Un viaggio alla scoperta del Giappone e delle donne che hanno cambiato la storia di questo affascinante paese.

Un diario di viaggio sul Giappone e sulle sue guerriere, donne artefici di battaglie che hanno scosso le fondamenta di un Paese dalla reputazione maschilista.

Banzai è un reportage a fumetti per chi viaggia a caccia di storie, seguendo itinerari capaci di penetrare la cultura e la vita di un Paese.

In questa intervista a Epi, alias Elisabetta Percivati, scopriamo di più su questo fumetto e altri progetti di viaggio.

 
Banzai è il tuo ultimo lavoro, edito per Becco Giallo editore. Come nasce questo progetto?
Il progetto nasce dalla mia continua ricerca nello smontare i cliché che abbiamo sulle destinazioni turistiche nel mondo. L'obbiettivo del mio lavoro è far scoprire la vera anima dei luoghi che amo, al di là di pregiudizi e luoghi comuni.

Così come ho fatto con "Takk, perdersi in Islanda", sempre per lo stesso editore, ho voluto avere un punto di vista fuori dall'ordinario su un Paese di cui si parla molto ma allo stesso tempo di cui si conosce poco.

Per questo ho deciso di farlo dal punto di vista delle donne, per ridimensionare un cliché enorme sul Giappone e cioè sul fatto che sia maschilista e lo sia sempre stato e che le sue donne siano automaticamente sottomesse.

Durante il mio periodo di documentazione (fatto prima, durante e dopo il viaggio) ho scoperto che altro che sottomesse! Molte di loro hanno preceduto le Europee su battaglie per i diritti delle donne, come quello del voto o dell'aborto.

Un lato di un Paese sconosciuto che ho cercato di raccontare in un modo leggero ed allo stesso tempo storicamente corretto, equilibrio narrativo affatto facile da trovare.


Hai realizzato Banzai dopo aver visitato il Giappone. Un viaggio senz'altro straordinario di per sé, con in aggiunta il "brivido" per la pandemia che purtroppo impazzava nel mondo. Hai avuto paura?
In realtà la pandemia è scoppiata alcuni giorni dopo il mio ritorno, tanto che in realtà era tutto visitabile, tranne certe attrazioni private e certe aree dei monumenti in modo preventivo (certi interni per esempio).

In un Paese così attento all'igiene e abituato all'uso della mascherina ed al distanziamento sociale già prima del Covid mi sono sentita molto più al sicuro rispetto a quando sono atterrata in Europa, dove tutti questi concetti hanno impiegato mesi per entrare nelle abitudini quotidiane dei cittadini.

Ho visto pulire ogni centimetro durante il mio viaggio, ed il 90% indossava la mascherina sempre, già prima che ci fosse un ufficiale imposizione per Covid.

Durante il viaggio non si erano ancora definite le dinamiche al 100% di una pandemia, si stava allerta ma senza esagerazioni (perché come detto, a priori i gesti barriera nelle mezze stagioni per loro sono la norma).

Molti hanno annullato il viaggio e quindi sì, è stato magico perché mi ritrovavo per intere giornate come unica straniera (cosa molto rara, ma mi è successo perfino nella stessa Tokyo).

È da dire però che quando viaggio lo faccio principalmente per documentarmi e di conseguenza esco spesso dai circuiti tradizionali turistici. Le due cose in combo insomma mi hanno aiutato a vivere l'esperienza come se fossi sbarcata in un luogo non turistico e molto autentico e forse questo è un privilegio raro in una destinazione altamente turistica come il Giappone.


Banzai, oltre che essere una guida ai posti incantevoli del Giappone, traccia un sentiero alla scoperta delle grandi donne che hanno lottato per la loro libertà e per quella delle donne future, rischiando la propria vita. Quali sono le figure femminili che più ti hanno colpito?
Ce ne sono talmente tante…sicuramente Toshiko Yuasa, prima fisica giapponese e assistente dei Curie, a causa dello scoppio della guerra mondiale tornò in patria trasportando a spalle, stretti nella sua cintura, gli strumenti per continuare gli esperimenti in un lungo viaggio attraverso la Siberia.

Kusunose Kita, moglie di Samurai e quindi capo clan, che fece una petizione nazionale nel 1880 per ottenere il diritto al voto alle donne rifiutandosi di pagare le tasse perché "eguali doveri, eguali diritti" o Yamamoto Yaeko, figlia di un istruttore di artiglieria difese il suo castello da un assedio dato che tra tutti, uomini compresi, era la migliore tiratrice. Partecipava anche a raid notturni facendosi strada sia con le spade da Samurai che con il suo fucile Spencer!


Quanto è stato fatto in Giappone per la condizione femminile? Quanto si può fare ancora? E in Italia come stiamo messe?
Diciamo che è un problema mondiale, non solo Giapponese. E nonostante i cliché su tanti punti sono più avanti di noi, storicamente parlando.

A volte conoscere la storia di un luogo aiuta anche a ridimensionare il giudizio che ne abbiamo.

