Copertina di Milo Manara
Il 22 Aprile scorso è uscito il nuovo singolo di Giorgio Ciccarelli, Conto i tuoi passi, per La Siepe Dischi e in distribuzione con Believe Digital.

Conto i tuoi passi annuncia il terzo album di Giorgio Ciccarelli in uscita prossimamente, rinnovando la collaborazione con lo scrittore e autore Tito Faraci. Questo nome è piuttosto noto nel mondo dei fumetti, ma forse non tutti sanno che Faraci è anche un autore di canzoni e nel suo passato lavorativo ce ne sono diverse.

Questa però non è una coincidenza. Nel mondo di Giorgio Ciccarelli c'è anche Milo Manara, che presta uno dei suoi disegni per la cover di questo singolo.

Giorgio Ciccarelli si racconta in questa intervista ad A6 Fanzine.



Ascolta il brano su Spotify.


Conto i tuoi passi è il tuo nuovo singolo, uscito il 22 Aprile, che anticipa il nuovo album. Come mai hai scelto questo singolo per presentare il tuo nuovo lavoro discografico? Come nasce questo brano?
Ho scelto Conto i tuoi passi perché è una canzone di rottura col passato, che musicalmente batte sentieri che mai avevo percorso prima.

Grande merito di ciò va a Stefano Keen Maggiore (produttore di Immanuel Casto, Romina Falconi, TheAndrè, Bebo de Lo Stato Sociale) a cui ho affidato la produzione artistica del disco e che mi ha persuaso e convinto a colpi di elettronica nello stomaco.

Anche la nascita della canzone ha avuto una genesi atipica e diversa dal solito, per la prima volta da quando è iniziata la mia collaborazione con Tito Faraci, gli ho chiesto di scrivere un testo senza musica, ma con un certo ritmo nelle parole, per vedere dove mi avrebbe portato e l'esperimento è stato davvero sorprendente, al punto che lo abbiamo replicato anche per altri pezzi finiti poi sul disco


La copertina del disco è disegnata da Milo Manara, il maestro dell'eros del mondo fumettistico. In che modo nasce questa collaborazione?

Milo Manara rappresenta il mondo del fumetto che ho sempre apprezzato e il fatto di associare il mio nome al suo, è una cosa che mi riempie d'orgoglio!

La copertina non è stata disegnata apposta per il disco ma è una tavola contenuta ne "Lo scimmiotto", un fumetto uscito nel 1976 e liberamente ispirato ad un classico della letteratura cinese: Il viaggio in Occidente.

I temi trattati nella storia, il tratto del disegno ancora così moderno ha convinto me e Tito Faraci (che al momento stava curando la pubblicazione di un suo lavoro) a fare il passo e a chiedere a Milo Manara.

Se ce ne fosse stato il bisogno, questa, per me, è stata un'ulteriore dimostrazione di quanto Tito Faraci tenga e sia coinvolto nel progetto che sì, porta il mio nome, ma che condivido pienamente con lui, perché, conoscendolo, non avrebbe mai fatto un passo del genere per un lavoro che non sentisse intimamente suo e questo mi fa particolarmente felice.


L'apporto e la collaborazione con Tito Faraci per la scrittura di alcuni brani è dunque consolidato e forte. Faraci è uno dei più noti sceneggiatori italiani di fumetti. Quando nasce questo sodalizio artistico?
Io e Tito ci conosciamo da circa 35 anni.

Ci siamo frequentati molto da giovani, quando lui ancora non aveva preso la strada del fumetto, ma già si cimentava con la penna (scriveva e aveva fondato insieme a Matteo B Bianchi "Anestesia Totale", una fanzine in voga nei mid '80) e con le tastiere (nei Litania), in quella Milano ricca di gruppi e di artisti che si conoscevano e si intrecciavano tra loro.

Poi ci siamo persi di vista, fino a qualche anno fa, quando ci siamo rincontrati nel backstage di un concerto (una reunion di uno di quei gruppi anni '80 appunto, i Colour Moves) e ci siamo ritrovati a parlare come se ci fossimo salutati la sera prima, ci siamo raccontati gli anni che erano passati e quello che stavamo facendo.

In quel periodo stavo ultimando il mio primo disco solista "Le cose cambiano" (2015) e sentivo il bisogno di un punto di vista diverso dal mio per scrivere i testi, gli ho chiesto di darmi una mano, ha accettato e da allora, ogni mio brano, porta anche la sua firma


Possiamo affermare che nei tuoi dischi, specie nell'ultimo, possiamo sentire qualcosa di molto fumettoso? O per lo meno, possiamo intuire che ti piacciono molto.
Se per fumettoso intendi un tentativo di far convivere più dimensioni comunicative (sonora, narrativa, visiva), sì, nei miei dischi ho sempre cercato questa commistione.

