FEDERICO FELLINI
Palazzo del Sogno, suonare Fellini
Con testi e disegni inediti di Federico Fellini, Ermanno Cavazzoni, Andrea De Carlo; le lettere con Tonino Guerra; un'intervista di Claudia Durastanti a Milo Manara e molto altro.
illustrazione di copertina di Milo Manara
pp. 120, 6 euro


Ecco, se dovesse esserci un ideale palazzo del sogno sicuramente sarebbe abitato da Federico Fellini. L'uomo che amava sognare e che quando filmava distorceva la realtà per farla diventare il più onirica possibile. C'è l'inizio di 81/2, uno dei suoi manifesti di poetica, che stupisce e meraviglia per quel volo liberatorio in cui Mastroianni, alter ego di Fellini, fluttua tra le nuvole, liberandosi di un ambiente chiuso, l'abitacolo della sua auto, imbottigliata nel traffico e divenuta inospitale.
Fellini è stato creatore di visioni e narrazioni aperte, in cui ricordo, esagerazione, mito e quotidianità si fondono colorandosi a vicenda. Questa lezione di cinema moderno è ancora oggi un modello per alcuni grandi registi o il Bau Bau per altri, incapaci di superare il banale naturalismo.
In questo numero, sfavillante di materiali, ci sono frammenti inediti, appunti per un film mai realizzato, legato all'Inferno del sommo poeta.
I disegni di Federico, degli anni 30, che fanno pensare alle caricature di Garretto o di Covarrubias, lo scambio con Tonino Guerra, che con Fellini fu tra gli architetti di quelle bislacche e inimitabili costruzioni narrative, i fumetti di Fellini, tra cui uno a colori meraviglioso, che fu commissionato dalla rivista Rolling Stone per l'inserto The Someday Funnies, mai pubblicato e poi ripreso da Abrams nel 2011. (Thanks Fumettologica).
Fumetti, dunque. Fumetti e Fellini, che conobbe Lee Falk, Moebius, Paz, Topor e, naturalmente, Milo Manara, che ha collaborato con lui realizzando volumi memorabili.
Claudia Durastanti, una delle scrittrici più talentuose del firmamento contemporaneo, ha chiacchierato con Milo (o, per meglio dire, "Milone", come lo chiamava Fellini) per rievocare quei giorni, l'incontro, l'amicizia e la collaborazione.
Sognavo una conversazione tra autori e non avrei sperato in tanta bellezza.
Leggere per credere.
Poi Andrea De Carlo, che, giovanissimo e premiatissimo, fu chiamato da Fellini per fargli da assistente in E la nave va, e che ebbe una lunga frequentazione, ci permette, nel suo racconto, di partecipare a quei discorsi, viaggi, sguardi di Fellini. È un numero ricchissimo, con un racconto di Ermanno Cavazzoni, grande poeta e narratore, dal cui Poema dei lunatici Fellini trasse il suo ultimo film, nel 1990. Sono passati trent'anni eppure Fellini ancora gli fa visita dall'aldilà per un notevole tiro mancino.
È su questo racconto, e sull'esplorazione di Roy Menarini, che è nato questo numero speciale. Poi si è sviluppato grazie all'aiuto di Elisabetta Sgarbi, che si è fatta letteralmente in quattro per scovare cose magiche e belle, e di Eugenio Lio, complice come sempre. Dobbiamo anche ringraziare Marco Leonetti, Nicola Bassano e la Cineteca di Rimini. Gli autori tutti che con i loro fumetti e illustrazioni hanno dato corpo e volto a linus n. 666 (uh... numero amato da alcuni, temuto da altri). Grazie a Milo Manara che ci ha regalato tante magnifiche immagini che popolano queste pagine, ovviamente. E a tutti quanti, che, insieme all'amata (e stremata) redazione, hanno fatto davvero i salti mortali per rendere vivo questo palazzo del sogno, ove gli spifferi sono all'ordine del giorno. Li sentite? Si vestono di suoni che ricordano quella voce delicata, sinuosa e ammaliante che Federico usava per sedurre il mondo. 
dall'editoriale di Igort