L'arte di allacciarsi le scarpe, di Alessandro Silva Ferrari e Federico Galeotti è un'opera creativa che mescola la poesia e il fumetto, edito per Pietre Vive Editore.

Una Graphic Poetry che racconta gli ultimi giorni, disturbati da incubi e visioni, di un anonimo poeta ignaro di essere alle soglie del disastro di Fukushima Dai-ichi, quando una catastrofe naturale sulla costa est del Giappone portò a uno dei più gravi incidenti nucleari con l'evacuazione e la morte di migliaia di persone e conseguenze ambientali tuttora incalcolabili.

Alessandro Silva Ferrari e Federico Galeotti si raccontano in questa intervista.

 

SDC - Come nasce il progetto "L'arte di allacciarsi le scarpe"?
Alessandro Silva Ferrari -
Sono sempre stato incuriosito dalla commistione di arti diverse per veicolare un messaggio, o semplicemente lasciarsi stupire dal bello. Serbavo nel cassetto una raccolta di poesie incentrate sulla figura di un uomo e le sue riflessioni ed elucubrazioni mentre vaga a passeggio in una dimensione urbana che egli sente estranea, come estranea gli è la vita. Mi sarebbe piaciuto rafforzare le parole con un sostegno illustrato e, per caso, conobbi Federico Galeotti attraverso i suoi profili social e apprezzandone il lavoro fatto, soprattutto la traduzione in immagini di opere poetiche di importanti autori. Per questo gli proposi una collaborazione.

Fu lui a suggerire di ambientare lo sviluppo del percorso seguito dal protagonista in una cittadina imprecisata nei pressi di Fukushima, poco tempo prima dei terribili fatti accaduti. Il disastro nucleare, o meglio, l'imminente disastro sarebbe così divenuto il fil rouge ad attraversare parole e illustrazioni, un sospeso solo accennato e infine rivelato pienamente nel capitolo conclusivo dell'opera. Mi è poi bastato aggiungere riferimenti alla cultura, mitologia e credenze nipponiche e asiatiche in generale per meglio contestualizzare ambiente e protagonista.

Federico Galeotti - Sono stato contattato da Alessandro grazie ai volumi che ho realizzato in precedenza, ovvero i tre graphic poetry pubblicati da Amianto dedicati a Charles Baudelaire, E.A.Poe e William Blake.


SDC - Come fumetto e poesia si mescolano in questo volume?
A.S.
È un interscambio equilibrato quello che desideravo e, penso, si sia magnificamente realizzato.

Un percorso esplorato attraverso immagini e parole, l'una a sostegno dell'altro, senza un rubarsi la scena ma piuttosto compenetrandosi per arricchirsi vicendevolmente.

Non mancano certo anche stacchi netti, forti contrapposizioni tra parole e tratti disegnati, o di colori raccontati nei testi poetici e il bianco-nero fisso e strutturato delle illustrazioni, quasi a voler fagocitare i momenti di stupore del protagonista per una realtà che egli vede ostile e restituirli sottoforma di ordinato delirio.

 

SDC - Il tema, piuttosto delicato, ispirato ai tragici avvenimenti di Fukushima Dai-ichi, quando una catastrofe naturale sulla costa est del Giappone portò a uno dei più gravi incidenti nucleari con l'evacuazione e la morte di migliaia di persone e conseguenze ambientali tuttora incalcolabili, come si snoda in questo volume?
A.S.
Come già accennato, la narrazione si snoda in una estensione di tempo che va da qualche mese prima del disastro nucleare all'accadimento dello stesso. La sciagura che sta per abbattersi aleggia come presenza incombente ma invisibile, manifestandosi attraverso una natura ostile intenta a riappropriarsi dei propri spazi, e il degrado dei luoghi urbani nei quali il protagonista vive. Egli sviluppa una connessione con l'ambiente, divenendo vittima di allucinazioni e misteriosi richiami, che generano disagio e frustrazioni e lo gettano in un disorientamento amplificato dalla sua incapacità a creare relazioni e legami con altri essere umani. Persino con la donna che reputa di amare, vittima della sua insicurezza e di quei capricci infantili che pretendono di mostrarsi sentimenti ma, in realtà, sono rimasti emozioni primitive e sottosviluppate.

Una natura covante vendetta, che porterà a compimento distruggendo la centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi per l'annientare la dannosa vita umana e annichilire ogni volontà di reazione nei superstiti.


SDC - Come vi siete documentati per la realizzazione del libro?
A.S.
Ho deciso di concentrare nell'ultima sezione del volume una breve cronaca dei fatti salienti accaduti nella giornata del disastro, e da ultimo inserire qualche dato su quelli che, si ipotizza, potranno essere i danni quantificabili a lungo termine ad ambiente e persone. A tale scopo ho letto online i numerosi resoconti pubblicati dalle principali testate giornalistiche italiane e straniere.

F.G. Ho guardato documentari, film e letto molti articoli a riguardo del disastro.

 

SDC - Qual è l'episodio (o il "racconto") che più vi ha colpito e al quale siete più legati?
A.S.
Trovo la prima sezione, quella che da il titolo all'intero volume, un perfetto compendio di quanto accade e accadrà al protagonista. L'acquisto del paio di scarpe è la novità dirompente, il tentativo di sfuggire alla noia angosciante dell'inazione, di incrinare la rigida inerzia emotiva nella quale l'uomo protagonista si trova calcificato. Così, allacciarsi le scarpe nuove diviene il veicolare la mente in un mantra di consapevolezza di ciò che l'uomo è, nelle sue imperfezioni emotive e fisiche ma che, il più delle volte, è l'uomo il primo a non accettare. Le scarpe, da gesto liberatorio, sono così utilizzate come ennesimo scudo difensivo per esplorare l'urbanità tentacolare e difendersi dalle sue tentazioni.

