Numero speciale: su Best Movie di agosto Zerocalcare, Lorenzo LRNZ Ceccotti, Roberto Recchioni e Arturo Lauria reinterpretano la Suicide Squad in 4 poster d'autore

Best "Suicide" Movie: ad agosto celebriamo l'arrivo al cinema della squadra di coloratissimi bastardi reclutati per il film di David Ayer attraverso un numero imperdibile che troverete in edicola con una doppia cover da collezione. Partiamo con la coverstory in cui Roberto Recchioni racconta le origini della Suicide Squad, dai primi fumetti DC Comics fino al salto sul grande schermo. Abbiamo poi intervistato la bellissima Margot Robbie, ovvero la schizofrenica e letale Harley Quinn, e le abbiamo chiesto di accompagnarci alla scoperta di questo attesissimo cinecomic dalle tinte punk.

Ma il piatto forte sono i nostri poster d'autore realizzati in esclusiva per Best Movie da quattro tra i più celebri fumettisti italiani, ovvero Zerocalcare, Roberto Recchioni, Lorenzo LRNZ Ceccotti e Arturo Lauria, che hanno reinterpretato rispettivamente il Joker, Harley Quinn, Katana e l'Incantatrice. Da un lato troverete il character poster originale del personaggio, dall'altro la versione rivisitata dai quattro artisti solo per Best Movie (nella versione Large disponibile in edicola).

E dato che "male chiama male", in questo numero dedicato ai cattivi abbiamo coinvolto i protagonisti della serie Tv cult Gomorra – Salvatore Esposito, Marco D'amore, Marco Palvetti, Fortunato Cerlino, Cristiana Dell'Anna e Cristina Donadio – a cui abbiamo chiesto di svelare i loro villain cinematografici e letterari preferiti.

Nello speciale Il cinema che verrà: autunno-inverno 2016/2017 vi presentiamo invece i film più attesi che usciranno nelle sale i prossimi mesi tra grandi blockbuster americani, opere d'autore, titoli italiani, animazione e gli horror più terrificanti.

Abbiamo poi dedicato un approfondimento ai 10 giovani volti (più un'outsider italiana) che nell'arco dei prossimi mesi saranno tra i più gettonati a Hollywood e sul web, ovvero i cinque attori e le cinque attrici pronti a compiere il grande salto nel cinema che conta.

Tornati ormai di grande attualità grazie anche al successo di serial come Trono di Spade, in occasione dell'arrivo nelle sale ad agosto del remake Disney Il drago invisibile, ispirato a un classico del 1977, troverete la nostra guida con i 10 sputafuoco cinematografici da non dimenticare.

Le nostre interviste sono invece dedicate al regista Robert Eggers, pronto a terrorizzarvi con l'horror rivelazione The VVitch, e all'attrice Maria Bello, anche lei alle prese con l'orrore nei panni di una madre single che deve combattere contro un'oscura presenza che si manifesta solo nel buio in Lights Out, prodotto da uno dei maestri del genere James Wan.

Come al solito ricchissima la sezione Screen, in cui Roberto Recchioni omaggia l'attore scomparso Bud Spencer dedicando la rubrica A scena aperta al cult …altrimenti ci arrabbiamo. All'interno anche un focus sui 10 videogame più cinematografici in arrivo nei prossimi mesi, la recensione della sesta stagione di Game of Thrones e un approfondimento sui sempre più gettonati serial Tv dedicati alla musica, dalle nuove stagioni di Empire e Mozart in the Jungle ai nuovissimi The Get Down e Roadies.

Non manca infine la guida ai film più attesi del mese: dall'amore impossibile raccontato in Equals, con Kristen Stewart e Nicholas Hoult, al terrificante Lights Out di David Sandberg; dallo sputafuoco in CGI di Il drago invisibile alle streghe del New England di The VVitch, dai balletti di New York Academy all'argentino Il Clan, dalle pericolosissime spiagge di Paradise Beach Dentro l'incubo al divertente L'era glaciale: In rotta di collisione.

