Editore: Disney Libri
Collana: Le più belle storie Special Edition
Copertina: Cartonato
Pagine: 320
Dimensione: 145.0 x 196.0
Data di pubblicazione: 31/03/2021
ISBN: 9788852238468

Oggi esce nelle librerie il volume W.I.T.C.H. edito da Giunti e Disney Libri, per celebrare i 20 anni dalla prima pubblicazione della serie a fumetti italiana diventata un vero cult nel mondo.

Un volume celebrativo per rivivere l'emozione delle prime 5 storie a fumetti pubblicate nel 2001 sul mensile W.I.T.C.H. e (ri)conoscere le protagoniste: Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin.

Un fumetto che è stato pubblicato per 139 mesi, distribuito in oltre 51 paesi del mondo. Un fumetto che nasce in Italia e che conquista dunque il mondo, raccogliendo witchreaders e fans in ogni dove.

Ma come nasce questa magica storia? Ecco dunque l'intervista a Francesco Artibani (sceneggiatore), Veronica Di Lisio (direttrice), Valentina De Poli (direttrice) e Giada Perissinotto (disegnatrice), alcuni dei grandi autori/promotori/animatori della magia e del successo di W.I.T.C.H.


SDC - Il fumetto W.I.T.C.H. è stato un successo mondiale. Distribuito in 51 paesi nel mondo, con oltre 1 milione di copie vendute. Qual è l'alchimia che ha permesso a te e Elisabetta Gnone di generare una storia così entusiasmante per ragazzi e non solo?
Francesco Artibani - Il grande risultato di W.I.T.C.H. è legato a tanti fattori e a una serie di congiunture favorevoli.

La parte grafica straordinaria definita da Alessandro Barbucci e Barbara Canepa unita a un racconto universale sono stati gli ingredienti determinanti che hanno fatto la vera differenza.

W.I.T.C.H. non era un fumetto solo per ragazze perché riusciva a parlare a tutti raccontando storie comprensibili in ogni angolo del pianeta. Non era un fumetto legato a una moda passeggera ma raccontava qualcosa di più grande come l'avventura della crescita e della scoperta del mondo.

Si trattava di un tema ampio e articolato in cui tutte le lettrici e tutti i lettori, giovani e meno giovani, stavano passando o erano passati.

SDC - Le W.I.T.C.H. sono delle ragazzine con dei poteri speciali, ma al contempo rappresentano un universo dove l'inclusività e la diversità sono caratteristiche che ritroviamo nelle storie. Tra una missione e l'altra, le W.I.T.C.H. affrontano anche la vita "reale" di tutti i giorni. Una vita in cui bambini e ragazzi potevano rispecchiarsi. Una storia che considero ancora molto attuale. Ci saranno altre storie in futuro riguardo le W.I.T.C.H. o è un progetto ormai chiuso?
Francesco Artibani - Non ho idea di quale sarà il futuro di W.I.T.C.H. e se ce ne sarà uno.

Personalmente mi piacerebbe realizzare una storia ambientata ai giorni nostri, in un mondo in cui sono passati vent'anni anche per le protagoniste e non solo per i lettori.

Questo genere di storia l'ho già realizzata per Monster Allergy ed è un esperimento interessante che permette di esplorare ulteriormente personaggi già noti. Sarebbe divertente ritrovare Will e le sue amiche oggi e vedere che cosa sono diventate.

Chissà, sperare non costa niente…


SDC -  W.I.T.C.H. esce in edicola per la prima volta nel 2001. Sono trascorsi vent'anni e questo volume ne celebra i successi e le storie. Ti aspettavi un tale successo? Come hai dovuto "fronteggiare" l'entusiasmo delle witchreader, lettrici di W.I.T.C.H. in presa alla witchmania?
Veronica Di Lisio
- Dico sempre che, per fortuna, avevamo da produrre un mensile molto articolato e complesso, con richieste da gestire che arrivavano anche dagli altri paesi, perciò non avevamo tempo di fermarci ad assaporare fino in fondo il piacere di quel successo.

L'unico interesse che avevamo a cuore era mantenere il filo che ci teneva legato alle lettrici e scrivere storie nelle quali ognuno potesse ritrovare un pezzo di sé.

Per questo motivo, non abbiamo "fronteggiato" l'entusiasmo delle lettrici, anzi, lo abbiamo assecondato, preso per mano e trasformato in energia per fare bene il nostro lavoro e focalizzarci sul prodotto.

Incontrare le lettrici alle fiere o in varie manifestazioni era ogni volta un'esperienza unica e speciale, tra le più belle della mia carriera professionale, che porterò sempre nel cuore e il cui ricordo mi emoziona ancora.


SDC – In un'epoca in cui i fumetti sono sempre più in auge, con supereroi e personaggi che promuovono l'inclusività e la diversità non pensi che ci sia ancora spazio per loro? W.I.T.C.H. potrebbe tornare con nuove storie o nuovi progetti?
Veronica Di Lisio - Credo che W.I.T.C.H. sia stato un progetto dirompente per il tempo, rivoluzionario, con uno storytelling capace di parlare a un pubblico vastissimo.

Questo accade quando ciò che racconti è portatore di un patrimonio valoriale o emozionale nel quale ci si riconosce e che, quindi, non ha confini geografici o temporali. In questo senso credo che queste ragazze avrebbero ancora molto da dire...

