Altri fumetti
, il saggio di Matteo Gaspari, ci porta nel mondo dell’immagine ma soprattutto in quello della narrazione, accostando e rivisitando le opere dei migliori autori contemporanei, da Chris Ware a Tommi Parrish, Art Spiegelman, Gipi e le cugine Jillian e Mariko Tamaki.

In un viaggio denso di riferimenti visivi e letterari, che spaziano da Italo Calvino a Mad Man, Matteo Gaspari, partendo dall’onnipresenza del graphic novel nell’attuale grammatica concettuale e visiva, si spinge in un’analisi della nostra capacità di leggere immagini e testi, smontando luoghi comuni, svelando pigrizie e accompagnandoci nei mille registri possibili nel montaggio di parole e disegni.

In questa intervista a Matteo Gaspari, scopriamo di più su questo saggio.


SDC - Altri Fumetti, incursioni oltre il graphic novel è il tuo primo libro. Come nasce l'idea di questo volume?
Matteo Gaspari - Lavoro nel fumetto, a vario titolo, ormai da qualche tempo e, da un certo punto in avanti, ho cominciato a soffrire nel vedere una sorta di appiattimento.

Nel senso che mi sembrava in certi ambienti si leggessero solo certi fumetti, o almeno certi tipi di fumetto (il graphic novel appunto).

La collaborazione con la rivista di critica culturale e filosofica «Tropico del Cancro» mi ha dato la possibilità di scrivere degli interventi, che poi sarebbero confluiti in questo libro, il cui intento era un po’ dire “sì ok il graphic novel, ma il fumetto è anche tanto altro. Per esempio…”.

SDC - In un viaggio ricco di riferimenti visivi e letterari, nel libro si analizza inoltre la capacità di leggere immagini e testi, smontando luoghi comuni, svelando pigrizie, accompagnando il lettore nei mille registri possibili nel montaggio di parole e disegni. Qual è dunque la chiave di lettura a disposizione dei lettori per meglio comprendere l'opera graphic novel?
Matteo Gaspari - Eh, se avessimo la chiave avremmo risolto tutti i problemi dell’editoria a fumetti!

Battute a parte.

Il fumetto, di cui il graphic novel è un sottoinsieme proprio, è un linguaggio complicato.

Ne scrivo un po’ nel libro ma chi come noi frequenta questo mondo lo sa già: ci sono i disegni, i testi, testi che a loro volta hanno una componente visiva, e poi disegni e testi interagiscono tra loro, e poi la sequenza, la regia della tavola… Se non si è abituate e abituati, leggere un fumetto è una gran fatica. Ed è una fatica snervante, perché fin da bimbe e bimbi ci ripetono (sempre meno, per fortuna) che i fumetti sono una cosa semplice per chi non ha voglia di leggere i libri veri.

Tanto fumetto contemporaneo, se non lo sappiamo leggere o se non decidiamo di farla quella fatica, può sembrare incomprensibile, astruso, senza senso.

O viceversa iper-superficiale, però perché siamo noi a perderci le finezze. Ecco, se c’è una chiave credo che sia fare quella fatica finché non ci si abitua, finché non si impara a leggere, così poi diventa via via meno faticoso.

SDC - Negli ultimi anni i fumetti hanno visto una rinascita esponenziale, contaminando ad esempio il cinema e più semplicemente anche il viver quotidiano. Quanto è rilevante il graphic novel nel linguaggio odierno e viceversa?
Matteo Gaspari - Dobbiamo prima di tutto chiarire una cosa, anche se sulla definizione di graphic novel non è mai d’accordo nessuno.

Il fumetto è un linguaggio con il quale si possono fare tante cose, tra cui il graphic novel. Che sono quei fumetti fatti a forma di libro e che si vendono (o si potrebbero vendere) in libreria.

Ecco, dire quanto sia centrale il graphic novel nel panorama culturale contemporaneo non è mica facile.

Sicuramente ha dato legittimità a un linguaggio che viveva sotto una serie di pregiudizi, e sicuramente alcuni autori (purtroppo soprattutto autori, siamo ancora indietro su questo fronte) hanno fatto breccia nell’immaginario collettivo.

Però non dobbiamo dimenticare che poi i fumetti che vendono, quelli davvero tanto letti, sono altri: Bonelli in primis, e poi manga e supereroi, sempre più webtoons.

Proprio quelli che un certo mondo, forse un po’ snob, non legge e ai quali volevo in parte dedicare questo libro.


SDC - Analizzando alcune opere dei migliori fumettisti degli ultimi anni, cosa emerge dal mondo della nona arte?
Matteo Gaspari - Qui mi ricollego alle domande precedenti. 

Il graphic novel ha avuto in primo luogo un effetto di legittimità sul fumetto, e poi l’ha fatto arrivare a un pubblico nuovo: quello delle lettrici e dei lettori delle librerie che si sono trovate e trovati per le mani un mondo magari sconosciuto.

In altre parole, un sacco di gente ha cominciato a prendere sul serio il fumetto e a volerne ancora.

