Tommaso Vitiello racconta come nasce il progetto de I Gallagher, webcomic pubblicato sulla piattaforma Tacotoon. La storia è creata da Vitiello con Giovanni Preziosi e Michele Monte.

I Gallagher erano la famiglia di supereroi più potente del pianeta.
Sotto lo sguardo di Mary, madre e capo del gruppo, quattro fratelli affrontavano le minacce più assurde e i nemici più incredibili. Poi, diciotto anni fa, Mary si è ammalata e la famiglia ha perso quella coesione che la rendeva invincibile. Ora, dopo un lutto atteso e una riunione forzata, qualcuno trama nell'ombra. Ma, nel frattempo, I Gallagher sono tornati! 

Su Tacotoon è possibile leggere tutta la serie e alcuni episodi sono free, per farvi addentrare nel loro mondo.

Scopriamo insieme a Tommaso Vitiello come nasce questo progetto fumettoso.

SDC - I Gallagher è il tuo progetto web fumettoso, creato assieme a Giovanni Preziosi e Michele Monte, giunto alla seconda stagione. Come nasce questo progetto?
Tommaso Vitiello - I Gallagher è un progetto che nasce molti anni prima della pubblicazione, dalla richiesta di un disegnatore che mi chiese di scrivergli qualcosa che fosse simile ad Umbrella Academy di Gerard Way. Non ho mai negato che l'ispirazione fosse palese e le prime pagine del primo capitolo sono un chiaro omaggio alla serie edita dalla Dark Horse.

Ma come capita con molti progetti, quella storia si arenò finendo in un cassetto sepolta da altre decine di idee che in quel momento storico della mia vita mi sembravano più fattive. Era il periodo in cui stavo iniziando a pubblicare con le major italiane e quindi avevo messo da parte tutto quello che in quel momento mi sembrava poco vendibile in favore di progetti che si adattavano meglio a quel momento storico (editorialmente parlando).

Però come capita nella mente di molti scrittori, non si abbandona mai un progetto veramente, ma spesso si continua a lavorarci con il retro del cervello: ogni tanto ti viene un'idea, te l'appunti e poi continui a pensare ad altro, ma in maniera non cosciente il tuo cervello sta continuando a riflettere su quella storia, su come migliorarla e renderla come dovrebbe essere.

Così due anni dopo la prima nascita de I Gallagher, riprendo in mano quegli appunti, affidandoli alle matite di Luca Albanese. Quando prima parlavo di mercato e di momento storico adatto, intendo dire che spesso una buona idea non viene pubblicata perché in quel momento in libreria va ben altro. Ed evidentemente quello non era un buon periodo storico per un fumetto supereroistico di produzione italiana (nonostante stessero già spopolando sul grande schermo). I Gallagher furono messi nel cassetto per l'ennesima volta, con il rischio di non essere tirati fuori mai più.

Finché non venni a conoscenza della piattaforma Wilder, gestita da Jacopo Paliaga. Non avevo mai pensato di metterli sul web e all'epoca era tutto molto lontano dalle mie idee, ma ci provai. Non c'è niente di peggio per un autore quello di non riuscire a regalare (tra molte virgolette perché alla fine non si campa di gloria) la propria opera al pubblico.

Jacopo lesse i Gallagher e ne fu subito entusiasta, ma come nelle migliori storie sorse un altro inghippo: nel frattempo Luca Albanese aveva preso numerosi altri lavori e non poteva seguire la produzione di un altro progetto. Panico.

Finalmente i Gallagher potevano uscire, ma non c'era nessuno capace accompagnati di fronte al pubblico.

Venne in mio soccorso Michele Monte, caro amico e all'epoca colorista del progetto, e insieme ci mettemmo a cercare un nuovo disegnatore che potesse sostituire l'insostituibile Luca.