Nella sezione Dentro le nuvole dedicata al mondo dei fumetti troverete nove consigli su cosa leggere sotto l'ombrellone tra graphic novel, grandi classici e qualche sorpresa.

Mentre la controcopertina di agosto sarà dedicata a Independence Day – Rigenerazione, sequel del disaster movie diretto da Roland Emmerich, nelle sale a settembre.

Ecco un estratto della cover story dedicata a Suicide Squad realizzata da Roberto Recchioni e pubblicata su Best Movie di agosto

() La scelta della Warner-DC di portare sullo schermo un gruppo di supereroi (in realtà supercattivi) praticamente sconosciuto, potrebbe sembrare azzardata ma, pensandoci bene, è invece piuttosto sensata. Andiamo con ordine: quando nasce la Suicide Squad? Nel 1959, sulle pagine della testata The Brave and the Bold ma, come spesso capita con i personaggi DC, questa è solo una prima incarnazione silver age (appartenente cioè alla seconda generazione di supertizi in calzamaglia) che poi verrà completamente stravolta e ripensata anni dopo. Questo primo gruppo era composto da militari privi di qualsiasi capacità sovraumana, impegnati a combattere mostri e minacce sovrannaturali. La vita di questo team è breve (e, a dirla tutta, non molto interessante) e bisogna aspettare il 1987 e la miniserie Legends per vedere la Squadra Suicida riapparire sulle pagine di un fumetto DC in una forma del tutto ripensata a opera di John Ostrander. Qual è il concetto alla base di questa nuova squadra? Quella sporca dozzina. In sostanza, a un gruppo di supercriminali viene offerta la possibilità di redimersi a patto che accetti di compiere alcune missioni per il governo. Lavori sporchi, con un'alta probabilità di decesso. Missioni suicide. Il team è composto in larga parte da personaggi malvagi secondari: c Deadshot, un sicario che non sbaglia mai un colpo ma che regolarmente viene pestato da Batman; c Captain Boomerang, il figlio di un soldato americano e di una donna australiana che usa i boomerang come arma (ha la mamma australiana, che pretendete: o quelli, o i koala) e che ha sapientemente deciso di vedersela con Flash, l'uomo più veloce della terra; c Poison Ivy, avversaria di rango dell'Uomo Pipistrello, in grado di comandare le piante; c Doctor Light, un criminale che usa la luce come arma e viene indicato come paradigma del supercattivo incompetente dalla Justice League; Vertigo, un artista marziale che ama farsi prendere a calci da Green Arrow e dalla sua compagna Black Canary; Bronze Tiger (ha l'aspetto dell'Uomo Tigre giapponese e la caratterizzazione del Pantera Nera della Marvel, però cattivo); Enchantress, una potente incantatrice che ha quasi sempre a che ridire con eroi di natura magica come Capitan Marvel e the Spectre; Punch, un cattivaccio in grado di trasformare i suoi avversari in marionette, e la sua compagna Jewelee, che ha dei gioielli magici che le donano abilità disparate (in sostanza come Green Lantern ma molto più ridicola); lo psichedelico Shade, il cervellotico Thinker, e poi Insomma, lo avete capito: un mucchio di tipi bizzarri, poco attraenti e di scarso successo sia nella vita fittizia che in quella editoriale. È in questi casi che si dice che l'unione fa la forza, giusto? Sbagliato, perché la testata autonoma della Suicide Squad è tutto tranne che un successo ().
 
