Titolo: Basaglia. Il dottore dei matti
Autori: Andrea Laprovitera e Armando "Miron" Polacco
Caratteristiche: 136 pp. bn, brossura con alette
ISBN: 9788833141572


Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse. È importante che noi, adesso, abbiamo provato che si può fare diversamente: ora sappiamo che c'è un altro modo di affrontare la questione, anche senza la costrizione.
FRANCO BASAGLIA, 1979


La rivoluzione gentile di Franco Basaglia ha segnato un'epoca e un cambiamento che mai prima era stato concepito. La forza e tenacia di chi ha lottato per migliorare la condizione di tantissime persone e offrire loro una alternativa umana.

Andrea Laprovitera e Armando "Miron" Polacco raccontano in questa intervista il loro ultimo lavoro, Basaglia. Il Dottore dei matti.



SDC - Come nasce il progetto Basaglia?
Andrea Laprovitera -  Nasce da una mia idea e, come spesso succede, le storie (almeno le mie) nascono per caso.

Avevo da poco letto un articolo che riguardava Basaglia, incuriosito dalla figura sono andato a ricercare di più sulla psichiatra ma, soprattutto, sull'uomo e ho scoperto che dietro c'era un pezzo di storia italiana da raccontare.

Armando "Miron" Polacco - Il progetto nacque quando consegnai il libro su Perlasca, sempre per BeccoGiallo editore. Mi contattarono loro stessi, la sceneggiatura di Andrea era già pronta e cercavano un disegnatore adatto.

Accettai di gran cuore, sono triestino e ho zii e cugini che vivono a Gorizia, i luoghi dove nacque la rivoluzione basagliana e dove si è sentito maggiormente il cambiamento.

Da subito l'ho sentita mia questa storia. Trieste per molti è la città dei matti: dicono sia il nostro forte vento a renderci irrequieti.

SDC - Con la pandemia dovuta al covid-19, purtroppo molte persone hanno subito un malessere dello stato di salute mentale. Alla luce di ciò, quanto è importante la rivoluzione effettuata da Basaglia?
Andrea Laprovitera - La rivoluzione gentile di Basaglia è qualcosa che ancora deve compiersi del tutto, è qualcosa che sta ancora avvenendo perché molto è stato fatto (una legge e la chiusura dei manicomi) ma altro è ancora da fare... perché l'integrazione del malato, come della malattia del resto, è un obiettivo ancora da raggiungere.

Il covid poi ha modificato tutto il modo di pensare e di relazionarsi con il prossimo, la sofferenza, la paura tende a isolare.

Ti dico questo anche attraverso la mia esperienza diretta di ospedaliero essendo un tecnico di radiologia medica. Non so quando usciremo da questa pandemia, ma spero succederà presto, abbiamo tutti bisogno di ritornare a una normalità... e teniamo presente che il concetto di "normalità", parlando di Basaglia è molto ampio e sfaccettato.


SDC - Qual è l'aspetto che più ti ha colpito di questa storia?
Andrea Laprovitera - L'aspetto da tenere presente credo che sia la prospettiva.
Tutto assume una luce diversa secondo il punto di vista dal quale la guarda.

E' esplicativo il passaggio in cui Franco parla con la figlia Alberta a proposito della lampada. Un momento familiare, semplice, intimo eppure, allo stesso tempo significativo per quanto riguarda la visione globale di Basaglia.


SDC - In che modo ti sei documentato per raccontarla?
Andrea Laprovitera - Tutto il possibile.

Libri, documenti, il film, internet, video, riflessioni... qualsiasi cosa è stato uno spunto su cui riflettere, poi ho "filtrato" le nozioni anagrafiche, da quello che io ritengo essere il pensiero; intorno ho costruito la storia, almeno quello che volevo raccontare io essendo il più possibile fedele al suo operato.

SDC - Come ti sei preparato per affrontare visivamente e graficamente questo progetto?
Armando "Miron" Polacco - Non volevo ripetere la tecnica utilizzata in Perlasca.

Nei libri mi piace spesso cambiare medium e stile, per come la penso non bisogna mai smettere di cercare.

In Basaglia il cambiamento è stato radicale: per la prima volta ho utilizzato esclusivamente il digitale. Con questo metodo sono riuscito ad ottenere più stili diversi all'interno della stessa storia, e legarli fra loro in maniera coerente.

Le scene del quotidiano e le situazioni familiari di Basaglia le ho rappresentate con una tecnica morbida, che ricorda l'acquerello. Queste si intercambiano con le scene ambientate nei manicomi prima dell'intervento di Basaglia, descritte in bianco/nero dove il nero, steso in maniera aggressiva, prevarica sul bianco.

