Pio, Lea e Vera, si recano tutti gli anni al mega concerto che si tiene in piazza San Giovanni il Primo Maggio: la Festa dei Lavoratori.
Ma Pio, Lea e Vera festeggiano tutto l'anno. Sperano sempre che l'anno che verrà, porti gioiose novità.
Si ripetono: "Vedrai che il prossimo sarà quello buono". Qualcosa cambierà nel loro futuro, chi lo sa.
Per ora si godono un concerto (gratuito), dove tanti come loro, accorrono da tutta Italia.
Allora la sera che precede il concerto, complice la mite stagione, vedi spuntare tende come funghi, e piccoli falò come lucciole, di fronte alla Basilica più rivoluzionaria della città.
Ne ha viste tante nel corso della sua esistenza.
Ah! Se potesse raccontarci tutte le sue storie.
Dapprima ha sfrattato legioni di romani, depurando l'area, che all'epoca era immersa nella campagna.
Poi è stata presidiata dai vari papi che si sono susseguiti nel corso dei secoli, con tutte le loro incredibili storie di santità.. ma anche di mondanità.
Finchè un giorno, la Basilica si vide essere invasa da una folla infinita di giovani urlatori, che non è ancora riuscita a scacciare.
Eppur con le legioni fu più facile.
Pio, Lea e Vera, arrivano di buon ora, come conviene ai romani.
Alle 12 mettono piede nell'area circostante, chiusa al traffico, avanzando a rilento tra chi intanto, bivacca e ride e gioca, aspettando che la musica si insinui tra le strade di Roma.
Le prime file son già tutte affollatissime, e sarebbe un suicidio provare ad oltrepassare quel nugolo di ragazzi, che dalla notte precedente, avevano per l'appunto, prenotato il posto.
I tre si avvicinano alle transenne laterali: luoghi che di solito inizialmente sono snobbati dai più, si rilevano poi, i posti più interessanti per poter beccare gli artisti che si esibiranno sul palco.
Pranzo al sacco, perché altro non si possono permettere, si guardano intorno, e come ogni anno, Pio si chiede come mai si ritrova sempre lì, in mezzo a tutta quella confusione, trascinato da quelle pazze delle sue amiche.
Eppure quando inizia la musica, tutto ha un altro sapore.
Non ci si accorge più dei ragazzi che nell'attesa fanno gavettoni di birra (quando va bene).
Non ci si accorge più delle coppiette che paiono incollate con il silicone (mentre malinconiche, Lea e Vera, con la mente pensano all'amore lontano che, a causa dell'aumento dei biglietti del treno, non possono raggiungere spesso).
C'è persino una coppietta di anziani, che sorridono e si tengono la mano, come se fosse il primo giorno insieme da innamorati.
Non ci si accorge più neanche di esser in bilico, perché la loro arte, non è ancor del tutto riconosciuta ai più.
"Che lavoro fai?", chiedono loro parenti e curiosi.
"Sono un fumettista.. o sono una scrittrice", ripetono i tre orgogliosi.
"Si ma, a parte questo, che lavoro fai?", ripetono incalzanti e non soddisfatti.
A quel punto, il sorriso scompare dal viso dei tre artisti, e se ne vanno a volte un po' amareggiati, a volte inkazzati, lasciando i più, alle loro ristrette vedute mentali.
Il bivacco prosegue, mentre artisti di strada inziano a far roteare corde, e si intrecciano con giocolieri colorati e sorridenti.
La noia inzia a serpeggiare.
"Ma quando inizia?", si ripetono sbadigliando.
Di tanto in tanto, si sente la folla urlare.
"Chi c'è sul palco?!".
Ma da laggiù, si vede a malapena il maxi schermo.
Quante volte avevano sognato di trovarsi proprio dall'altra parte delle transenne, scattando fotografie, intervistando gli ospiti, schizzando al volo qualche caricatura.
"Si, un giorno è da lì che lo vedrò il concerto".
C'è maggior fermento nelle prime file, e il palco si anima di tecnici, che dalla visuale dei tre paiono delle formiche.
"Sta per cominciare!", ed un boato fa tremare le fondamenta della Basilica: "Il più è fatto; tra poche ore tutto finirà", si ripete sconsolata.
Ma in fondo, tutto quel movimento le piace.
Molto meglio una festosa orda di giovani che noiosissimi comizi.
Si, perché la musica, da speranza e unisce i popoli.
"Ma andate a lavorare!", sbotta invece una signora, ancor più secolare della Basilica, che non riesce più a trovare la via per tornare a casa.

SaDiCa