Pietro Vanessi, alias VANESSI, è un professionista della comunicazione che da vari anni, e a fasi alterne, si diletta nel disegnare vignette per varie riviste.

L'universo di VANESSI spazia dalla filosofia, al sociale, dalla cronaca alla vita di coppia, visti sempre sotto un'ottica agro-dolce di "disperata disillusione esistenziale" che riescono comunque, tra una battuta filo-misogina e un pensiero disperatamente nichilista, a strappare un sorriso-amaro, mai sguaiato ma al contrario, il più delle volte, trattenuto a forza tra i denti in una logica in sospeso tra il "sia quel che sia" e "sarà come deve andare".

I suoi personaggi più noti sono La Morte Nasona, L'Idiota Zen, Il Picio, DIA e Le Coppie Scoppiate.

Tra le sue pubblicazioni ricordiamo "RIDI, RIDI…" con la prefazione di Claudio Bisio. (2008), "Donne e danni… collaterali" (2009), "Viva l'ItaGlia" (2011), "Coppie Scoppiate" (2013).

Prossimamente uscirà il suo ultimo libro "LIMORTACCISUA" (febbraio/marzo 2021) per Officina Grafica Edizioni, dove protagonista è il personaggio La Morte Nasona e la sua falce.


Pietro VANESSI
Sta per arrivare il tuo nuovo libro dal titolo Limortaccisua, edito da Officina Grafica Edizioni. Come nasce l'idea di questo libro?

Nasce dalla richiesta dei miei numerosi fans, che mi chiedevano ciclicamente: "Quand'è che esce il libro della Morte Nasona?", e io "Eh, tra un po'… prima o poi esce".

Finchè un anno fa mi sono deciso: ho raccolto sistematicamente le vignette migliori pubblicate in oltre 10 anni di attività e le ho riunite in questo benedetto libro che uscirà prossimamente.


La morte è il filo conduttore di questo libro, dove protagonista è il tuo personaggio La Morte Nasona. Ricco di vignette, il libro contiene al suo interno anche una raccolta di racconti a cura di nove autori. Come sono stati scelti?
Un libro di sole vignette si sarebbe "esaurito" presto e ho pensato di ampliare la proposta inserendo dei mini racconti a cavallo tra la morte e il black-humor. Testi di scrittori/amici che la morte l'hanno sfiorata, e in alcuni casi, vista proprio in faccia.

Gli autori presenti nel libro sono Roberto Dal Pra', Pietro Gorini, Bianca Del Ninno, Vicky Amendolia, Carlo Alberto Turrini, Paolo Pesce Nanna, Vincenzo Nizza, Lucilla Masini e Massimo Galli.


Cos'è dunque la morte per VANESSI? E come si è tramutata con l'improvvisa comparsa del covid19?
Questa è una domanda da 1 milione di dollari.

A me personalmente la morte non spaventa tantissimo. Mi spaventa il dolore, la sofferenza, il dolore delle persone vicine e tutte le cose che in genere precedono la morte (quando non è improvvisa).

E comunque la Morte è uno stato fisico e spirituale ad uso esclusivo per valorizzare quella manciata di anni che ci sono concessi in questa vita terrena.

Il Covid19, invece, ha creato alla Morte Nasona un sacco di lavoro extra e questo a lei non le riempie di gioia. Che lei lavori tanto o poco, alla fine il suo "stipendio" è sempre quello.

L'unica cosa "bella" da una parte (per lei) è che in tempi di crisi ha comunque il suo "sporco lavoro" assicurato da qui allo sterminio del mondo (sigh).

Vignetta di Pietro VANESSI

Con le tue vignette affronti diverse tematiche: dalla vita di coppia alla politica, dalla filosofia alla religione. Battute graffianti, situazioni ciniche e descrivono palesemente la realtà. Un ritratto dolce amaro di noi stessi…

Sì, uno stato di fatalismo esistenziale, spesso tendente al paranoico che in parte mi assomiglia. Anche se qua e là, spuntano attimi di spensieratezza, divertimento e poesia.

L'altra parte di me che compendia la personalità nichilista e depressa che amo di meno e che cerco di nascondere ai più.


