Arte Sghimbescia_ Cristiana Fumagalli_Logo
Cristiana Fumagalli, brianzola classe '91, è una giovane disegnatrice. Il suo stile è un mix tra il fumetto americano e quello giapponese, anche se in realtà l'artista ama definirlo in un unico modo, ossia sghimbescio.
Potrete conoscere Arte Sghimbescia ed i suoi lavori presso la Self! Area di Arf! Festival, che si tiene fino al 26 Maggio presso gli spazi del MACRO Testaccio di Roma.

Arte Sghimbescia, alias Cristiana Fumagalli, ti appresti a partecipare ad Arf!, Festival di storie, segni e disegni. E' la tua prima partecipazione al festival romano?
Sì, è la prima volta che partecipo

Cosa pensi di trovare in questo festival romano?
Non ne ho idea.

Ogni volta, specialmente ad una fiera nuova per me, è un'avventura. Ma già la pregusto come esperienza positiva. Sicuramente con un pubblico vario.

Cosa ti piace di più di Arf! Festival? Quali sono, secondo te, le differenze con altri festival riguardanti il mondo del fumetto?
Già da qualche anno conoscevo l'esistenza del festival ma per un motivo o per l'altro non vi ho potuto prendere parte. Mi ispira molto il fatto che dia ampio spazio alle autoproduzioni (il che è un dettaglio importante), considerando che fino a poco tempo fa era un "settore" classificato come nicchia per appassionati e curiosi, all'interno del quale ho potuto interfacciarmi con produzioni innovative e non mainstream.

Rispetto ad altre manifestazioni ancora non saprei dire, andandoci potrò farmi meglio un'idea.

Sarai una delle protagoniste della Self! Area, dove il pubblico potrà visionare i tuoi lavori. Raccontaci un po' del tuo lavoro e di quello che porterai ad Arf.
Affiancandomi al vasto mondo del fumetto come metodo di linguaggio mi si sono aperte porte che nemmeno pensavo esistessero... nella mia testa, ovviamente.

Il mio lavoro consiste nel raccontare qualcosa, in effetti qualunque cosa, e la trattazione per immagini si presta benissimo all'impresa. Finora i miei progetti hanno riguardato tematiche "leggere" e semplici, finalizzate a strappare un sorriso ai lettori (cosa che anche nella vita mi fa sentire completa) ma in cantiere ci sono dei volumi che affronteranno temi più complessi e d'impatto più emotivo.

Le storie che invento hanno il compito di lasciarti qualcosa addosso, punto molto (anche attraverso la comicità) sul realismo in senso lato, cioè faccio in modo che il lettore possa immedesimarsi in quello che legge, anche in piccola parte.

Attualmente i due principali filoni che porterò all'Arf! Festival sono Parental Control, sui mostri e la magia (dark comico) e L-Drama, stereotipi di genere e lesbodramma (comico).

Il tuo stile ricorda molto un mix tra fumetto giapponese e americano, ma trovo che sia molto ben costruito attorno a un tratto ben delineato. Quali sono i percorsi che ti hanno portato a divenire l'artista di oggi?
Ho cominciato nel 2011, dopo l'Istituto d'Arte, a buttare giù idee.

Destreggiandomi tra un lavoro e l'altro sono riuscita ad autopubblicare e portare in giro i miei fumetti presso fiere di settore e manifestazioni.

In realtà, avendo scelto la strada dell'autodidatta, molto è ancora "in divenire", solo nell'ultimo anno mi sono accorta di propendere verso una scelta stilistica definita.

Graficamente parlando, sperimento volta per volta tecniche nuove prendendo spunto da lavori di altri e adattandole al mio gusto.

Arte Sghimbescia_ Cristiana Fumagalli_Parental Control
Uno dei tuoi primissimi progetti di autoproduzione è Parental Control, una sorta di "horror" tutto da ridere. Come nasce questo progetto?
Ho iniziato a scriverlo proprio nel 2011; volevo una storia che prevedesse il classico scenario "pseudo" fantasy con mostri (tipo vampiri, fantasmi, troll ecc…) e maghi, inserendo però nel contesto ironico qualche dettaglio serio e di vita comune come, per esempio, il rapporto genitori-figli.

Era nato come "progetto a più puntate" e nell'arco di questi anni dedicarsi a volumi sostanziosi mi è stato molto difficile (un pochino ne hanno risentito in trama e qualità); è stato inoltre il progetto su cui ho sperimentato più tecniche artistiche diverse che, viste quelle che adotto oggi, non sembra nemmeno realizzato dalla stessa mano.

Per riqualificarlo, alla fine dell'anno scorso ho preso (l'insanissima) decisione di ridisegnarlo da zero e ristamparlo: in sostanza diventerà un tomo dai toni molto più seri e con tematiche profonde, dal rapporto all'interno della famiglia, all'accettazione delle diversità...diciamo una copia distorta e fantasiosa del mondo di adesso con qualche  velata critica sociale.

