Cibo e cinema spesso raccontano storie bellissime e coinvolgenti.
Due grandi passioni che mescolate tra loro creano fantastiche avventure e storie, come quelle raccontate nei film del regista giapponese Hayao Miyazaki.
La cucina incantata. Le ricette tratte dai film di Hayao Miyazaki raccoglie le ricette tratte dai film del regista dell'animazione giapponese.

In questa intervista a Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua, scopriamo di più su questo volume pubblicato da Trenta Editore.



SDC - Come nasce l'idea di questo libro?
Silvia Casini: Amiamo Miyazaki perché è il maestro della magia, della leggerezza, della fantasia, della sensibilità.

Il suo enorme potere immaginifico, le sue metafore eleganti, le sue creature sorprendenti, la sua animazione curata e poetica, rendono il suo cinema un vivo piacere per gli occhi e il cuore.

Pertanto, abbiamo deciso di portare un pizzico del suo incanto anche a tavola, anche perché i suoi film contengono messaggi umani, sociali ed etici importanti.

Grazie alla sua arte visionaria abbiamo città sul mare, lande incantate, castelli erranti, porci volanti e foreste da tutelare. I suoi personaggi, poi, tendono continuamente alla trasformazione e sperimentano un processo di guarigione, che germina in una sana rinascita.

Insomma, intimo, straordinario, fiabesco e dinamico, il cinema di Miyazaki è per tutti.


SDC -  In questo volume sono presentate le ricette tratte dai film di Hayao Miyazaki: quali sono quelle che più ti piacciono? Quali film sono presi in riferimento?
Silvia Casini
: Gli anpan ripieni (una sorta di panini farciti) di anko o la Sponge Cake di Zeniba de La città incantata.

Ma da rifare a casa anche la pancetta sfrigolante de Il castello errante di Howl oppure lo stufato di verdure di Laputa – Castello nel cielo.

Per i puristi c'è il bentō de Il mio vicino Totoro. Per i coraggiosi, invece, c'è il salmone con besciamella e carote che compare in Porco Rosso.

Nel libro, abbiamo preso in esame 11 film diretti dal maestro Miyazaki, nello specifico:

Lupin III - Il castello di Cagliostro (1979)
Nausicaä della Valle del vento (1984)
Laputa – Castello nel cielo (1986)
Il mio vicino Totoro (1988)
Kiki – Consegne a domicilio (1989)
Porco Rosso (1992)
Principessa Mononoke (1997)
La città incantata (2001)
Il castello errante di Howl (2004)
Ponyo sulla scogliera (2008)
Si alza il vento (2013)



SDC - Qual è il piatto, a tuo avviso, che più rispecchia il cinema di Miyazaki?
Silvia Casini: Oltre a portare alla ribalta la storia di Giovanni Battista Caproni, conte di Taliedo e pioniere dell'aviazione, Si alza il vento ha un ulteriore grande pregio: ridare al mondo la torta Siberia.

Piccola e densa, la torta Siberia compare in una scena del film. Quando Jiro torna tardi dal lavoro e dopo aver comprato due fette di torta al piccolo alimentari di quartiere, offre il pacchetto ad alcuni bambini per strada. Sono malnutriti per la guerra, e il loro volto stanco si gonfia di spavento quando lui gli si avvicina per offrirglieli.

Il loro volto è quello del Giappone nella seconda guerra mondiale, e i modesti tranci di Siberia sono il simbolo più profondo della sua identità.

La Siberia è una torta con impasto di castella (pan di spagna di origine portoghese), farcita con una pasta morbida di fagioli rossi (yokan). Creata nel Kanto all'inizio del XX secolo, si crede debba il nome alla somiglianza con la transiberiana (una rotaia nella neve) o alle torte a strati russe.

San Roza del distretto Yagisawa di Nishi-Tokyo, è un locale modesto e rimasto quasi uguale a com'era all'inizio della sua attività avviata ben 37 anni fa. Dopo l'uscita del film ora ne vende più di 100 al giorno. E con lui si sono risollevate tantissime aziende produttrici di questo dolce come la Coty Bakery di Yokohama e la Yamazaki Baking Co.


SDC - Quanto è fondamentale il cibo nei film di Miyazaki?
Silvia Casini: Gastronomia e cinema sono due mondi capaci di offrire esperienze sensoriali uniche e indescrivibili.

Chi ha compreso a pieno questa filosofia è proprio il maestro Hayao Miyazaki, che con le sue storie toccanti ricche di magia, immaginazione, valori, tradizioni e anche cibi appetitosi.

Non è un caso, infatti, che tutte le pietanze presenti nei suoi lungometraggi siano esteticamente invitanti e stuzzicanti; pazienza e cura del dettaglio nel "raccontare" sapori e profumi sono da sempre i suoi ingredienti imprescindibili.

Una maestria del disegno tale da riuscire a trasmetterci tutta la fragranza di una verdura o la sofficità di un panino. Un'esperienza multisensoriale, che ci restituisce una quotidianità familiare attraverso piccoli gesti, che vanno dallo sfrigolare della pancetta al borbottio di una zuppa in pentola.

Già… un'esperienza che Miyazaki ci dona ricordandoci che il cibo è rappresentazione di una cultura, specchio di un mondo.


SDC  - Cibo e cinema: qual è la magia che unisce queste due arti?
Raffaella Fenoglio: Sono moltissimi, a partire dall'abitudine di sgranocchiare qualcosa davanti al grande schermo, e vogliamo mettere le scene nelle quali i protagonisti mangiano?

Anche se non in quel momento non hai fame ti viene voglia di unirti a loro.

