in una professione: ecco le storie di chi ha fatto carriera nell'industria dei videogiochi

 

L'industria dei videogiochi in Italia rappresenta un indotto da 2 miliardi di euro ed impiega oltre 1.600 professionisti, il 79% dei quali ha un'età inferiore ai 36 anni. Aulab, la prima coding factory italiana, racconta le storie di due giovani che hanno intrapreso una professione nel settore gaming, uno lavorando in ambito internazionale per una grande azienda, l'altro invece investendo sul proprio territorio avviando una sua impresa.


Nel 2021 il gaming si è confermato uno dei settori più redditizi del mercato dell'intrattenimento: secondo il Gaming Report 2022 di Unity Technology, dopo un 2020 da record, il numero di gamer è in ulteriore aumento di oltre il 50%[1]. In particolare, secondo i dati di Growth Capital[2], il settore ha registrato nel 2020 $175 miliardi di ricavi e più di 2.7 miliardi di gamer attivi in tutto il mondo, superando l'industria della televisione, del cinema e della musica. In Italia, il settore ha raggiunto nel 2021 un giro d'affari di 2 miliardi e 243 milioni di euro, in crescita del 2,9% rispetto alla precedente rilevazione.[3]


"L'industria dei videogiochi offre grandi opportunità per il futuro: è un settore da monitorare e che può aprire molte strade a livello lavorativo, aiutando i giovani a trasformare la propria passione in un lavoro" spiega Giancarlo Valente, fondatore e CTO di aulab, la prima Coding Factory italiana, nata nel 2014 e specializzata in corsi di sviluppo web. "Si tratta di un mondo che impiega molteplici professionalità: dal game designer, che crea l'idea di partenza e definisce le meccaniche del gioco, al level designer che realizza la struttura degli ambienti virtuali in cui si muovono i personaggi, assemblando elementi grafici e trasformandoli in un mondo digitale."

 

A confermarlo sono i dati: i professionisti impiegati nella produzione di videogiochi in Italia hanno raggiunto oltre 1.600 unità alla fine del primo trimestre 2021, e si tratta per lo più giovani; il 79% dei professionisti in questo settore ha un'età inferiore ai 36 anni ed è  altamente specializzato in ambito tecnologico, artistico e nel campo del design.[4]

Tra le figure più richieste in questo settore spicca quella del programmatore di videogiochi, ovvero colui che, scrivendo codice, trasforma le idee del game designer in realtà.

 

Le strade per diventare programmatori di videogames ed accedere a questo settore in continua crescita possono essere diverse: anche chi non  ha competenze informatiche pregresse, ma è appassionato di videogiochi, può imparare le basi di programmazione in soli tre mesi con il corso online Hackademy di aulab.

 

Lo dimostrano le storie di Paolo Abela e Nicola Delle Foglie, entrambi appassionati di Gaming sin dall'infanzia, che hanno partecipato al corso Hackademy di aulab e successivamente hanno intrapreso una carriera nel mondo dei videogiochi: Paolo lavorando in ambito internazionale per un'azienda leader del settore come Unity, Nicola invece investendo sul proprio territorio avviando una sua impresa.

 

Con l'obiettivo di supportare i giovani che vogliono avviare una carriera nel mondo della programmazione e gaming, aulab - in partnership con Talents Venture -  offre la  possibilità di investire nella propria formazione tramite l'Income Share Agreement che consente agli studenti di iniziare il corso pagando solo 250 Euro di iscrizione. Grazie all'Income Share Agreement gli studenti hanno l'opportunità di ripagare il corso in rate mensili dopo aver iniziato a lavorare, e solo se il reddito annuo è superiore ai 10.000 Euro.

 

Paolo Abela: da Youtuber a Software Engineer in Unity

Appassionato di tecnologia sin da giovane, Paolo Abela si è affacciato al mondo del coding all'età di 15 anni grazie a YouTube, diventando creator di contenuti relativi allo sviluppo di videogiochi con il suo canale Riku TheFuffs. Dopo 7 anni di esperienza nel gaming studio da lui fondato quando ancora frequentava il liceo, oggi Paolo lavora in Spagna come Software Engineer e Sviluppatore di template per videogiochi presso Unity Technology - azienda leader nello sviluppo software e motori grafici - oltre a continuare ad essere CEO e Lead Developer del proprio Gaming Studio Fatus Games.