Chissà...


SDC РQuanto il progetto W.I.T.C.H. ha rivoluzionato il tuo modo di fare informazione e giornalismo? Quanto ̬ stato importante per il settore del fumetto questo approccio?
Valentina De Poli - Questa è una bellissima domanda, grazie! Avete colto nel segno con uno dei temi che più mi sta a cuore.

Sono cresciuta giornalisticamente nella redazione di Topolino e fin da quando avevo 19 anni mi è stata chiarissima l'importanza di riconoscere che il nostro giornale era un giornale vero, a tutti gli effetti.

È stato l'insegnamento che mi è stato trasmesso da Gaudenzio Capelli, Elisa Penna, Massimo Marconi e Paolo Cavaglione e l'eredità lasciata dalla gestione Mondadori.

Senza l'approccio giornalistico, che ti permette di alimentare costantemente il rapporto con il lettore e di instaurare una relazione, un settimanale come Topolino non sarebbe sopravvissuto per più di 70 anni (parlo del formato libretto!).

Nel 2001 sono arrivata alla direzione di W.I.T.C.H. dopo essere stata per tre anni vicedirettore di un importante magazine per ragazze ed è stato automatico per me trasferire quell'esperienza preziosa tra le pagine del magazine a fumetti che possedeva il segreto della formula perfetta: un mondo fantastico - solidissimo nella narrazione - che guardava al quotidiano delle protagoniste da approfondire nella parte giornalistica che andava a completare l'identificazione delle lettrici dai 9 ai 13 anni, che in quel momento sembravano non aspettare altro che un giornale così. Che le accompagnasse nel costante passaggio tra realtà e fantasia.

Oggi con le informazioni e le relazioni trasferite sui social sarebbe tutto diverso. Diciamo che abbiamo sfruttato una congiunzione astrale... magica.

SDC – Ti aspettavi un così tale successo da W.I.T.C.H.? Qual è il ricordo, l'emozione o l'episodio che ti viene in mente ripensando a W.I.T.C.H.?
Valentina De Poli - Non sapevo che cosa aspettarmi, in realtà: io non avevo partecipato alla stesura del progetto - cosa invece che avevo fatto per PK, e lì sì che l'aspettativa era alta - e nei primi mesi ho cercato semplicemente di mettermi al servizio di W.I.T.C.H. e del loro pubblico sfruttando la mia esperienza e cercando di osare cose che nei giornali Disney non erano mai state sperimentate.

L'editoriale, la moda, gli esperti, le lettrici reporter, i dibattiti.

Diciamo che l'ansia vera ha cominciato a farsi sentire quando abbiamo cominciato a ragionare sulla seconda saga, perché ormai le cose si erano fatte maledettamente serie e tutto il mondo era lì ad aspettarci.

Le emozioni sono state tante ma il ricordo che torna spesso alla mia mente è il giorno in cui con Veronica eravamo a Danza in Fiera con la coreografia delle W.I.T.C.H. - e le W.I.T.C.H. in carne e ossa - e centinaia di ragazze intorno a ballare con loro, mentre Vero conduceva dibattiti e tutta la redazione era impegnata agli stand per accogliere le lettrici: eravamo al top, quando è arrivata la telefonata out of the blue in cui mi veniva annunciato che sarei diventata direttore di Topolino (e Vero di W.I.T.C.H.).

Io ho barcollato perché non mi pareva possibile abbandonare quel sogno...


SDC - Quando ti approcci per la prima volta al progetto W.I.T.C.H.? Qual è la sensazione che hai provato quando hai visto per la prima volta i tuoi disegni pubblicati nel fumetto? Quanto hai lavorato e studiato per disegnare al meglio tutte le protagoniste di  W.I.T.C.H.?
Giada Perissinotto - Ho cominciato a lavorare per W.I.T.C.H. magazine alla fine del 2001 e le mie prime esperienze lavorative sono partite dalla seconda serie.

Il primo lavoro fu lo speciale W.I.T.C.H. dedicato ai tarocchi, dove realizzai una serie di illustrazioni a tema. Questo speciale fu il mio primo lavoro professionale e la sensazione che provai nel vedere il mio lavoro pubblicato, per di più in un magazine Disney, fu incredibile, mi batté forte il cuore per giorni.

Sono sempre stata amante sia del mondo Disney che dei manga e anime giapponesi, quindi anche il mio stile di disegno era già una commistione dei due e mi fu abbastanza facile dall'inizio disegnare le W.I.T.C.H.

Comunque bisogna sempre studiare quello che si fa per migliorare e imparare costantemente, è uno studio quello nel mestiere del fumettista che non si ferma mai.


SDC РC'̬ una storia in particolare che ami di W.I.T.C.H. e vuoi raccontarci? Pensi che un giorno potrai tornare a disegnarle con un nuovo progetto e nuove storie?
Giada Perissinotto - Amo tutti gli episodi di W.I.T.C.H., ma quello a cui sono più legata è forse il primo che realizzai da sola (layouts e matite) che era "Ombre d'acqua" con protagonista Irma, la mia preferita.

Mi piacerebbe tanto poter tornare almeno una volta ancora a disegnarle.

Chissà che un giorno questo sogno non si avveri.




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