Trovammo così Giovanni Preziosi, che dello stile di Luca però non aveva nulla. Dove Luca era graffiante, cupo e intimista, Giovanni era comico quasi cartoonesco. Ma il suo stile funzionava, era molto molto interessante, soprattutto per permettermi di giocare di contrasto tra storia e disegni.

Così riadattai leggermente la storia per adattarla a Giovanni e con i suoi splendidi disegni e i colori di Michele Monte finalmente i Gallagher videro la luce sulla piattaforma web Wilder.

SDC - Protagonisti della tua serie dei Supereroi, con i loro difetti, fragilità ma anche forza di lottare e vivere. Un po' come facciamo tutti noi. Chi sono dunque per te I Gallagher?
TV - Potrei farti una lista lunghissima per risponderti a questa domanda. Soprattutto perché ogni membro de i Gallagher nasce da una serie di stratificazioni dovute ai vari modelli a cui mi sono ispirato durante le prime bozze della storia.

Innanzitutto i Gallagher sono i Beatles, o almeno hanno dei punti in comune con il gruppo di Liverpool. Come avrai notato ogni episodio è farcito di numerose citazioni musicali, e il fatto che i quattro fratelli protagonisti fossero ispirati a Lennon, McCartney, Harrison e Starr era per me un'altra citazione, ovviamente molto più nascosta.

Ma i Gallagher sono anche io. Le loro paure, i loro difetti e le loro fragilità sono esattamente le mie, divise però su quattro personaggi diversi. E anche se mi rispecchio in Thomas (ovviamente), non sono molto lontano da Gloria, JJ o Courtney.

Poi i Gallagher sono mio fratello e le mie sorelle. Sono una versione esagerata di come vedo loro, il nostro rapporto, il rapporto con i nostri genitori e con il resto della famiglia in generale.

E infine i Gallagher siamo un po' tutti quanti. Credo e spero di essere riuscito a raccontare nella maniera più pop possibile un disagio e una difficoltà che è tutta di quelli della nostra generazione: quella di essere costretti a prenderci delle responsabilità che spesso ci sembrano molto più grandi di noi. Per poi scoprire che quello che sembra un masso enorme è soltanto una sagoma di cartone.

SDC - La prima stagione, molto apprezzata da pubblico e critica, vince nel 2019 il premio Boscarato. Un incentivo per continuare nella tua impresa. Te lo aspettavi? Cosa è accaduto successivamente?
TV - Se me lo aspettavo? Direi decisamente no.

Ti racconto soltanto un aneddoto per farti capire quanto la cosa ci sorprese. Durante quel caldissimo Settembre del 2019 in cui vennero annunciati i vincitori del premio Boscarato, io non ero a Treviso nella sala in fervida attesa, ma a casa mia, sudato e in mutande a cercare di rifare un cambio di stagione che purtroppo avevo anticipato troppo speranzoso di un freddo autunnale che ci avrebbe messo ancora mesi ad arrivare.

Il computer era acceso sulla diretta streaming, ma eravamo in lizza con nomi molto grossi e eravamo sicuri che alla fine avrebbe vinto qualcuno di quei nomi. Quando furono annunciati i Gallagher io scattai verso il computer, il cellulare iniziò a squillare. Era Michele che mi diceva che avevamo vinto, anche lui completamente sorpreso dalla cosa (Giovanni invece non si sorprende mai di nulla).

Il premio fisico non l'abbiamo mai ritirato e sebbene mi dispiaccia non avere la statuetta sulla mensola al fianco di peluches di dinosauri, confesso che l'importante è avere avuto quel riconoscimento.

Riconoscimento che poi mi ha valso la possibilità di scrivere la seconda stagione e pubblicarla su Tacotoon. Infatti, due anni dopo fu proprio Dario Sicchio, editor di Tacotoon, a chiedermi di continuare quello che era stato un piccolo successo.

Ed è inutile dirti che io ero ben felice di farlo.