Fin da "Le cose cambiano", dove ogni pezzo è stato interpretato visivamente da un fumettista/illustratore/disegnatore (con il risultato di avere un densissimo libretto di 50 pagine!), passando per "Bandiere" del 2018, disco che contiene un acquerello di Paolo Castaldi, fino a questo nuovo con il coinvolgimento di Milo Manara.

E sì, posso affermare che certi fumetti mi piacciono molto.


Quali sono i tuoi fumetti o autori preferiti?
Confesso di appartenere alla vecchia scuola, per cui Andrea Pazienza, Milo Manara, Tanino Liberatore, Max Bunker, Magnus, Bonvi, Tamburini (Rank Xerox per me è inarrivabile) e certo fumetto politico, Frigidaire, Il Male, Cannibale, Linus e Alterlinus sono le cose che preferisco e ho sempre preferito.

Poi Tito mi ha fatto entrare in un altro mondo e mi ha fatto conoscere e scoprire nuovi autori e nuovi disegnatori davvero notevoli, ad esempio quelli che hanno partecipato alla lavorazione del libretto contenuto nel mio primo disco e di cui ti parlavo prima.

Addirittura con due di loro (Paolo Castaldi e Claudio Sciarrone) ho organizzato concerti con live paintings che mi/ci hanno dato parecchie soddisfazioni.


In che modo la pandemia ha influito sulla tua musica?
Ha influito parecchio e in modo determinante.

Le atmosfere cupe, a tratti senza speranza che filtrano dal disco vengono soprattutto da lì, da quei giorni passati chiusi in casa, con un silenzio tanto potente da riuscire a farmi sentire l'acqua della fontanella che c'è nel parco di fronte a casa mia.

Un rumore che a Milano non ho mai sentito.

Tutto quel silenzio, quella apparente calma, tagliata dalle sirene delle ambulanze a tutte le ore del giorno e della notte, penso ci resterà dentro per molto tempo e quel clima non poteva non entrare anche nel disco.


Prossimamente si vedono barlumi di libertà: ci saranno eventi legati alla presentazione di questo nuovo singolo o concerti?
Sicuramente ci saranno, ma ancora non so dirti niente di preciso. Aspettiamo che la situazione sia più stabile prima di definire impegni. Lo scorso anno ho cancellato 30 date tra febbraio e maggio e non vorrei ritrovarmi nella stessa situazione una seconda volta


Stai lavorando a qualche altro progetto del quale vorresti parlarci?
Per il momento no, sono molto concentrato sul nuovo disco e sul trovare il modo migliore per farlo conoscere.
 
 

D'altra parte, abbiamo Tito Faraci, autore e sceneggiatore di fumetti tra i più importanti del panorama italiano. Come la musica e i fumetti si intrecciano con Tito Faraci? Scopriamolo insieme in questa intervista.


Da sceneggiatore di fumetti ad autore di canzoni: in che modo nasce la collaborazione con Giorgio Ciccarelli?
Conosco Giorgio da oltre trent'anni. Frequentavamo la stessa scena della musica milanese alternativa, da ragazzi. C'è stata una lunga parentesi, purtroppo, durante la quale ci siamo persi di vista, proseguendo ognuno per la sua strada, che all'incirca ha corrisposto con la militanza di Giorgio negli Afterhours.

Ci siamo incontrati di nuovo dopo che, per lui, quella storia è finita.

Era andato a sentire il concerto dei riformati Colour Moves, in cui Giorgio suonava la chitarra. Dietro alle quinte, ci siamo riabbracciati. Gli ho raccontato un po' di quello che stavo facendo... e non so perché, davvero non riesco ancora a spiegarmelo, pochi giorni dopo (forse addirittura la mattina seguente), Giorgio mi ha mandato un messaggio proponendomi di scrivere i testi del suo primo disco solista, Le cose cambiano (2015). 
 
E io sono stato abbastanza incosciente da accettare. Da tuffarmi, senza nemmeno sapere se sapevo nuotare.

È un po' nel mio stile, anche se poi ci metto il massimo impegno.


Anche attraverso i testi delle canzoni cerchi di scrivere una storia, così come fai con i fumetti, oppure ti lasci ispirare dalle note della musica, lasciando dunque spaziare parole e note?
Per Le cose cambiano e il successivo Bandiere (2018), sono sempre partito dalla musica, per ogni canzone.

Di norma, mi facevo mandare da Giorgio versioni primordiali, con la linea vocale in inglese fasullo (per non farmi influenzare) e poi ci cucivo su le parole. Cercando sempre di raccontare una storia, di sviluppare un concetto.

Per questo terzo disco, di cui Conto i tuoi passi è una specie di prequel, è successo invece che siamo partiti da un mio testo. Scritto da me con una ritmica in testa. Un testo che "suonasse" bene, dentro di me, ma soprattutto che avesse una cadenza.