Arte Sghimbescia_ Cristiana Fumagalli_L-Drama
Il progetto L-Drama invece prende spunto dalla tua esperienza, sfociando naturalmente in qualcosa di non solo utile, ma anche divertente. Un modo per sdrammatizzare tutte quelle situazioni che possono accadere quando ci si imbatte in app per appuntamenti, alla ricerca dell'anima gemella.
Sì, L-Drama è stata l'ovvia conseguenza di un progettino più piccolo dedicato esclusivamente alle app per incontri ("L'Amore ai tempi di Brenda").

Dico ovvia conseguenza perché il web per quanto sia vasto è limitante: per trovare argomenti comici e al limite del ridicolo la realtà è il contesto giusto.

Ho voluto enfatizzare al massimo quel tipo di freddure che caratterizzano l'ambiente LGBT (QIA+...e poi non ricordo quali altre lettere ci siano), in particolare quello saffico, legate a generalizzazioni e stereotipi, situazioni che, per altro, sono assolutamente riconducibili anche all'ambiente etero.

Litigi, antipatie, gelosie, rapporti di coppia...per riassumere, "dramma".

Mentre lavoravo alla stesura del nuovo volume (L-Drama Deluxe Drama) mi rapportavo ai personaggi, come se le vicende le vivessi in prima persona; queste storie in particolare mi hanno aiutato anche a scoprire cose in più sul mio carattere.

Questa esperienza ad Arf ti porterà a sviluppare nuovi progetti o collaborazioni?
Di nuovi progetti ne ho già da riempire una libreria!

Collaborazioni si, ci spero. Mi piace partecipare a opere a più mani: quando le sfogli trasudano l'impegno di tante teste dietro ad ogni pagina.

Sei alla ricerca di un editore o vuoi continuare a percorre la strada dell'autoproduzione?
Editore o non editore, questo è il dilemma.

Penso che per i progetti personali proseguirò con l'autoproduzione, ancora per un po' almeno, ho ancora da affinare la tecnica. Poi, è necessario fare una distinzione: c'è l'editore che va dall'artista o l'artista che va dall'editore.

Nel primo caso sono sufficientemente sconosciuta come figura artistica ma ci sto lavorando per farmi conoscere; nel secondo caso anni fa ho provato a propormi come disegnatrice (quindi come lavorante) presso alcuni marchi famosi dell'editoria italiana senza riscontrare successo, il che mi ha portato a pensare di non avere un tratto abbastanza maturo/in linea con le esigenze editoriali, al che ho preferito aspettare.

Sono molto legata alle storie che scrivo e un po' restia a darle via... magari un giorno, con l'editore giusto, le vedrò spiccare il volo.

Arte Sghimbescia_ Cristiana Fumagalli_Caricatura
Qual è il tuo punto di vista sul panorama fumettistico italiano? E in particolar modo, come vedi il fumetto dal punto di vista femminile? (sono ancora troppo poche le autrici oppure invece ne stanno emergendo sempre più?)
Ecco la domanda dolente, per un semplice motivo: io mi considero la pecora nera del
fumetto, nel senso che sono molto selettiva, seguo solo gli/le autori/autrici che mi piacciono.

Quando qualcuno mi pone una domanda sui grandi nomi della storia del fumetto italiano/internazionale impallidisco per il timore di fare figuracce: non è che sia totalmente ignorante sull'argomento, un'infarinatura generica la ho, ma in linea di massima mi stacco da quella che è la grande distribuzione, a parte qualche caso (per esempio mi piace molto il lavoro di Mirka Andolfo, Mabel Morri, o Skottie Young) semplicemente perché trovo molto più interessante la "nicchia" indie.

Quindi per rispondere alla tua domanda (in linea molto generale) posso dirti che del panorama fumettistico italiano ne vedo un orizzonte sfuocato: lo stile del linguaggio del fumetto è stato influenzato in questi ultimi 20 anni da molte correnti (America, Giappone, ecc…) e su questa base etichette ed artisti si sono adattati a ciò che permetteva il maggior indice di vendibilità, senza trascurare i "must" della tradizione italiana.

Molte realtà editoriali (escludendo le fanzine degli anni '80 e prendendo in considerazione gli ultimi 15 anni) ci stanno provando a staccarsi da quelle che sono le radici dello stile italiano, in certi casi con successo... ma continuo a vedere (come Anton Ego di Ratatouille) molta prospettiva nelle autoproduzioni.

Proseguendo con la seconda domanda ti dico sì, ce ne sono ancora troppo poche ma stanno emergendo (soprattutto nelle autoproduzioni! Sarò ripetitiva ma ne ho la prova sotto gli occhi alle fiere) e ora che mi ci fai pensare e dando un'occhiata approfondita alla mia libreria, un buon 70% di volumi acquistati è realizzato da donne!

Che sia un inconscio spirito di patriottismo femminile che mi guida verso gli acquisti più disparati?