Le tinte tornano poi morbide e acquarellate man mano che i manicomi cambiano con la rivoluzione, fino a confondersi con il quotidiano.

E' tutto pensato a monte.

SDC - Quanto è stato difficile (o semplice) raccontare alcuni concetti o porre in evidenza alcuni aspetti di questa storia?
Armando "Miron" Polacco
- Portare in evidenza la follia dei manicomi prima della rivoluzione è per me stato piuttosto facile, purtroppo.

Ho semplicemente portato fuori quella follia intrinseca che sta dentro di noi e che viene fuori nei momenti più bui. E' quella follia che ci offusca la vista quando dobbiamo compiere alcune azioni, quando la ragione guarda ma è assente e ci priviamo di qualsiasi forma di umanità.

Che sia nei macelli, in alcune case di riposo per anziani, nei manicomi, nei lager nazisti o a Guantanamo.


SDC - Quanto le immagini di Armando "Miron" Polacco, ti hanno aiutato a raccontare alcuni concetti presenti nel fumetto?
Andrea Laprovitera - Con Armando siamo andati su due binari paralleli, nel senso che io ho affrontato prima soggetto e sceneggiatura poi è arrivato lui con le sue magnifiche tavole e i suoi personaggi pieni di vita, insomma divisi ma uniti si potrebbe dire.

SDC - Come è stato lavorare con Andrea Laprovitera?
Armando "Miron" Polacco - Con Andrea ho avuto un bel rapporto, mi ha dato molta fiducia.

Dopo aver inviato le pagine di prova sono andato diretto a rifinirle. Ci si sentiva per lo più quando avevo domande o proponevo qualcosa in più.

Sono stato anche libero di aggiungere nuovi elementi.

Il cuculo è un esempio. Un elemento simbolico che segue Basaglia nel suo spostarsi. Lo troviamo prima che inizia il racconto appollaiato su un ramo secco. Lo troviamo a Gorizia, e tramite il suo volo arriviamo a Trieste. E da Trieste se ne và, lasciando all'ultima pagina del libro quel rametto che, secco all'inizio, ora germoglia lentamente: è il cambiamento (ed è anche un ovvio riferimento al film "Qualcuno volò sul nido del cuculo")

SDC - C'è un episodio in particolare che vorresti raccontare o porre in evidenza?
Andrea Laprovitera - In realtà non c'è un episodio in particolare, mi è piaciuto molto, come sempre del resto "immergere" il personaggio nella storia intorno a lui, quindi la sua vita immersa nella Storia, quella con la "Esse" maiuscola.

Ecco che troviamo alcuni passaggi che ci fanno capire lo scorrere del tempo e ci accompagnano nella narrazione.

Armando "Miron" Polacco - Tutti noi a Trieste conosciamo Marco, il cavallo blu. Eppure pochi sanno la sua storia e ciò che ha significato quel simbolo.

E' forse quello il momento per me più alto di questa vicenda.

Marco fu un Cavallo di Troia al contrario: i cancelli vennero abbattuti dagli assediati, e i matti girarono per le vie di Trieste in una folle parata.

Fu la prima volta che Trieste si accorse della loro presenza.


SDC - Quanto ancora possiamo fare collettivamente per seguire le indicazioni di Basaglia?
Andrea Laprovitera - Tanto è stato fatto ma ancora molto c'è da fare, attraverso le istituzioni certo e le leggi ma io credo che la differenza si possa e si debba farla individualmente, ogni giorno, cambiando un po' il nostro modo di pensare.


SDC - Stai lavorando ad altri progetti di cui vuoi raccontarci?
Andrea Laprovitera -  Tanti lavori... pensa che nel 2021 sono usciti o stanno uscendo cinque miei libri, diversi per tipologia e target e modo di realizzazione.

E' uscita la biografia illustrata di "Charles Baudelaire" (illustrata da Gian Marco de Francisco) per la Lisciani; "Basaglia" per Becco Giallo; poi arriverà l'adattamento di un grande classico della letteratura per la NPE sempre in graphci novel e poi altri due libri illustrati per ragazzi, uno per Becco Giallo e uno per Dalia edizioni.

Inoltre sta per uscire un mio romanzo breve dal titolo "Il Guardiano del faro" per Librosì editore, una cosa a cui tengo molto.

Insomma, tante cose che stanno per vedere la luce e altre su cui sto già lavorando.

Stai lavorando ad altri progetti di cui vuoi raccontarci?
Armando "Miron" Polacco - Attualmente sto aspettando un responso da qualche progetto piazzato tempo fa in Francia.

Vorrei però fermarmi per un momento con i libri per seguire meglio la promozione e portare in giro Basaglia. Ci ho messo tanto di mio ed è un prodotto a cui tengo in particolar modo.