SDC - Il tuo webcomic si può leggere sull'app Tacotoon, realizzata appositamente per la lettura dei webcomics.Ho trovato la lettura molto agevole. Come mai hai scelto questo approccio al digitale?
TV - Come ho già detto, l'approccio al digitale è arrivato un po' per caso, dopo aver ottenuto un rifiuto da un po' di editori, mi ero reso conto che c'erano più possibilità oltre quella cartacea. Per un periodo avevo già pubblicato sul web, su una piattaforma che si chiamava Verticalismi.

Quando venni a conoscenza della piattaforma Wilder e soprattutto del catalogo estremamente pop e di chiara ispirazione americana, decisi di provarci. E poi dal quel momento i Gallagher sono rimasti sul web, forse il luogo a cui appartengono di più. E la cosa non mi dispiace per niente.

SDC - Nonostante la lettura agevole, i fumetti digitali spesso non sono molto tenuti in considerazione dai lettori. Come te lo spieghi? O la situazione pian piano sta cambiando?
TV - Ti rigiro la domanda in maniera diversa: da quali lettori i fumetti digitali non vengono presi in considerazione?

La questione è spinosa e avrebbe bisogno di pagine e pagine di analisi complesse per permettere di avere una risposta esauriente. Però posso darti il mio punto di vista.

Il mercato mondiale dei webcomics (e di tutto quello che ci gira intorno) ha attualmente un valore di circa 370 milioni di dollari, direi quindi che qualcuno 'sti fumetti digitali li legge, il problema è capire chi.

Sicuramente non sono quelli della mia età, cresciuti a pane e collezionismo. Per noi avere l'oggetto fisico è più importante del fumetto stesso, e l'impossibilità di stringere il un volume cartaceo tra le mani fa storcere il naso, per questo che poi ci troviamo con le librerie e i garage strasbordanti di libri di ogni genere.

Sicuramente i webtoon non vengono letti da quelli più generazione X perché spesso hanno un rapporto con il digitale che dire conflittuale è dire poco.

Rimane quindi disponibile una sola generazione: la Z. Ragazzi che spesso vanno ancora al liceo o alle medie e non spendono i soldi in un volume da 25€, a cui interessano le storie colorate e pop e poco si interessano ai fumetti intimisti, è la generazione che ha provocato il boom dei manga e degli anime durante la quarantena, ed è la generazione che viene considerata essere nativa digitale.

Ma è anche la generazione che viene abbandonata troppo spesso dal mercato fumettistico di produzione italiana, credo perché effettivamente siano senza portafoglio e quindi poco remunerativi in termini di vendite. Errore fondamentale dal mio punto di vista per due ordini di motivi: il primo è che non dobbiamo dimenticare che il fumetto nasce per un pubblico giovane e non per gli adulti e dimenticare da dove si è partiti porta inevitabilmente a catastrofi di proporzioni bibliche, la seconda è che se non si forma la nuova generazione di lettori significa che tra 10-.15 anni il numero di quelli che comprano fumetti made in Italy si ridurrà in maniera netta, con il rischio di far crollare su se stesso numerose case editrici.

Ecco: mi sono dilungato.

Riassumo il finale della discussione: le nuove generazioni leggono online, principalmente roba proveniente dal mercato orientale dei Webtoons, ma credo che lentamente la situazione stia cambiando, anche attraverso app come Tacotoon che cercano di avere un catalogo internazionale ma che non disdegnano produzioni completamente italiane.


SDC - Cosa vorresti dire ai nostri lettori per incentivare e sostenere gli autori di fumetti digitali?
TV -
La metto semplicemente sulla questione economica. In questo momento ho davanti a me un albo a fumetti di 128 pagine dal costo di 16 euro. Su una app come Tacotoon allo stesso prezzo si possono leggere più di 1800 pagine. Mi sembra che il rapporto sia leggermente diverso, e sicuramente più conveniente sul digitale.

Se interessa la storia e i disegni, il digitale è sicuramente un'alternativa più economica. Senza contare ovviamente che il linguaggio di un webcomics è leggermente diverso da quello di un fumetto normale.


