Zack Snyder - Into the Snyderverse»  è il nuovo libro di Filippo Rossi, edito da Edizioni NPE.

Questo saggio esplora l'universo cinematografico di Zack Snyder, prendendo in esame ad esempio L'Alba dei morti viventi, Batman vs Superman, 300 e molto altro ancora.

Un volume ricco anche di curiosità e di un'arringa dell'autore: Zack Snyder è " Il regista più sottovalutato dell'universo?"

In questa intervista a Filippo Rossi, scopriamo di più su questo volume.



SDC - Il saggio «Zack Snyder - Into the Snyderverse» è il tuo ultimo libro, dedicato (come si può intuire dal titolo) al regista Zack Snyder. Come nasce l'idea di questo libro?
Filippo Rossi - La scintilla avviene alle cinque del pomeriggio di venerdì 9 aprile 2021: si tratta di un infastidito, per quanto educato, scambio pubblico su Facebook con il critico cinematografico e fumettaro Andrea Guglielmino, in occasione di un suo attacco al senso del film, allora appena uscito, "Zack Snyder's Justice League". 

Ne restai francamente inorridito. Quel rimpallo di messaggi in difesa di opera e regista mi ha spinto, in un flash mentale che ho subito considerato una vocazione religiosa, a proporre l'idea di questo saggio alle care Edizioni NPE - che hanno accettato subito e che ringrazio con trasporto. 

È quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso delle polemiche, in pratica anni e anni di scontri personali con sarcastici criticinefili engagé e fumettari—so—tutto—mì à la page che continuano, imperterriti, ad affossare in terreno sconsacrato quel brav'uomo di Snyder
Sono insigni professionisti del cinema e del fumetto che, non appena s'inizia a sussurrare il nome maledetto "Zack Sn—", fumano letali vapori di Kryptonite dalle narici e sbarrano gli occhi tipo morti viventi affamati di carne umana.


SDC  - Come è strutturato il saggio?
Filippo Rossi - Ogni capitolo è dedicato all'analisi di ciascuna pellicola della filmografia del regista, affrontata in preciso ordine cronologico. 

La veste diventa inevitabilmente quella di un coming of age: Nascita con i morti, Infanzia con gli spartani, Scuola con Rorschach, Maturità con Clark Kent, eccetera. 

La ricostruzione della carriera di Zack Snyder si lega com'è ovvio all'esperienza di vita, si connette a frammenti significativi di una biografia sofferta.
 


SDC - Quali sono i film presi in esame e che rappresentano al meglio l'universo di Zack Snyder?

Filippo Rossi - Le opere prese in esame sono tutte: regie di film, video musicali, cortometraggi, ma anche produzioni, scritture, collaborazioni. 

I film che a mio parere rappresentano l'intimità del regista sono tre: "Watchmen" per la rielaborazione personale del sacro materiale, "Sucker Punch" per la sincerità autoriale e "Man of Steel" per la rivoluzione poetica nel popolarissimo genere supereroi.


SDC - Quando pronunciamo il nome di Zack Snyder possiamo avere in mente un determinato tipo di film o invece è sempre una nuova scoperta?

Filippo Rossi - Da un lato sono diversi gli elementi ricorrenti che enumero, sviscerandoli come parti fondamentali del Snyderismo (ne cito tre: le donne protagoniste, l'uso dell'obiettivo della cinepresa, il fantasy); ma è giusto affermare che ogni film di Zack Snyder è diverso dal precedente, in un crescendo continuo di idee nuove, sia espressive che di contenuto. 

Il movimento per Snyder è tutto, chi sta fermo muore.


SDC - Tanti i film dedicati al mondo dei fumetti. Ce n'è uno in particolare che dovremmo prendere in esame per la sua visione cinematografica?
Filippo Rossi - Due: "300", nel quale l'ancora giovane Zack Snyder affronta un'opera complessa del grande fumettista americano Frank Miller e la riverisce come mai fatto prima nel medium, senza mancare di aggiungere le inevitabili ma coerenti variazioni autoriali; quindi il più recente "Zack Snyder's Justice League", un director's cut soffertissimo che è anche fluviale capolavoro assoluto del genere supereroi dei comic book, definitivo per ambizione linguistica, gestione dei personaggi, portata dell'immaginario e controllo dell'argomento.


