"EAST END"

un film di
Skanf & Puccio



Cosa succede se due gemellini geek dirottano il segnale di un satellite militare supersegreto sullo stadio Olimpico per vedere "a scrocco" il derby Roma-Lazio? Sullo sfondo di una Capitale devastata dalla speculazione edilizia e dalla mala politica, Totti segnerà il goal della vita, i fantasmi cercheranno pace attraverso la vendetta, le gesta di un coraggioso astronauta brilleranno nel cosmo e… Nanni tornerà in sella alla sua Vespa. Tutto può succedere a East End!







NELLE SALE DAL 3 MAGGIO


Da mercoledì 3 maggio al cinema con Distribuzione Indipendente, "EAST END", irriverente film d'animazione scritto e diretto da Luca Scanferla e Giuseppe Squillaci, in arte Skanf & Puccio, prodotto da Ear Cinema e Galactus con la supervisione artistica e le animazioni di Canecane. Un'opera prima insolita e coraggiosa, un cartoon dai toni politicamente scorrettissimi che vede la luce dopo tre intensi anni di lavoro grazie all'entusiasmo e alla dedizione di un affiatato team creativo composto da talentuosi disegnatori, animatori, grafici, artisti digitali, musicisti (tra cui il mitico gruppo dei Superobots) e doppiatori.


Intervista a Giuseppe Squillaci e Luca Scanferla, in arte Skanf & Puccio.

"East End" è un film d'animazione, ma non un "semplice" cartone animato che narra le divertenti vicende -almeno a tratti- dei bambini dell'omonimo quartiere (East End) di Roma, ma anche il frutto della passione di un insieme di professionisti che hanno dato vita a questo progetto. Come nasce dunque l'idea di questo progetto? Come si sviluppa nel corso della sua realizzazione?
Su un primo disegno fatto su un tovagliolo da Puccio, Skanf ha cominciato a scrivere dei primi stralci di sceneggiatura.

L'idea era quella di sperimentare senza limiti e inventare un sistema di lavoro che ci permettesse di abbattere i tempi tra l'idea e la realizzazione.

Presso Canecane, il nostro studio di vfx e animazione, abbiamo cominciato a coinvolgere diversi artisti che con noi erano impiegati in varie produzioni.

Così con l'apporto di molti amici e colleghi è nato East End con la descrizione dei personaggi, i disegni e le bozze di ambientazione: in gergo la "bibbia" del progetto.

Questo documento ha viaggiato per un po' fino ad arrivare ad Andrea Iervolino, che tramite il gruppo Ambi ci ha presentato Ear cinema, una produzione spagnola.

Insieme abbiamo prodotto un promo di circa un minuto talmente convincente da decidere di proseguire l'avventura e lanciarci nella folle operazione di realizzare un film per il cinema.

Quali sono le figure principali per la realizzazione di un film d'animazione? E come mai avete scelto questo linguaggio visivo?

Cercavamo un modo di esprimere le nostre idee visive e raccontare storie superando i limiti imposti dai costi di un film: pochi ambienti, pochi personaggi.

Abbiamo così pensato di fare un cartone animato, dove tutto sommato disegnare l'interno di una cameretta costa più o meno come disegnare una astronave o l'ufficio del presidente alla Casa Bianca.

Inoltre avevamo realizzato alcune sigle e videoclip con un sistema di animazione molto semplice, questo ci ha suggerito l'idea che una sintesi dello stile ci avrebbe permesso di realizzare più o meno qualsiasi cosa.

Abbiamo così creato una serie di personaggi "modulari" dove bastava cambiare alcuni elementi, i vestiti, gli accessori per avere un nuovo personaggio.

Andrea Minella, il character designer, ha disegnato i personaggi, elevando allo stato dell'arte gli schizzi di Puccio mentre Paolo Maddaleni, il set designer, ha creato le ambientazioni e l'illuminazione del film.

Gianluca Greco invece ha lavorato a braccetto con i due registi Giuseppe Squillaci e Luca Scanferla, disegnando gli storyboard. A queste figure si sono aggiunti Matt Lyon, l'animation director di AIC la società canadese che ha realizzato le animazioni, Massimo Alberto Croce che ha montato il film partendo dai primi schizzi a matita, Andrea Malavasi che da subito a lavorato sul suono e Claudio Venditti che ha gestito le voci del film.