 

Un percorso costruito facendo molta pratica sul campo, ma in cui la formazione iniziale ha svolto un ruolo chiave, partendo dall'incontro con aulab: Paolo ha infatti frequentato la prima edizione del corso Hackademy approfondendo le sue competenze nella programmazione ed imparando logiche e competenze richieste nel mondo del lavoro.

 

"L'Hackademy mi ha consentito di imparare tecnologie che utilizzo quotidianamente ancora oggi nel mio lavoro. Mi ha anche permesso di sviluppare progetti concreti da presentare alle aziende, dandomi la possibilità di avere un portfolio pur non avendo una vera e propria esperienza lavorativa alle spalle. Il corso mi ha anche insegnato a lavorare in team, partecipando alla realizzazione di progetti di gruppo. Chi si occupa di programmazione, infatti, deve sempre interagire nella realizzazione di un progetto gaming con professionalità diverse: dal game designer, che disegna le regole del gioco, all'UI Designer, che si occupa di definire l'interfaccia grafica, fino al tecnico del suono o al team marketing, che si occupa della promozione del videogioco".

 

A chi vuole intraprendere una carriera nel settore dei videogiochi, Paolo dice "evitare percorsi istituzionali troppo teorici, che spesso non riescono a stare al passo con l'evoluzione tecnologica; prediligere invece corsi più pratici in grado di preparare al mondo del lavoro".

 

Nicola Delle Foglie: dai banchi di scuola alla creazione di una propria impresa

Appassionato di Gaming sin dai tempi del liceo, Nicola si è avvicinato a questo mondo prima come giocatore ed in seguito da autodidatta. Successivamente Nicola ha fondato DevLounge, azienda che sviluppa soluzioni software per il mondo degli sport elettronici, nella quale lavora oggi insieme al fratello e ad un team di sviluppatori.

 

Un'iniziativa diventata realtà grazie alla prima edizione del corso Hackademy che ha permesso a Nicola di imparare la programmazione ed apprendere le competenze necessarie per sviluppare il suo progetto imprenditoriale.

 

"Si tratta di un percorso adatto a chiunque si voglia reinventare: per iniziare il corso Hackademy non è necessario avere competenze informatiche specifiche, basta solo saper accendere un computer", racconta Nicola. "Il corso mi ha insegnato la programmazione a livello di business, permettendomi di superare i limiti della formazione da autodidatta. In particolare, l'Hackademy è stata fondamentale per imparare  il pensiero computazionale: partire da un problema e suddividerlo in tante piccole parti, una logica che continuo ad utilizzare tantissimo nella mia azienda".

 

Oggi lavorano nell'azienda di Nicola il fratello, suo attuale socio, e tre sviluppatori provenienti dall'Hackademy che durante il corso di aulab hanno imparato il framework Laravel, su cui si basa interamente il loro prodotto GameShard.

 

"Oltre alla conoscenza dei linguaggi di programmazione, saper lavorare in team è una soft skill fondamentale." conclude Nicola. "Un consiglio? Sperimentare sempre. In fin dei conti la programmazione è un po' come una scienza: si tratta di un continuo sperimentare fino al raggiungimento dell'obiettivo".


Note

[1]Unity Technology, Gaming Report 2022

[2]"Gaming & Esports", Growth Capital, 2021

[3]Report IIDEA 2021
[4]Rapporto IO SONO CULTURA 2021, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Regione Marche in collaborazione con l'Istituto per il Credito Sportivo



Aulab è la prima Coding Factory Italiana attiva dal 2014 nell'ambito della formazione e dello sviluppo software. Aulab ha dato vita all'Hackademy, un corso online sperimentato con successo da oltre 1100 studenti con un tasso di occupazione del 95%, che consente in soli 3 mesi di acquisire le competenze necessarie per scrivere codice ed avviare una nuova carriera professionale come sviluppatore web. https://aulab.it