Anche per la canzone Conto i tuoi passi è andata così.


Ci sono state altre collaborazioni di questo genere in passato?
Be', ho avuto una mia carriera di musicista negli anni Ottanta.

Band e progetti solisti che si sono fermati in quegli anni, anche se qualche ricordo lo hanno lasciato. In tempi più recenti (2016) ho scritto una canzone con i Punkreas, intitolata Picchia più duro.


Qual è il tuo artista musicale preferito? O ciò che ti piace ascoltare magari quando scrivi di fumetti?
Spazio molto, con gli ascolti. Certo, sono rimasto molto legato a certa musica post punk degli anni Ottanta (o anche prima): Joy Division. Sound, Killing Joke... ma anche psichedelia, elettronica, indie (qualunque cosa significhi).

In questo momento, sto sentendo l'ultimo disco dei Godspeed You! Black Emperor.


Musica e fumetto è un affascinante connubio di pensieri e note. Quanto altro si potrebbe fare per avvicinare ancora di più questi due mondi?
Di fatto, musica e fumetto hanno linguaggi e strumenti molto diversi. 

Però colgo spesso un'attitudine comune, soprattutto nella scena alternativa di entrambe le forme d'arte, quando riescono a sperimentare senza perdere un'attitudine popolare.

Non credo che si possa fare qualcosa per avvicinare questi due mondi, ma un avvicinamento avviene da solo, in modo naturale.


In che modo la pandemia ha influito sul tuo lavoro?
Il mondo del fumetto è andato avanti. È stata una fortuna, all'interno di una grande tragedia. Mi ritengo un privilegiato.

Però, certo, ho lavorato in solitudine.

Mi è mancato quello scambio di idee, anche molto "materico", con i colleghi.


In questo momento stai lavorando anche ad altri progetti dei quali vuoi parlarci?
Tante cose. Tanti fumetti. Rischierei di dimenticarmi qualcosa, allora cito solo due grossi impegni.

Quello come curatore della collana Feltrinelli Comics, e il ritorno a Dylan Dog come sceneggiatore. 
 
 


BIO:
Chitarrista, cantante, autore e compositore, Giorgio Ciccarelli ha suonato con numerose e importanti band italiane (tra cui Afterhours, Colour Moves e Sux!) con le quali ha pubblicato 12 dischi oltre a svariati singoli, dvd, videoclip ecc… Ha maturato una certa esperienza live, avendo suonato in Europa, Stati Uniti, Canada, Cina e praticamente ovunque in Italia: dal teatro Ariston di Sanremo al Leoncavallo di Milano, dal concertone del Primo Maggio a Roma al teatro Petruzzelli di Bari, passando per buona parte dei locali rock e non della penisola. Ha inoltre suonato con e per artisti del calibro di Greg Dulli, Mark Lanegan, Patti Smith e Mina.
 
Dal 2015 ha intrapreso una carriera solista che lo ha portato alla pubblicazione di due album, "Le cose cambiano" (2015, XXXV/Comicon-Ala Bianca) e "Bandiere" (2018, FMA/Audioglobe), a supporto dei quali ha fatto, fino ad oggi, circa 150 concerti in tutta italia. Nel Novembre 2019 è uscito con un nuovo singolo "Dentro Keen remix" che avrebbe dovuto essere il preludio al nuovo disco, bloccato inesorabilmente dal Covid.
 
Finalmente, dopo questo anno di oblio e buio pandemico, Giorgio è pronto a tornare in pista con il suo terzo disco, per il quale si è avvalso ancora della collaborazione ai testi di Tito Faraci (uno dei più noti sceneggiatori italiani di fumetti - Topolino, PK, Dylan Dog, Tex, Dabolik, Spider-Man, nonché scrittore di romanzi - il suo ultimo Spigole è uscito per Feltrinelli nel 2020) e per la produzione artistica e mixaggio a Stefano Keen Maggiore, produttore anche di Immanuel Casto, Romina Salvadori, TheAndre e Bebo (Lo Stato Sociale).
 
 
Tito Faraci
Tito Faraci (Gallarate, 1965) è uno dei più noti sceneggiatori italiani di fumetti, autore di storie uscite in molti Paesi del mondo. Fra le testate e i personaggi a cui ha lavorato, “Topolino”, “PK”, “Dylan Dog”, “Tex”, “Diabolik” e “Spider-Man”. Ha inoltre creato “Brad Barron”, prima miniserie di Sergio Bonelli Editore. Per la collana Stile libero di Einaudi è uscito Topolino Noir, antologia che raccoglie alcune delle sue migliori storie disneyane. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il Premio Gran Guinigi a Lucca come Miglior Sceneggiatore. Alla carriera di fumettista, Faraci ha affiancato quella di romanziere.