I musicisti Marco Dalla Chiesa, Alessandro Cagnizzi e Georges Pascal Marchese, i Game Zero.

Poi naturalmente tutti gli altri numerosi artisti che sono stati uno più prezioso dell'altro.

"East End" è la storia di due gemellini geek che cercano di vedere il derby Roma-Lazio dirottando un satellite militare, tra l'altro segreto. Una storia nella storia, nella quale si intrecciano le vicende dei bambini e degli adulti, mentre sullo sfondo vi è la città di Roma con tutti i suoi problemi. Qual è la visione dei bambini sulla città? E come si pongono gli adulti in questo lungometraggio?
Dalla cima della più alta delle Bertozzi Towers (tre palazzoni incompleti che ricordano molto da vicino alcuni quartieri del quadrante est di Roma) si intravede in lontananza il cupolone di S. Pietro.

La Roma monumentale infatti rimane sullo sfondo, al di là del grande raccordo anulare potrebbe esserci una qualsiasi altra capitale europea. Le vicende dei bambini sono caratterizzate dalla quotidiana apparente semplicità delle loro avventure, mentre gli adulti, egoisti o semplicemente inadeguati, stentano a fargli da guida.

Visionando il trailer del film, fanno capolino non solo il Capitano della AS Roma Francesco Totti, ma anche Papa Francesco e Joseph Aloisius Ratzinger, figure che sicuramente hanno una forte influenza sulla città. Quanto sono importanti per i piccoli protagonisti?
La nostra vita e quella dei bambini del film, è invasa quotidianamente da personaggi più o meno famosi, che si affacciano nelle nostre case dai televisori, appaiono nei manifesti per strada, negli smartphone e nei tablet, ci danno spesso informazioni contrastanti, ci accompagnano dappertutto alimentando i luoghi comuni.

Sono così presenti ma anche così lontani, tanto lontani che in effetti le loro storie sembrano non avere niente a che fare con quelle dei protagonisti del film.

Le vicende però, all'inizio così distanti si intrecceranno sempre di più fino a un finale esplosivo, dove tutti saranno indissolubilmente legati.

E veniamo ai bambini, i quali dovranno affrontare situazioni complicate, ma che sembrano avere gli "anticorpi" necessari per sopravvivere. Come nascono i piccoli personaggi? C'è qualche ispirazione in particolare? Quali sono i problemi che attanagliano i piccoli protagonisti?
Il lavoro sui bambini e sui loro caratteri è stata la parte più divertente e studiata del film.

Abbiamo lavorato per costruire un equilibrio di gruppo, dove il loro semplice essere "loro", genera spontaneamente nuove avventure: Leo è il bambino posato e saggio a cui si contrappone Lex, scatenato e rabbioso a causa dei suoi problemi familiari. Vittorio, bello e ricco, nasconde ai primi due un terribile segreto, mentre Camilla, una bambina decisa a tutto, è da sempre innamorata di lui.

I due gemelli, Michele e Gabriele progettano attrezzature per portare a Roma l'Aurora Boreale mentre Ugo, loro cugino, deve superare il trauma della morte della mamma e cerca in Domitilla, una deliziosa bambina fantasma, un modo di entrare in contatto con l'aldilà.

I bambini hanno la meravigliosa dote di affrontare la vita con ingenuità e speranza, di vivere molte esperienze per la prima volta. È così che affrontano le difficoltà, liberandosi attraverso l'amicizia dai legami e dai pregiudizi imposti dagli adulti, spesso più immaturi e inadatti alla vita di loro.

Appositamente per il film è stata inoltre composta la canzone dei Superobots "Tu sei amico mio", dove la voce storica di tante sigle dei cartoni animati degli anni '80, ovvero Douglas Meakin, accompagnerà i bambini di oggi in un nuovo ciclo di emozioni. Quali sono state le vostre riguardo questo brano e l'incontro con Douglas Meakin?
Eravamo in sala mix con Andrea Malavasi e Georges Pascal Marchese a lavorare i livelli audio della musica orchestrale, quando nel buio dello studio si affaccia Dougie, che con il suo inconfondibile accento inglese, chiedeva se fosse quella la sala dove lo aspettavano gli altri (i Superobots).