F.G. Non ho un racconto preferito, giudico tutte le tavole come parte di un unico lavoro.


SDC - Tra storia e sogno, tra emozioni liriche e narrative, qual è il fulcro comunicativo di questo libro?
A.S.
La perdita di identità dell'uomo e la sua conseguente, ossessiva ricerca, per poter ritrovare una collocazione tra i suoi simili e su una terra ormai prossimo a rifiutarlo. La società è divenuta fluida, il lavoro è fluido e persino la sessualità: conquiste necessarie e di pieno sviluppo delle potenzialità umane: eppure, senza radici o approdi, in tale mare di possibilità, si rischia l'immersione e la scomparsa. La stessa nostra fonte di sostentamento e vita, la terra, è stata ampiamente sfruttata e ridotta all'osso per poter affermare la totale rivendicazione di ogni diritto e necessità umane; ma, per la terra siamo al pari delle formiche, che una goccia d'acqua può far annegare.

Il protagonista del volume cerca ed è in cerca, smarrito. Capisce il cambiamento maligno che l'uomo ha causato, e ne percepisce la tragica portata attraverso incubi premonitori. Eppure, nonostante il disagio irrisolto e un amore non corrisposto, continua la sua indagine, cammina, osserva e s'interroga colmo di una curiosità che mai lo abbandonerà. Sino alla fine. È un poeta e vuole dare un nome ad ogni cosa. Lo pretende, quasi.

 

SDC - Ci sono eventi o presentazioni per incontrare il pubblico e raccontare di questo progetto? Se si, quando e dove?
A.S.
Una prima presentazione è avvenuta lo scorso agosto, all'interno dell'edizione 2022 di Če povem, nel comune di Nova Gorica a est dell'altopiano della Bainsizza. Domenica 21 agosto, Francesco Tomada, apprezzato poeta e critico, ha presentato il volume e concesso poi spazio a letture in italiano di alcune poesie e a traduzione in sloveno delle stesse.

Altri appuntamenti per ora non sono fissati ma Pietre Vive Editore, nella persona di Vitantonio Lillo Tarì de Saavedra, sta organizzando un calendario di presentazioni per promuovere il progetto.

 

SDC - Quali sono i vostri fumetti preferiti?
A.S.
La scelta si presenta ardua: se vogliamo parlare di strisce ho amato e amo tuttora i Peanuts, Dilbert e Calvin e Hobbes: l'ironia disincantata, o addirittura acida, che permea questi monumenti del fumetto è, per me, anche in questo tremendo contesto attuale, inesauribile fonte di scoperta e apprezzamento.

Più di recente mi sono avvicinato al mondo del graphic novel del e nel quale sono in continua esplorazione: le cupe e preziose atmosfere create da Neil Gaiman e Dave McKeane, che si offrono nude agli occhi e all'ascolto, sono davvero in grado di farmi immergere in una immaginifica quanto crudele realtà popolata da uomini e mostri, difficilmente distinguibili gli uni dagli altri.

Sul fronte graphic novel italiano, invece, apprezzo Manuele Fior e Davide Reviati per l'armonia totale e totalizzante tra testo e dimensione illustrata. L'elenco è incompleto, ma mi pongo questi limiti.

F.G. Vado decisamente a momenti, non ho un fumetto preferito se non legati alla nostalgia dell'infanzia (Nick Raider). Ultimamente leggo solo e tanto fumetto orientale, di tutti i tipi e generi con la nausea per il fumetto italiano, francese e americano.

 

SDC- Ci sono altri progetti ai quali state lavorando dei quali volete parlarci?
A.S
. I progetti ben chiusi nel cassetto sono tanti. Sicuramente vorrei proseguire sulla via dell'unione tra parola e illustrazioni. Ho testi poetici e narrativi dei quali mi piacerebbe vedere la controparte disegnata.

F.G. Al momento sto scrivendo e disegnando per il volume Amianto Rosso e scrivendo 3 sceneggiature per 3 autori differenti. Se trovo spazio e tempo vorrei anche dedicarmi a qualche progetto personale nel cassetto.



Gli autori:
Alessandro Silva Ferrari (1976) vive a Parma. Ha lavorato come biologo cellulare in ambito
universitario per poi dedicarsi al mondo della comunicazione digitale: è curatore di contenuti
originali per blog e profili social di aziende private. Ha collaborato alla realizzazione di numerose opere collettive. Con Pietre Vive ha già pubblicato, nel 2016, L'adatto vocabolario di ogni specie, dedicato alla città di Taranto e al caso dell'Ex-ILVA.

Federico Galeotti (1989) vive e lavora a Carrara. Diplomato all'Accademia di Belle Arti, è co-
fondatore di Amianto Comics. Ha collaborato con Novel comix, Spectre Edizioni, Gonzo Editore, Leviathan Labs e due riviste estere: U-Comix e Seriemix. Di ultima realizzazione, Sentieri Perduti e tre Graphic Poetry pubblicate con Amianto Comics: I Fiori Del Male: Tedio, da Charles Baudelaire, Il Corvo e altre poesie, da E.A.Poe, e William Blake. Poesie scelte, da W. Blake.