Il mercato colto l’occasione e ha risposto, così ora ci troviamo con una produzione smisurata. Il che è anche un problema eh, ma soprattutto è un’opportunità: mai come ora si è pubblicato così tanto, mai come ora sono stati prodotti così tanti fumetti diversi, scritti e disegnati da persone diverse, da (quasi) ogni parte del mondo, con esperienze e gusti personali tra i più disparati.

Quello che emerge quindi direi che è soprattutto questo: tanta, tantissima varietà. C’è la sperimentazione e il mainstream, l’underground e il pop, il consolatorio e lo scioccante, il serio e l’intrattenimento spicciolo.

Orientarsi nella varietà può non essere facile, e c’è tanto lavoro da fare per distinguere la qualità dalla porcheria, ma what a time to be alive! 


SDC - Quanto è cambiata l’idea di graphic novel con l’avvento dei social network? Siamo ancora aggrappati all’oggetto libro? O stiamo lasciando le pagine andare via?
Matteo Gaspari - Nah. Il fumetto, più di altri linguaggi, non è insensibile ai cambi di supporto e formato.

E non è una questione di feticismo per la carta: una pagina a fumetti è fatta in un modo, è pensata perché venga letta nelle sue parti che sono a loro volta disposte in un insieme che ci investe quando giriamo pagina…

È poco traducibile, e particolarmente scomodo da fruire su supporti digitali, magari portatili, dove devi continuamente zoommare e andare avanti e indietro.

Dopo un primo periodo di sperimentazione con il webcomic, che sarebbe un fumetto pensato per la fruizione digitale (con tutto quello che ne consegue: scrolling infinito, interattività, animazione, effetti sonori…), sta via via prendendo piede il webtoon, che sono sempre fumetti ma pensati e scritti per la lettura su device.

Lì c’è tutto un mondo da esplorare e, se dovessi scommettere, direi che poco alla volta i webtoon diventeranno una cosa a parte, sfruttando appieno le potenzialità dei dispositivi su cui si leggono.

Allora avremo i fumetti di carta, che saranno fatti in un modo, e i webtoon, loro parenti ma che non saranno la stessa cosa.

SDC - Quali sono gli autori che analizzi nel tuo volume?
Matteo Gaspari - Proprio per l’intenzione alla base del libro ho cercato il più possibile di spaziare, pur senza cedere a fare dei ritratti d’autore veri e propri.

Per cui incontriamo, giusto per fare degli esempi, i bonelliani Alessandro Bilotta, Luca Enoch e Stefano Vietti; Inio Asano e Mark Millar per le serie; i “nostrani” Alice Socal, Marino Neri, Fulvio Risuleo e Francesco Pronostico; l’eleganza di Linnea Sterte e Will McPhail; gli sperimentalisti Elanor Davis e Jason Shiga e Nick Sousanis… E un botto di altri, ma non voglio dilungarmi oltre.

Diciamo che mi piacerebbe se questo libro diventasse anche occasione di scoperta!

SDC - La realtà italiana come ti sembra? Qual è secondo te il Paese ideale dove sfornare storie e balloons?
Matteo Gaspari - La realtà italiana è una realtà un po’… difficile.

Siamo un Paese che legge poco, e che quindi spende poco in libri. E i fumetti in generale vendono (di media) meno dei romanzi per cui…

C’è molto spazio, e ci sono tante realtà che lavorano bene e che credono in quello che fanno. Ma è tosta. Anche perché, come si diceva poco fa, c’è molta produzione e quindi molta concorrenza.

Non che altrove sia più facile: ogni luogo ha le sue problematicità. Per fare il democristiano direi che il Paese ideale non c’è perché si tratta, alla fine, di fare delle belle storie che sappiano trovarsi o costruirsi il loro posto.

Poi certo, alcuni posti sono più ideali di altri. Per esempio non avere le bombe che ti cadono in testa aiuta.

SDC - Ci saranno prossimamente eventi per incontrare i lettori?
Matteo Gaspari - Ah, spero proprio di sì! Non so quanto ci sia di stabilito ancora, ma da inizio estate comincerò a girare il più possibile: scrivere è un lavoro solitario ed è bello pensare di incontrare, finalmente, delle persone!


 MATTEO GASPARI
ALTRI FUMETTI
Incursioni oltre il graphic novel
pagine: 330
prezzo: 20 €
Illustrazione: Tom Gauld
dal 31 maggio in libreria


MATTEO GASPARI è laureato in Astrofisica e Cosmologia all’università di Bologna. Ha lavorato all’organizzazione di BilBOlbul, collabora con l’associazione Hamelin a progetti di formazione e promozione della lettura del fumetto e del videogioco; scrive per «gli Asini», «The Comics Journal» e «Blow Up». Ha tradotto e letterato Un mondo nuovo di Chris Reynolds (Tunué) e La bugia e come l’abbiamo raccontata di Tommi Parrish (Diabolo Edizioni). Dal 2021 cura la collana Fumetti di add editore. Altri fumetti è il suo primo libro.