SDC - Ci sarà una terza stagione de I Gallagher?
TV - A dicembre si chiuderà la seconda stagione e poi si vedrà. Le idee sono già in campo, ma non voglio anticipare nulla.

SDC - Stai lavorando a qualche altro progetto di cui vuoi parlarci?
TV - Sono Napoletano e la scaramanzia fa parte della mia natura, anche se spesso dico di non crederci, di solito tendo a non parlare dei nuovi progetti finché non vengono annunciati ufficialmente.

Quindi: sì, ci sono numerosi progetti in cantiere, ma mantengo il segreto...

SDC - In previsione delle nuove fiere, ci sono appuntamenti dove i lettori possono magari incontrarti e conoscere più da vicino i tuoi fumetti?
TV - Al momento sicuramente ad Aprile al Napoli Comicon, poi magari più avanti in altre fiere.

Poi sono una persona che va avanti a caffè e birre e mi piace parlare con le persone, quindi... perché aspettare una fiera per incontrarci?



Gli Autori
Tommaso Vitiello
Nato a Torre del Greco, esordisce nel campo dei fumetti con La casa delle meraviglie storia finalista al Lucca Project Contest del 2008. L'anno successivo si iscrive alla Scuola Italiana di Comix dove studia con professionisti del calibro di Sergio Brancato, Claudio Falco e Giuseppe de Nardo, e sempre grazie alla Scuola inizia la lunga collaborazione con il quotidiano Terra, che si conclude con l'assegnazione della menzione speciale al premio giornalistico Giancarlo Siani per la storia a fumetti sull'omicidio di Angelo Vassallo. Pubblica al;estero alcuni racconti a fumetti per bambini e inizia a collaborare con la torrese 10th Art, scrivendo trame e dialoghi per il settore videoludico. Dopo fumetti e videogiochi, sposta la scrittura nell'ambito teatrale portando in scena due suoi spettacoli che registrano un'ottima critica.

Entra a far parte del collettivo Artsteady e prende parte al progetto 47 Deadman Talking. Nel 2017 pubblica per Hazard Sarò quello che sono, fumetto sulla giovinezza di Rodolfo Valentino e porta avanti la collaborazione con la rivista letteraria Achab. Allo stesso tempo inizia a lavorare per la neonata Mac Edizioni nel ruolo di editor e firma il primo numero di Tales from Gomorraland, mentre per Giochi Uniti pubblica Deadland.

Michele Monte
Michele Monte (per gli amici Myk), classe '93, diplomato in Grafica Pubblicitaria, frequenta il corso di Fumetto presso la Scuola Internazionale di Comics e il corso di Colorazione Digitale presso la Scuola Italiana di Comix. Entra a far parte del collettivo partenopeo Artsteady come colorista e disegnatore. Lavora come fumettista, colorista e grafico pubblicitario per diversi studi e case editrici estere, tra cui la francese Glénat e l'americana Dynamite Entertainment. Cerca di fare fumetti da quando ricorda, non si vede a fare altro.

Geziosi Prevanni
Giovanni Preziosi (aka Geziosi Prevanni) è nato tra le verdi montagne dell'Irpinia, l'anno in cui sono morti Troisi, Bukowski e Karl Popper. Spera nella probabilità di essere la reincarnazione di uno dei tre. La leggenda vuole che la prima parola pronunciata da bambino fu "staedtler", mentre secondo un'altra leggenda la prima parola fu "fabercastell". Cresciuto tra i lavori dei giganti della Disney covando un'idolatria incondizionata per Cavazzano, studia fumetto alla Scuola Italiana di Comix e ha collaborato con la scuola a un fumetto di prevenzione sul melanoma. Non ha sogni nel cassetto perché è già pieno di studi e tavole preparatorie di progetti personali che chissà mai se vedranno la luce. E spera, prima di schiattare, di vedere l'uomo colonizzare Marte.