SDC - Non solo supereroi, ma anche zombie. Quanto ci si diverte nel realizzare un film a tema?
Filippo Rossi - Gli zombi sono le figure decisive dell'horror cinematografico contemporaneo - come ad esempio lo furono i vampiri letterari un secolo fa, o prima ancora le tradizionali streghe. Il loro universo simbolico è raffinato, da studiare se lo si vuole omaggiare nel modo giusto. 

Snyder si diverte a variare gli amati zombi lenti e inesorabili di George Romero, immagine del consumismo, in nuovi zombi ipercinetici, che diventano immagine del terrorismo globale. 

Ne conferma quindi l'adattabilità assoluta.


SDC - Quali sono le novità che Snyder apporta al cinema contemporaneo? Quali riferimenti invece al cinema degli anni passati? (se ve ne sono)
Filippo Rossi - Snyder è uno studioso di cinema. 

Maestri del passato e film classici di riferimento sono numerosi, nel libro li enumero cercandone i legami più intimi con la sua produzione. Molti li ha ammessi lui per primo in varie interviste, non facendo mistero della cultura che lo muove e, così, promuovendo capisaldi alle generazioni più giovani che lo venerano. 

Il tratto distintivo che rende Snyder decisivo per il cinema di oggi l'ho rintracciato nella manipolazione del tempo filmico, accelerato o rallentato, zoommato nel dettaglio o allargato a dismisura, fino a essere congelato in innaturali immagini statiche; ma che si fa anche manipolazione di ambienti scenografici, cromatismi, corpi attoriali, ritmi narrativi. 

Un tipo di esercizio temporale che il regista trae direttamente dalla scansione di vignette e tavole, dalle inquadrature o dalle esagerazioni grafiche tipiche del fumetto.
 


SDC - Uno dei tuoi capitoli si intitola "Il regista più sottovalutato dell'universo". Come mai secondo te Snyder è sottovalutato, rispetto a nomi più blasonati?
Filippo Rossi - L'intero libro è non solo una difesa di Zack Snyder nel tribunale del cinema popolare, presso il quale è troppo spesso messo sotto accusa per supposta superficialità e/o volgare muscolarità; ma è anche un feroce atto di accusa nei confronti di chi si ostina a ricercare opere facili nell'arte e, quindi, a tacciare di cialtroneria l'opera complessa che, in ultima analisi, non ha voglia di capire. 

Snyder sforna opere sempre più cerebrali e raffinate: è ora di urlarlo nella silenziosa e polverosa cattedrale della cultura moderna. 

Questa figura di regista esiste per scardinare il già visto sul grande schermo, serve da parte nostra fare lo stesso nel nostro campo… se lo si ama davvero.


SDC - A quali pellicole sta lavorando Snyder in questo momento?
Filippo Rossi - Di certo, ai sequel di "Rebel Moon – Part One: A Child of Fire" e "Army of the Dead". 

Si spera, ai leggendari tre sequel del suo "Zack Snyder's Justice League" dedicato agli eroi dei fumetti DC Comics e parte integrante del mitologico Snyderverse, il suo "Signore degli Anelli supereroico".


SDC - Quali sono le imminenti pellicole che vedremo di Zack Snyder?
Filippo Rossi - "Rebel Moon" è un franchise che inizia con un film in due parti, la prima appena uscita. Il sequel, "Rebel Moon – Part Two: The Scargiver", è previsto per il 19 aprile 2024 su Netflix. 

È in corso lo sviluppo di ulteriori episodi della storia, con la sceneggiatura del terzo film in lavorazione dal dicembre 2023. 

I piani esatti di Snyder per la durata della serie non sono chiari. Ha confermato che il primo episodio è parte di una trilogia, ma anche che sarà seguito da una "trilogia di sequel", ossia quattro o cinque opere in totale.


SDC - Ci sono eventi o presentazioni col pubblico per raccontare di questo libro e dell'universo di Snyder?
Filippo Rossi - Qui a Trieste presenterò presto il libro in collaborazione con La Cappella Underground, organizzatrice dell'importante Trieste Science + Fiction Festival.




Titolo: Zack Snyder – Into the Snyderverse
Autore: Filippo Rossi
Collana: Saggistica e Narrativa
Numero in collana: 43
Formato volume: 14,8x21, brossura con alette, bianco e nero, pag. 432
ISBN9788836272068
Prezzo:   € 17,90