Ecco un estratto dell'intervista a Margot Robbie realizzata da Adriano Ercolani e pubblicata su Best Movie di agosto

Come ci si avvicina a una figura distorta come quella di Harley Quinn?
«Sono partita da quello che in lei ritengo un disordine ossessivo compulsivo. Harley ha bisogno continuamente di agire, di liberare la sua energia. Visto così il suo comportamento schizoide ha una sua logica, le sue azioni diventano in qualche modo giustificate, o meglio è stato più facile per me capirle, dar loro un senso. Dal momento che David voleva un film più tetro rispetto al tono del fumetto, ho cercato di aiutarlo esplorando il lato più oscuro di Harley. In fondo è questa la natura del personaggio: esteriormente si tiene sempre allegra e frizzante perché dentro ha un'anima nerissima, e questi due lati di lei sono in costante lotta. È un equilibrio instabile, nel film tutti gli altri personaggi sono piuttosto seri, in molte scene è paradossalmente lei a dover tirar fuori il lato più leggero delle situazioni».
Quali ricerche hai fatto per capirne lo stato mentale deviato?
«Mi sono concentrata sulle tendenze schizofreniche e sulla bipolarità. Prima di essere una criminale era una psichiatra, quindi sa di essere instabile e sa come controllare i suoi impulsi, o scatenarli a seconda delle necessità. Non volevo che le due personalità fossero totalmente differenti, dovevano esserci delle connessioni: solo in questo modo, poi, potevo rendere le differenze ancora più drammatiche. Si prova maggiore empatia per Harley se si intravede dietro la maschera anche la donna e i suoi traumi. In realtà è l'amore che l'ha resa quello che è: anche se lei cerca di razionalizzare il suo rapporto con il Joker, la loro storia è altamente drammatica. Romantica sì, ma in un modo tutto suo».
Parlami di questa folle storia d'amore.
«La loro relazione è terrificante, basata prima di tutto sulla violenza, ma a livello cinematografico è spettacolare. Per una questione di tempi e sceneggiatura Jared non è stato molto sul set insieme a tutti noi, il che personalmente è stato un bene perché sarebbe stato davvero troppo intenso: averlo intorno ogni tanto è stato più che abbastanza. Chi non c'era non potrà mai capire il livello di pressione e di connessione che Jared ha sviluppato con il suo personaggio...».

Ecco un estratto dell'intervista a Roland Emmerich realizzata da Elisa Leonelli e pubblicata su Best Movie di agosto

Possiamo dire che c anche un po' di politica nei tuoi film, o sarebbe eccessivo?
«Ogni volta che faccio un film mi chiedo: cos che mi permetterà di connettermi davvero col pubblico? Come posso fare per intrattenere ma dire anche qualcosa del mondo in cui viviamo? Ogni mattina quando leggo i giornali mi rendo conto di quanto il mondo sia disunito in termini politici e religiosi, e la cosa interessante di questo film è proprio che racconta di giovani cresciuti in un mondo unito, perché attaccato da una minaccia esterna».
Tra l'altro mentre nel primo film il presidente era un uomo, lo interpretava Bill Pullman, ora è una donna, Sela Ward. Secondo te, avremo una presidente donna anche nella realtà?
«Beh, non è un segreto che io abbia organizzato due eventi di raccolta fondi per la sua campagna (si riferisce a Hillary Clinton, ndr), sono un suo sostenitore. Tra l'altro i miei film sono ottimi profeti: in 2012 il presidente era un uomo di colore».

Hai scelto Liam Hemsworth dopo averlo visto nella saga di Hunger Games?
«Anche. Però lì interpretava un personaggio pensieroso, tendenzialmente calmo, qui invece invece fa il saputello, uno a cui piacciono gli scherzi e che non prende niente troppo sul serio».
Perché di solito nei film di fantascienza gli alieni sono quasi sempre ostili?
«Guarda, a Hollywood siamo molto veloci a creare stereotipi razziali, e finisce sempre che qualcuno ne resta colpito negativamente, quindi utilizzare gli alieni è molto rilassante per me, perché sono sicuro che non sto offendendo nessuno, nemmeno involontariamente Penso sia anche la ragione del successo del primo film: chiunque poteva empatizzare con i protagonisti, sentirsi dalla stessa parte».

Best Movie di agosto 2016 è in edicola dal 29 luglio.
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