"FUMETTO"
i comics Made in Italy

una grande rassegna dedicata al fumetto italiano,
alla sua storia, alla sua evoluzione e ai suoi grandi autori



6 novembre 2021 – 27 febbraio 2022


WOW SPAZIO FUMETTO

Museo del Fumetto, dell'Illustrazione e dell'Immagine animata di Milano
Viale Campania, 12 – Milano


Info: 02 49524744 (r.a.) - www.museowow.it – Ingresso 7 euro intero, 4 euro ridotto
Orario: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 14.00-19.00. Lunedì chiuso


All'estero è chiamato Comics, Bande Dessinée, Manga, Historieta, Quadrinos... In Italia da oltre settant'anni lo chiamiamo Fumetto. Se poi si vuole chiamare "graphic novel" il racconto a fumetti, va bene lo stesso: una moda come un'altra. Il Fumetto ha una sua storia importante, con radici lontane e uno sviluppo affascinante mai veramente raccontato. Migliaia di autori, scrittori e disegnatori, editori, tipografi, hanno contribuito a una delle più importanti rappresentazioni mondiali di quella che viene definita la Nona Arte.

La mostra allestita da WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell'Illustrazione e dell'Immagine animata di Milano ripercorre la storia del Fumetto italiano nei suoi tratti essenziali, racconta i suoi primati mondiali, la sua incidenza sulle produzioni straniere, anche attraverso oltre 100 opere originali e oltre 200 pubblicazioni, arrivando fino ai nostri giorni. Una grande occasione, non solo per gli appassionati ma anche per i giovani e le scuole, di conoscere meglio questo formidabile medium e il ruolo che l'Italia ha rivestito e riveste tutt'ora. Tra le tavole esposte ci saranno opere di Hugo Pratt, Guido Crepax, Benito Jacovitti, Milo Manara, Franco Caprioli, Magnus, Giovanni Scolari, Sergio Toppi, Kurt Caesar, Cinzia Ghigliano, G.B. Carpi, Giorgio Cavazzano, Romano Scarpa, Silver, Umberto Manfrin, Gianni De Luca, Lino Landolfi, Emiliano Mammucari, Grazia Nidasio, Sto, Sandro Dossi, Ivan Manuppelli, Luciano Bottaro, Filippo Scozzari e tantissimi altri.


La mostra e le numerose attività correlate (laboratori didattici, un convegno e altro che sarà via via annunciato) è reso possibile dal contributo del Ministero della Cultura, Direzione generale Creatività contemporanea, all'interno dell'Avviso pubblico "Promozione Fumetto 2021": un importante segno di attenzione da parte della massima istituzione culturale per questo ambito.


L'esposizione, oltre a illustri precursori per bambini e ragazzi (come Il giornale per i bambini dove nasceva Pinocchio) e giornali e riviste per gli adulti (da La Tribuna illustrata a Il Pupazzetto), mette in mostra testate storiche come Novellino e Il messaggero della gioventù (1899) e procede attraverso il Ventesimo secolo fino ai nostri giorni, mettendo in evidenza molti nostri primati.

Per esempio, in Italia vantiamo il Corriere dei piccoli, primo "giornalino" ad abbinare autorevoli firme del giornalismo e dell'illustrazione a fumetto italiano e internazionale. Le prime grandi pubblicazioni Disney (a partire dal giornale Topolino nel 1932) sono nate in Italia e hanno avviato una creazione di testate, personaggi e storie che ancora mantengono il primato dei nostri autori nel mondo. In Italia si sviluppa l'albo in formato orizzontale (detto appunto "all'italiana"), poi quello a striscia (con Tex, Piccolo Sceriffo, Capitan Miki e Grande Blek, Forza John!, Gim Toro, Akim), poi il "libretto" (la nuova serie di Topolino, poi il Monello e l'Intrepido, Cucciolo e Tiramolla), dando origine e sviluppo anche alla vasta produzione dei petit format francesi. Nasce in Italia il "fumetto nero" nel dicembre 1962 con Diabolik, presto seguito da tanti altri "fumetti con la K" (come Kriminal e Satanik), diffondendo il genere in tutta Europa; lo stesso accade dal 1965 quando Isabella dà il via al "fumetto erotico", e ambedue i generi saranno sovente ricchi di importanti contributi d'autore. Nel 1962 viene pubblicata in Italia la prima grande antologia del Fumetto mondiale "I primi eroi" (Garzanti), che non avrà mai eguali e contribuirà al definitivo riconoscimento culturale di questo medium; contemporaneamente comincia a pubblicare Umberto Eco, e il suo "Apocalittici e integrati" segna un'altra pietra miliare mondiale. Nel 1965 a Bordighera (grazie Romano Calisi, Umberto Eco e Claudio Bertieri) nasce il primo Salone Internazionale dei Comics (la prima vera fiera internazionale al mondo), poi trasferitosi a Lucca con la direzione di Rinaldo Traini. Contemporaneamente l'editore Gandini pubblica il primo numero di Linus, la prima rivista al mondo dedicata al Fumetto.