Da che pulpito posso dire che il Giappone è fortemente maschilista quando in Italia mia nonna è stata la prima ad avere diritto di voto mentre loro con le loro battaglie hanno avuto la prima occasione formale nel 1880?

Si può e si deve fare ancora tanto, in tutto il mondo, per il bene di tutti.


Qual è il tuo piatto preferito che hai (ri)scoperto in Giappone e che vorresti consigliarci?
Mi sono innamorata di un piatto povero, ma buonissimo nella sua semplicità: tamago kake gohan. È un piatto di riso su cui si versa un uovo molto fresco a cui si sono aggiunte salsa di soia e mirin.

La versione che ho preso io aveva sopra anche il katsuobushi, fiocchi di pesce essiccato.

Sicuramente sono da sempre una grande appassionata di Bento (e ho approfittato dei numerosi viaggi in Shinkansen, il treno a grande velocità, per assaggiarne il più possibile).

Ho amato molto le takoyaki, le polpette di polpo.

E ricordo come un puro momento di poesia il dolcetto preso alla fine della cerimonia del thè nella casa di un samurai nel Giardino di Kenrokuen, considerato uno dei tre più belli del Giappone.

Poesia in un piatto.

A settembre sei partita per un nuovo progetto e viaggio, Caffer̡ - un caff̬ per una storia. Sei tornata in Islanda dunque, dopo il viaggio che ha ispirato il tuo primo fumetto TAKK РPerdersi in Islanda. Raccontaci di questo progetto.
Cafferð è sempre un progetto che segue lo scopo principale del mio lavoro: comunicare la vera anima dei luoghi che le persone visitano al di là dei cliché e dei luoghi comuni.

In questo caso, con la guida turistica specializzata in Islanda Ilaria, abbiamo preso microfono, telecamera e scarponcini per l'Islanda e abbiamo girato per due settimane intervistando islandesi di tutti i tipi.

Lo scopo?

Far conoscere un luogo direttamente dalle parole di chi ci è nato, lo abita e lo conosce meglio di chiunque altro. Persone con lavori e dal passato differente, desiderose però di far conoscere il proprio Paese in modo più autentico grazie al racconto della propria storia personale.

Queste interviste verranno tradotte in italiano e rilasciate gratuitamente sul sito www.cafferd.com , per chi volesse sostenere il progetto sempre sul sito vi è la possibilità di acquistare il merchandising creato apposta a tema Islanda!

Quali emozioni e sensazioni ti sei portata dietro da questo nuovo viaggio?
Sicuramente la sicurezza che il mio lavoro sta andando nella giusta direzione e per i giusti scopi. Sapere che quello che faccio non è legato solo ad una corretta retribuzione ma a rendere migliori da entrambe le parti l'esperienza turistica (sia il Paese che accoglie, sia il turista) mi rende felice di svegliarmi ogni giorno ed andare in ufficio al mio tavolo da disegno.

Vedere i sorrisi di chi intervistiamo come reazione alla spiegazione del nostro lavoro è la soddisfazione più grande.


Ci sarà dunque un nuovo fumetto in arrivo?
Per il momento sto creando un progetto su Lione, la città francese in cui vivo, sempre seguendo lo stesso principio ma mischiando la mia capacità di storytelling e la mia capacità di illustratrice per la creazione di un'esperienza turistica di gioco.

Voglio che i turisti si divertano mentre imparano la storia di Lione e per fortuna qui sto trovando molte porte aperte. Lione è così vicina all'Italia e non vede l'ora di accogliere i miei connazionali!

Sto quindi spaziando in altri media (o meglio creando un media mio) sempre con l'obbiettivo di rendere la conoscenza storica qualcosa di "pop" e divertente senza snaturarla o banalizzarla.

Insomma spero un giorno di farvi diventare protagonisti di un'avventura nella storia di Lione in cui la vittoria non è scontata e la sceneggiatura è creata proprio da voi!

In che modo le persone possono sostenerti in questo nuovo progetto?
Sicuramente seguendomi sui social.

Su facebook su epiproject, su Instagram su epi_comics (il profilo legato ai miei fumetti) e epi.lyon (il profilo legato al progetto su Lione), visitando il mio sito internet e soprattutto mandandomi tanti abbracci virtuali perché anche noi autori ne abbiamo bisogno.

Se fate un salto a Lione, in Francia, non mancate l'occasione per farmi un saluto!


Elisabetta Percivati, in arte EPI
Graphic designer, illustratrice e fumettista. Racconta dei luoghi in cui ha vissuto, viaggiato e amato, oltre le apparenze e i panorami da cartolina. Ha pubblicato Takk, perdersi in Islanda (BeccoGiallo, 2018), una guida alternativa all'Islanda. Oggi vive a Lione, dove crea progetti di gamification turistica.

Titolo: Banzai. Guida al Giappone e alle sue guerriere
Autrice: EPI
Caratteristiche: 192 pp. bn, brossura con alette
ISBN: 9788833141664
Costo: 18 Euro