Storia delle Serie Tv è il primo libro a cura di Armando Fumagalli, Cassandra Albani e Paolo Braga che ripercorre 70 anni di produzione seriale: le origini, i segreti, le evoluzioni ed i protagonisti. All'interno si trovano 22 contributi di studiosi e docenti di università e professionisti del settore, con un duplice approccio: il punto di vista di chi fruisce delle serie tv e di chi invece le realizza.

Il libro è disponibile in due volumi:

- Volume I: Dagli anni '50 ai primi anni Duemila
- Volume II: L'era dei canali cable e delle nuove piattoforme

Tra le serie analizzate nelle oltre 500 pagine, Colombo, I fratelli Karamazov, Twin Peaks, NYPD Blue, I Simpson, ER, How I Met Your Mother, Friends, Distretto di Polizia, Sam & Cat, Un posto al sole, NCIS, The West Wing, Dr. House, Grey's Anatomy, This Is Us, Dawson's Creek, 24, Alias, Lost, Don Matteo, The Big Bang Theory, Gomorra – La serie, Downton Abbey, Montalbano, Chernobyl, Game of Thrones, The Walking Dead, The Crown, La fantastica signora Maisel, The Mandalorian, I Medici, L'amica geniale, Il nome della rosa, DOC – Nelle tue mani, Leonardo: serie cult che hanno segnato il rispettivo genere e un'epoca televisiva, catalizzando l'affetto di milioni di spettatori.


Cassandra Albani, una delle curatrici dei volumi, nonchè sceneggiatrice e story editor, racconta in questa intervista il progetto editoriale.


Storia delle serie tv è il primo libro che ripercorre 70 anni di produzione seriale. Come nasce questo progetto?
Questo progetto nasce dalla volontà di riempire un gap. Ci siamo accorti che, tra tanti libri di storia del cinema e altri che affrontano case histories di serie tv nello specifico, ne mancava uno che ripercorresse, in modo analitico ma interessante sia per gli addetti ai lavoro che per gli appassionati, la storia della serialità televisiva.

Oggi non possiamo non parlare di serie tv, soprattutto perch̩ Рnell'ultimo decennio Рil linguaggio cinematografico ha trovato proprio nella televisione e nelle piattaforme digitali nuovi canali di affermazione, che sono andati a conquistare, a poco a poco, lo spazio che una volta era del cinema.


Quando nascono le serie tv? Qual è il loro ruolo in Italia e all'estero?
Le prime serie televisive vere e proprie (non più fiction di impianto teatrale in presa diretta, ma composte da puntate scripted e trasmesse in differita) nascono negli Stati Uniti nella prima metà degli anni Cinquanta, quando la diffusione di apparecchi televisivi diventa capillare.

Gli Studios, che hanno perso la proprietà delle sale cinematografiche dopo il "Caso Paramount" del '48, e i Network commerciali, che vedono un incremento potenziale del loro pubblico, decidono di allearsi per creare nuovi contenuti.

Da quel momento in poi, le serie tv subiscono un rapido incremento e una continua evoluzione, adattandosi al contesto sociale e culturale del loro pubblico. In Italia, ad esempio, c'è un vero e proprio boom degli sceneggiati, adattamenti di romanzi celebri che traslocano progressivamente dalla radio alla televisione.


Quali serie possiamo trovare all'interno del volume?
Il libro è composto da due volumi: nel primo trattiamo il periodo che va dagli anni '50 ai primi anni Duemila, mentre nel secondo ci concentriamo sull'era dei canali cable e delle nuove piattaforme.

Ogni capitolo è composto dall'analisi di una tipologia di serie, scelta in base al genere o al formato (es. serie episodica classica, serie comedy, sitcom, teen drama, soap opera ecc.), e dall'approfondimento di un titolo nello specifico.

Si va da Colombo a Lost, da Game of Thrones a Downton Abbey, dai Simpson a The Mandalorian, senza tralasciare serie italiane di grande successo come Don Matteo, Gomorra o Leonardo.


Negli ultimi anni si sono diffuse molteplici piattaforme dove poter non solo visionare le serie tv, ma le stesse sono diventate produttrici di nuovi contenuti. Come e perch̩, secondo te, avviene questo cambiamento? Quanto influiscono Рo meno Рsul mercato, compreso quello cinematografico?
Le nuove piattaforme come Netflix, Prime Video o l'ultima arrivata DisneyPlus hanno sicuramente modificato il nostro approccio al contenuto televisivo.

Oggi possiamo vedere un episodio di serie tv ovunque vogliamo, persino sullo schermo di un cellulare.

La televisione non è più l'unica destinazione, né la più importante. La mole di contenuti a disposizione ha subito un vertiginoso incremento: troviamo prodotti adatti a tutti i gusti e a tutte le età e le piattaforme hanno determinato cambiamenti anche nelle modalità di fruizione (pensiamo, ad esempio, a Netflix, che ha scelto di rendere disponibili per intero le nuove stagioni di una serie, per favorire fenomeni come il binge watching).

Con la fame di nuovi contenuti da una parte e gli altissimi introiti provenienti dagli abbonamenti dall'altra, non stupisce che le nuove piattaforme abbiano deciso di iniziare a produrre per conto loro, investendo su progetti e titoli di forte richiamo.