Autori italiani (Hugo Pratt in testa) hanno contribuito a caratterizzare le grandi "scuole" argentina e francese, influenzando tutto il mondo. Si è affermato così il "fumetto d'autore", e le nostre firme (Crepax, Giardino, Micheluzzi, Manara e centinaia d'altri) hanno costituito una componente di qualità di riviste importanti sorte numerose in tutto il mondo, oltre le Alpi e gli oceani, fino in Giappone. In Italia, oltre a Linus, ricordiamo Eureka, Il Mago, l'Eternauta, Comic Art, Il Grifo, Metal Hurlant ed. italiana, Cannibale e Frigidaire, Corto Maltese, Alter, ecc. Un fenomeno enorme che oggi si è spento quasi totalmente - tranne alcune eccezioni autoprodotte - ma ha preso ad alimentare di volumi le librerie.


Editori italiani come Lotario Vecchi, Cesare Civita, Cino del Duca hanno operato dagli anni Trenta creando piccoli e grandi imperi editoriali anche oltre frontiera (America Latina, Spagna, Francia). Le pubblicazioni del gruppo editoriale della famiglia Bonelli sono ancora oggi pubblicate ovunque, e ampia diffusione all'estero hanno sempre Alan Ford di Luciano Secchi e Diabolik dell'Astorina delle sorelle Giussani (oggi diretta da Mario Gomboli).


La diffusione del Fumetto nelle edicole italiane del dopoguerra (superate le limitazioni e costrizioni del periodo fascista, che lo avevano condotto alla totale abolizione) era giunta negli anni Cinquanta e Sessanta a numeri tra i più alti nel mondo: tra le decine di pubblicazioni settimanali si contavano tirature da 200-500.000 copie (fino a picchi da un milione) e il più modesto editore non stampava meno di trentamila copie. Per diversi anni anche i fotoromanzi, come Grand'Hotel, erano interamente disegnati, rivelando una quantità di adulti lettori e lettrici.


Calcolando che i "giornalini" venivano volentieri scambiati, prestati, letti in famiglia, godendo spesso di una seconda vita attraverso le bancarelle (oggi scomparse o quasi), l'indice di lettura era spesso decuplicato e indicava comunque oltre 10 milioni di lettori ogni settimana.

Nella crisi delle edicole, fenomeno a sé va considerato il piccolo impero generato dai settimanali LancioStory e Skorpio, nati rispettivamente nel 1975 e nel 1977: un ponte con l'America Latina aperto in seguito a sceneggiatori e disegnatori italiani ma non solo, e un costante successo in Italia, roccaforte in edicola dove la distribuzione le consente di arrivare; ancora i suoi autori e personaggi sono richiesti nel mondo, anche per trasposizioni televisive.

Altri primati che emergono sono legati a specifiche soluzioni creative, al sorgere di Scuole di fumetto (la prima a Milano nel 1979, fondata da Beppe e Maria Calzolari, ancora un vanto cittadino), di esperienze museali (dal "Cartoon Museum" di Rho di Camilo Moscati negli anni Sessanta al milanese "WOW" nel 2011).


Non si deve dimenticare che il Corriere dei piccoli arriva fino al 1995, ma dal 1972 origina il primo grande esempio di vero "giornalismo a fumetti" con il Corriere dei ragazzi.

Fondamentale per lo sviluppo della conoscenza del fumetto anche il fenomeno dei "fumetti amatoriali" (fanzine, edizioni, ristampe, a partire dal mitico "Club Anni Trenta" di Silvano Scotto e Gabriella Calista con Ernesto Traverso) sviluppato dal 1966 fino a caratterizzare fortemente il ventennio successivo, evolvendosi oggi in forme differenti (fino ai "supplementi" dei quotidiani o al mensile specializzato Fumo di China in edicola, senza dimenticare la rivista solo su abbonamento Il Fumetto, pubblicato da oltre mezzo secolo). Fino agli anni Venti i fumetti dell'editoria cattolica (Il Giornalino, il Corrierino, Voci d'Oltremare, poi il Vittorioso, il Messaggero dei ragazzi...) hanno avuto una diffusione capillare, parallela e costante, "tenendo a battesimo" autori di livello internazionale (come Jacovitti, De Luca, Caesar...).
Un'altra importante considerazione: le donne, anche in Italia hanno svolto - a fatica - un lavoro editoriale per lungo tempo nascosto, sottovalutato o consentito limitatamente al pubblico femminile e a quello dell'infanzia: la mostra rivela anche l'altra metà del Fumetto, dalle storiche autrici e direttrici (come Ida Baccini o Paola Lombroso, fino a Tea Bonelli e alle sorelle Giussani, Maria Grazia Perini, Fulvia Serra e oltre) alle prime vere autrici di fumetti (Paola Bologna, Luciana Peverelli, Lina Buffolente, Grazia Nidasio...) fino al fumetto "nuovo" che ha visto sviluppare tantissime nuove personalità (come Cinzia Ghigliano, Laura Scarpa, Silvia Ziche ecc.).


C'è molto "orgoglio italiano" nella mostra, certamente non per nazionalismo ma perché si è valutato che non c'è - soprattutto tra i più giovani - una reale percezione di che cosa sia il Fumetto e dell'importanza della produzione italiana: è quindi utile e bello far conoscere il più possibile la creatività di questo modo narrativo e anche la possibilità di praticarlo.


Il manifesto della mostra è un'illustrazione inedita realizzata da Luca Salvagno, che rappresenta l'Italia turrita intenta a leggere pile di albi circondata dai più famosi personaggi del fumetto italiano.