E poi i simboli evocativi di alcuni alimenti nel contesto della sceneggiatura. Le sontuose cene di Natale con enormi tacchini... il pollo fritto del Giorno del Ringraziamento... gli spaghetti di Totò.

Insomma il cinema è cibo.


SDC - Quali altre curiosità possiamo trovare all'interno del volume?
Silvia Casini: È indubbio… guardare i film di Miyazaki significa perdersi in un labirinto di sentimenti ma, anzitutto, ritrovarsi nei ritmi e nelle vite dei protagonisti degustando con loro, seppur idealmente, certi piatti (forse) mai provati.

Ogni film che abbiamo preso in considerazione nel libro, viene analizzato dal punto di vista cinematografico, dopodiché ci sono le ricette originali e alcune varianti più occidentali per chi non "mastica" la cucina nipponica.

Così, tutti, ma proprio tutti, potranno ricreare a casa i piatti presenti nelle opere summenzionate.

Per giunta, osservando le sue pellicole e degustando i piatti succulenti descritti, si può davvero assaporare al meglio un elemento peculiare del suo stile, che è lo stupore.

Si nasconde ovunque: dai sogni di gloria di un giovane aviatore a un succulento piatto di ramen, dall'evocazione del proprio nome a una scopa piena di speranza e magia.

Miyazaki ci insegna che non solo gli uomini, ma anche gli oggetti e persino i luoghi hanno una propria narrazione interiore, fatta di miti e leggende.

Ecco perché nei suoi film i castelli camminano, i gatti parlano e i boschi sono pieni di spiriti.

Tutto è vita, scoperta, incantagione.


SDC -  La cucina giapponese spesso colpisce per il suo impiattamento: cibo come fosse uscito direttamente da un manga o da un anime. Per quale motivo, secondo te, ci sono bento pieni di "pupazzetti" da mangiare?
Francesco Pasqua: I bento sono sempre variopinti, sia per la varietà degli alimenti in essi contenuti, sia perché vanno mangiati anche con gli occhi.

L'estetica, come la dovizia nella preparazione, sono fondamentali nella gastronomia giapponese.

I bento box kawaii, ossia quelli caratterizzati da cibi con decorazioni particolari spesso ispirate ai manga, credo siano un modo per rendere più unico e divertente il momento del pasto.

Infatti, la parola kawaii è una parte importante della cultura giapponese.

Kawaii si usa per tutto, dall'abbigliamento al cibo, dal divertimento alla fisicità; e descrive qualcosa di affascinante, vulnerabile, infantile o amabile.


SDC -  D'altro canto, invece, moltissimi sono i piatti tradizionali che anche in Italia, hanno riscosso un enorme successo. Come ad esempio i ramen o gli okonomiyaki, che vanno rigorosamente preparati seguendo un procedimento talvolta molto complesso. Quanto è difficile realizzare queste ricette?
Francesco Pasqua: Non molto, in realtà, se parliamo della preparazione.

Il ramen è una zuppa di origini cinese che non necessita di particolari abilità tra i fornelli, e l'okonomiyaki in fondo è una sorta di pancake con della carne o un uovo sopra.

L'unica difficoltà forse sta nel reperire gli ingredienti giusti qualora si vivesse in un posto privo di negozi alimentari orientali.

Ed è proprio per questo motivo che nel libro abbiamo inserito anche delle varianti occidentali alle classiche ricette giapponesi.


SDC - Se dovessimo pensare a un libro simile con protagonista la cucina italiana, quali film ti vengono in mente per le ricette?
Raffaella Fenoglio: Penserei ai libri di Maurizio De Giovanni che inserisce sempre qualche scena di tavole imbandite nella serie del Commissario Ricciardi.

Come le specialità del Cilento, una fra tutte la minestra strinta, e i tipici piatti napoletani a casa del brigadiere Maione.


SDC - State lavorando a qualche altro progetto di cui volete parlarci?
Raffaella Fenoglio, Silvia Casini e Francesco Pasqua: Nel 2022 uscirà un altro libro edito da Trenta Editore, tutto al femminile, ma non possiamo dirvi di più!


Dimensioni: 13×18 cm
Numero pagine: 144 pagine
Prezzo: 14,00 €
Anno di pubblicazione: 2021
Lingua: italiano
ISBN: 978-88-99528-68-3



GLI AUTORI

SILVIA CASINI
Dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere, lavora come project manager presso l'Istituto Internazionale per il Cinema e l'Audiovisivo di Gillo Pontecorvo e Sandro Silvestri. In seguito, si specializza in marketing strategico e inizia a collaborare con diverse case di produzione cine-tv. Negli anni, ha collaborato con diverse testate giornalistiche e siti web e ha pubblicato libri per molti editori, tra cui Il gusto speziato dell'amore (Leggereditore), L'astro narrante (Fanucci), Gli occhi invisibili del destino (Golem edizioni).

 
RAFFAELLA FENOGLIO
Ligure con radici piemontesi, è autrice di Tre Civette sul Comò, il primo food blog
con l'indice glicemico al minimo, da cui sono nati i libri Abbasso l'indice glicemico (Terra Nuova) e Indice GliceAmico (Gribaudo).

 
FRANCESCO PASQUA
Laureato in discipline dello spettacolo, autore dei cortometraggi Soltanto uno scherzo (vincitore all'International Film Festival di Manhattan) e Countdown (vincitore di due Nastri d'Argento), ha lavorato come story editor al film Copperman (2019), interpretato da Luca Argentero. Nel 2020, pubblica Fuoritempo (Porto Seguro) e il libro Un tè con Mr. Darcy (Ultra edizioni), scritto con Silvia Casini e Raffaella Fenoglio.