L'impatto sul mercato cinematografico è stato notevole: oggi le serie tv tendono ad attrarre più dei film e il fatto di poterle vedere tranquillamente sul divano di casa propria, pagando un abbonamento annuale tutto sommato contenuto rispetto al prezzo di un biglietto del cinema, fa la differenza. Senza contare che, in epoca Covid, con la chiusura delle sale, le piattaforme sono diventate la destinazione ideale anche dei film più attesi.


Quanto è fondamentale invece il ruolo degli autori nella riuscita di una serie che superi la prima stagione e diventi quindi magari un cult?
Il ruolo degli autori è fondamentale, perché una serie che prosegue per tante stagioni continuando a riscuotere un buon successo di pubblico è una serie che ha alla base un concept forte, ma è anche capace di rinnovarsi senza perdere il suo smalto e la sua freschezza.

Pensiamo al ruolo di un Michael Crichton per ER, di un J.J. Abrams e di un Damon Lindelof per Lost o di un Julian Fellowes per Downton Abbey: non è un caso che associamo queste serie a loro, piuttosto che a un regista.


Qual è la tua serie preferita? Quale consiglieresti di vedere?
Non ho una vera e propria serie preferita. Ne vedo così tante, per lavoro e per piacere, che la mia classifica cambia e si amplia continuamente.

Tra i grandi classici ho amato moltissimo Lost e Desperate Housewives, mentre negli ultimi anni ho adorato This is us e le serie inglesi a sfondo storico, come Downton Abbey e The Crown.

Tra le ultime uscite, ho molto apprezzato la miniserie di HBO Omicidio a Easttown (Mare of Easttown), con una fenomenale Kate Winslet e con un approccio delicato ma non per questo meno intenso al tema del dolore e del lutto.


Sceneggiatrice e story editor, collabori alle attività didattiche dell'area di sceneggiatura dell'Università Cattolica e sei coordinatrice del sito www.orientaserie.it . Puoi raccontarci di questo progetto multimediale?
Orientaserie
nasce dalla volontà di fornire uno strumento efficace per muoversi nell'immenso panorama della serialità televisiva.

Il sito si rivolge in particolare ai genitori e a tutte quelle figure che svolgono un ruolo educativo nei confronti di bambini e ragazzi.

L'obiettivo è aiutarli a scegliere con consapevolezza una serie da guardare insieme, oltre a dar loro un'infarinatura per comprendere meglio quello che piace e attrae i ragazzi di oggi.

Le recensioni spaziano dalle ultime uscite agli evergreen, dai grandi successi degli ultimi anni e serie magari più di nicchia, ma che meritano di essere viste.

In ogni recensione, inoltre, segnaliamo eventuali aspetti problematici e forniamo un elenco di tematiche presenti nella serie che ben si prestano a essere discusse e commentate in famiglia.


Come sarà il futuro delle serie tv? Continueranno ad essere sempre più numerose ed apprezzate? Oppure il pubblico si stancherà?
Al momento, tutto lascia presagire che il futuro delle serie tv sarà molto florido.

La specializzazione e la targettizzazione diventeranno, se possibile, ancora più raffinate.

Questo grazie al fatto che per, rispetto al cinema, per le serie tv è molto più facile seguire l'evoluzione dei gusti del pubblico e adattarsi a essi, accogliendo eventuali richieste e, nel caso, "aggiustando il tiro" tra una stagione e l'altra.

Ecco, direi che il punto di forza della serialità è esattamente questo: il dialogo e il confronto costante con il pubblico.



Volume I: Dagli anni '50 ai primi anni Duemila
 
La serie episodica classica, Fabrizio Lucherini
Lo sceneggiato Rai: dagli anni ʼ60 alla Piovra, Eleonora Recalcati
Le serie serializzate, Luca Bandirali
La comedy, Gianluigi Rossini e Luca Manzi
Il trionfo delle serie serializzate da Hill Street Blues a The West Wing, Paolo Braga
La sitcom, Renata Avidano e Maurizio Sangalli
Lo sviluppo della serialità italiana industriale fra giallo e mélo, Giorgio Grignaffini
La serialità generalista di qualità, Anna Sfardini
Scrivere bambini, scrivere per bambini, Maria Chiara Oltolini
La madre di tutte le serie: la storia infinita della soap opera, Daniela Cardini
Le serie generaliste americane degli anni 2000, Laura Cotta Ramosino
 
 
 
Volume II: L'era dei canali cable e delle nuove piattaforme
 
L'evoluzione del teen drama, Eleonora Fornasari
Le serie e le miniserie generaliste italiane fra impegno light e responsabilità sociale, Armando Fumagalli
Le serie pay italiane, Paolo Carelli
Le serie britanniche: dalla soap alla commedia cringe, Maria Chiara Oltolini e Paolo Braga
Le limited series HBO, Walter Ingrassia, Claudio F. Benedetti e Paolo Braga
La serialità premium cable, Stefano Guerini Rocco
Le serie basic cable, Massimo Scaglioni
L'era di Netflix, Luca Bandirali
L'avvento di Amazon Prime Video, Cassandra Albani
La sfida di Disney+, Stefania Garassini
L'Italia nelle grandi co-produzioni internazionali, Armando Fumagalli



CASSANDRA ALBANI è sceneggiatrice e story editor, collabora alle attività didattiche dell'area di sceneggiatura dell'Università Cattolica ed è coordinatrice del sito www.orientaserie.it