Si può ancora fare satira oggi? Quanto è cambiata ad oggi, con i social?
La satira è cambiata soprattutto nella tempistica: ora appena succede qualcosa, già dopo 10 minuti appaiono le prime battute, le prime vignette (spesso fatte velocemente e con poco pensiero di fondo) fatte per arrivare primi, in una sorta di "gara idiota".

Invece anche le notizie politiche o di attualità andrebbero (magari) sedimentate un po' prima di procedere con la realizzazione finale. Il rischio poi è sempre quello di fermarsi in superficie, usando magari giochi di parole (su Draghi ho letto davvero di tutto: draghi, elfi, principi, dragoni, cavalieri… bleah!)

L'altro punto che vedo è che il livello di "intellighentia" si è notevolmente abbassato tant'è che leggo pochissime vignette che apprezzo davvero, sia per il disegno che per la battuta.


Oltre che vignettista e fumettista, sei anche docente di Art Direction e Comunicazione allo IED di Roma. Quanto è difficile (o semplice) insegnare? La satira si insegna o è insita nell'animo dell'artista?
All' Istituto Europeo di Design di Roma (da dove insegno da oltre 10 anni) mi occupo di Comunicazione Visiva e Art Direction, l'importanza della cooperazione tra visual e copy (che poi nella satira sarebbe disegno e battuta!) e mi occupo anche, benché siano solo accenni, di coach e di leadership, argomenti che mi affascinano da tempo.

Qualche anno fa (2013), tenni due workshop di Satira (a Roma e a Milano). In parte l'atteggiamento sarcastico e satirico ce lo devi avere nel sangue, ma seguire qualcuno che ti aiuta (la parola "insegna" è brutto) ad ottimizzare le battute, coordinare gli spazi nella vignetta, identificare il tuo stile, colorare, proporre e pubblicare… fa bene, anzi benissimo e lo consiglierei a molti!


In passato ti sei anche occupato di pubblicità, abbandonando temporaneamente i tuoi personaggi. Puoi raccontarci questa tua parentesi creativa?
Ho lavorato 4 anni a Verona come art junior e visualizer. Poi 10 anni a Milano e poi a Roma, dove risiedo, sia come Direttore Creativo e sia come titolare di una mia agenzia che adesso ho abbandonato per dedicarmi a fare il Freelance per aziende e agenzie.

Il lavoro di creativo pubblicitario penso che sia uno dei lavori più stimolanti, vivi e "gasanti" che si possano fare. Ammesso sempre di aver a che fare con colleghi e clienti, altrettanto simpatici e intelligenti che sappiano farti sia elogi che critiche quando serve.


Vignetta di Pietro VANESSI

In quale dei tuoi personaggi ti identifichi di più?

Dipende dai periodi.

A volte mi sento ispirato e filosofico come l'Idiota Zen, a volte scanzonato e incosciente come il Picio e a volte sarcastico e acido come la Morte Nasona.

Bello ricoprire molti ruoli, del resto… non siamo un po' tutti così, in balia dei fatti e delle emozioni?


Quali sono i tabù che ancora vorresti affrontare e dunque portare alla luce?
Ci sono diversi campi che ho affrontato poco e che sono ancora in fase di studio.

Potrebbe essere la Religione (non solo quella cattolica) o il mondo iper-tecnologico che verrà, con le sue opportunità ma anche le mille trappole (tipo la dipendenza) che stanno castrando le nuovissime generazioni.

Ho delle idee pure sulla crescita personale e come riuscire a diventare "la versione 2.0 di noi stessi")… insomma, vedremo.


A cos'altro stai lavorando? Prossimi progetti?
Amo mettermi in gioco. Infatti, sto ultimando un libro di… FIABE.

Un progetto "diverso dalle mie corde" a cui sto lavorando da un anno circa.

Fiabe "particolari" non esattamente per bambini, a cui presterò dei nuovi disegni fatti con una tecnica diversa alla mia solita che uso nella satira: più poetica e trasognante, come i libri di fiabe dovrebbero essere.

Tra qualche mese ne parlerò meglio e in maniera più approfondita, anche sul mio sito www.unavignettadipv.it

 
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