IL SOGNO DI VITRUVIO è un'indagine dal taglio fantastico che mescola in modo originale archeologia e storia dell'arte, unendo i punti di un affascinante mistero che attraversa il tempo. Al suo interno anche un interessante approfondimento sulla figura di Vitruvio a firma della prof.ssa Daniela Amadei che arricchisce e chiude il volume.
In questa intervista a Michele Petrucci, scopriamo di più su questo fumetto.
SDC - Come nasce l'idea di questa storia?
MICHELE PETRUCCI: "Il sogno di Vitruvio" nasce da un'idea e da un progetto del Centro Studi Vitruviani di Fano, istituzione culturale la cui mission è promuovere lo studio e la conoscenza della figura di Vitruvio e del suo pensiero che così tanto ha influenzato la cultura occidentale.
Il CSV mi ha contattato per realizzare una graphic novel che parlasse di Vitruvio e ho accettato con entusiasmo il loro invito perché amo la Storia e amo la mia città .
SDC - Qual è la tecnica che hai utilizzato per la realizzazione delle tavole?
MP: Dopo tanti anni sono tornato a utilizzare il pennello ma questa volta aggiungendo il colore, realizzato con acrilici liquidi usati anche con il mio precedente fumetto, "L'insaziabile".
Le tavole dei sogni del protagonista sono simili alle altre perché, man mano che la storia procede, per lui la realtà si confonde sempre più con il sogno.
Per i flashback, invece, ho scelto di desaturare i colori per rendere più immediato per il lettore lo stacco temporale.
SDC - Marco Vitruvio Pollione è l'autore del "De Architectura", l'unico trattato di architettura romana giunto fino a noi intatto dall'antichità . Quanto è importante questo trattato?
MP: Il "De Architectura" ci ha permesso non solo di capire bene a che punto fosse la tecnica delle costruzioni al tempo di Vitruvio ma ci ha fatto anche comprendere come gli antichi considerassero l'architettura, ovvero una specie di summa di tutte le scienze.
Vitruvio si sente un custode della tradizione e per la prima volta un architetto romano decide di creare un trattato il più completo possibile, un quadro normativo per tutte le casistiche.
Riscoperto durante il Rinascimento da artisti e umanisti, è diventato un modello da studiare e a cui rifarsi.
SDC - Nel fumetto possiamo apprezzare architetture e personaggi che si sono susseguiti, seguendo proprio il trattato di Vitruvio. Quali altri personaggi sono stati dunque influenzati da questo trattato?
MP: Moltissimi.
Oltre a quelli che compaiono nel fumetto (Leonardo da Vinci, Andrea Palladio, Le Corbusier) ci sono Leon battista Alberti, Raffaello, Petrarca.
Basti pensare che Goethe, durante il suo famoso viaggio in Italia, portava sempre con sé una copia del trattato.
SDC - Cos'è la bellezza secondo Vitruvio? E in che rapporti è con l'uomo e la sua natura?
MP: La bellezza per Vitruvio non è un concetto soggettivo, ma è rappresentata dall'armonia e dalla simmetria.
Secondo lui, un buon architetto quando costruisce un edificio non deve solo pensare al rapporto tra spazio e uomo ma fondamentale è anche il contesto dove l'edificio si deve costruire.
Insomma l'uomo è al centro di tutto e anche il protagonista della storia farà sostanzialmente un viaggio attraverso il pensiero di Vitruvio per capire qualcosa di più – o capirlo meglio – sul proprio punto di vista sul mondo.
SDC - Qual è la cosa che più ti ha affascinato di questa storia?
MP: La figura di Vitruvio e ciò che rappresenta, insieme le storie che raccontano le città stratificate come Fano, con i suoi edifici romani e medievali che a volte convivono nel panorama urbano e altre volte sono stati costruiti coprendo quelli precedenti, determinando così una città che vive sopra un'altra città .
Infine un tema che mi accompagna da sempre: le ossessioni che determinano la nostra vita e quella dei miei personaggi.
Livio, il protagonista della storia, è un giovane studioso che, arrivato a Fano per una serie di ricerche su Vitruvio, comincia ad avere forti mal di testa e a fare strani sogni che sembrano suggerirgli qualcosa a proposito della Basilica di Fano, l'unica progettata dall'architetto romano e descritta (a parole, senza immagini) nel suo celebre trattato.
È un edificio, però, cui nei secoli si sono perse le tracce. Forse le rovine della Basilica sono proprio quelle che si trovano sotto le strade di Fano, forse no.
SDC - Quanto il Centro Studi Vitruviani ti ha aiutato nel creare questa storia?
MP: Il Centro Studi, che ha immaginato il progetto che ha poi portato al libro pubblicato da saldaPress, mi ha dato carta bianca per la costruzione della storia.
Il vicepresidente Dino Zacchilli e la professoressa Daniela Amedei (autrice anche dell'articolo di approfondimento presente nel libro) mi hanno seguito e aiutato con gli aspetti più legati a Vitruvio e al suo trattato, permettendomi così di dare origine a un mix tra fiction e storiografia che, secondo me, è la vera carta vincente del libro.
SDC - Stai lavorando a qualche altro progetto di cui vuoi parlarci?
MP: Sto lavorando a un progetto più sperimentale rispetto ai miei ultimi lavori, un lavoro nel quale utilizzerò acrilici e smalti. Ma mi serviranno ancora un paio di anni per portarlo a termine.
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