Quando abbiamo avuto la conferma che fosse lui, increduli, cresciuti con le loro canzoni e la sua voce, abbiamo cominciato a fantasticare di chiedergli di farci un pezzo per il film.

Incoraggiati da Andrea li abbiamo invitati a vedere il film, e …hanno accettato!

Abbiamo chiesto piccole cose da appassionati: che Dougie dicesse almeno una volta "tera!" invece di "terra!" – come nella sigla di Gordian – e un "tu-uuuuu" come in Jeeg.

Hanno scritto un testo bellissimo su un ritmo serrato e per finire ci hanno regalato un intro con un synth indiavolato, che non ha niente da invidiare alle loro sigle più famose.

Il film è stato presentato anche in alcuni festival, quali L'Aquila Film Festival 2015, Animation Day in Cannes 2016, La Città Incantata 2016, Trieste Science+Fiction 2016 e Monstra 2017| Lisbon Animated Film Festival. La sua uscita nelle sale cinematografiche sarà invece il 3 maggio 2017. Come il pubblico e gli addetti ai lavori hanno accolto il film? E come pensate che reagirà il grande pubblico delle sale italiane?
Il film ha viaggiato tanto ed è cresciuto molto in questo percorso, accogliendo le indicazioni che man mano arrivavano dalle proiezioni "work in progress" e dagli incontri con il pubblico: avere più tempo è stato un fattore a favore e d'altronde per un film indipendente, la parte più delicata è proprio la distribuzione, che specialmente in Italia è molto legata alle produzioni più blasonate, un cartone animato, non rivolto ai più piccoli, è oltretutto considerato un rischio, in un periodo in cui gli incassi vanno tutti nella stessa direzione.

Qual è, secondo voi, lo stato di salute dell'animazione italiana?
L'unico committente italiano è la RAI, che svolge un eccellente lavoro verso i più piccoli, ma non può certo dare spazio a tutti gli studi, specie se i contenuti non sono allineati alla sua linea editoriale.

In questo modo l'offerta al pubblico e la creatività si schiacciano sui parametri imposti dalla televisione pubblica, e ci si ritrova a contendersi tutti lo stesso spazio senza poter crescere.

Quali altri appuntamenti ci saranno, prima dell'uscita ufficiale del film? Sono in programma anche presentazioni presso altri festival? O magari presso fiere del fumetto dove vi è spazio anche per il cinema?
Dovevamo andare a Cartoons on the Bay, dove eravamo stati invitati, ma alcune scene del film in cui sono rappresentati i due Papi e Berlusconi hanno creato un po' di scompiglio editoriale e alla fine la prudenza ha vinto sulla satira.

Siamo stati al Romics, dove abbiamo lanciato un bel contest di disegno, ospiti della Scuola Romana dei Fumetti (hanno lavorato al film due docenti e alcuni ex-studenti) e probabilmente andremo al Comicon di Napoli; il contest di disegno invece continuerà sulla nostra pagina Facebook (eastendfilm) e si potranno vincere gadget unici e biglietti per la prima.

Uscito "East End", pensate di preparare un nuovo progetto animato? O state pensando di realizzare altro?
Stiamo lavorando alla preparazione della serie Tv di East End, abbiamo già trovato dei partner internazionali e ne cerchiamo in Italia.

Abbiamo un altro progetto top-secret sempre di animazione, ma anche l'attrazione per il cinema tradizionale è molto forte.

Un appello ai genitori e ai bambini di Roma (ma non solo): perché dovrebbero andare al cinema a vedere "East End"?
Il film si rivolge ai teenager e agli adulti. I bambini più grandi, accompagnati da genitori consapevoli, possono trovare un modo divertente per interpretare quello che la realtà propone tutti i giorni, offrendo attraverso la comicità un'opportunità di discussione critica su certi argomenti che vengono lasciati scivolare nella vita dei più piccoli senza essere affrontati sul piano emotivo e senza essere spiegati: il terrorismo, la religione, gli estremismi di ogni genere, la diversità, sono sempre lì a interrogarci tutti.

I bambini di East End, ribaltando ogni luogo comune, ci ricordano che ci dobbiamo ancora porre qualche domanda.