A cura di Stefano Coccia


Talmente inquieta, questa Emma B., da non potersene restare in casa ad ammuffire, preferendo invece il palcoscenico al punto di farvi ritorno dopo pochi mesi. Ma in una cornice completamente rinnovata e, diciamolo pure, più coinvolgente, incisiva. Quella che ai primi di marzo ci era comparsa davanti, al Teatro Lo Spazio, era una moderna Madame Bovary costantemente alle prese con debolezze, sentimenti plastificati e ipocrisie varie. Tale è in fondo rimasta, nel testaccino Teatro Petrolini scelto per ospitare lo spettacolo dal 9 al 12 novembre (e noi ci siamo fiondati proprio alla prima), ma lo spettacolo che le è stato cucito intorno (come una sensuale guêpière) può contare, oltre che su un cast leggermente rimaneggiato, su uno smalto diverso dovuto anche a qualche gustosa innovazione scenica. Su tutte l’introduzione di quei video, che intervallano l’azione degli attori sintetizzando alcuni passaggi della storia in modo spassoso, ironico e pieno di brio.

Riprendiamo però il discorso da dove lo avevamo lasciato. Emma B. Storia di una casalinga inquieta si poggia comunque su quella ripresa in chiave moderna del testo di Flaubert, che nella sua precedente riproposizione sul palco avevamo provato a descrivere in questo modo: come immaginare Madame Bovary oggi, in una provincia francese dove si respira ancora quell’aria immobile, stantia, nonostante il peggio delle mode attuali vi si sia probabilmente già affacciato? Alla faccia di quanto scritto all’epoca dal celebre drammaturgo, potrebbe esserci anche la dieta vegana, tra i motivi di conversazione a tavola…

Ciò che non sembra essere cambiata è la mediocrità del dottorino di turno: vanesio, distratto, fintamente empatico. Mentre la Emma B impersonata dalla procace, bravissima Eleonora Manara con una verve assai genuina, si rivelerà tanto facile alle illusioni quanto incapace di emanciparsi realmente dalla mesta cornice che la circonda, perdendosi così in amorazzi altrettanto superficiali e privi di prospettive.


Ecco, in questa nuova edizione ciò che avevamo precedentemente apprezzato viene riproposto in scena ad un ritmo decisamente più alto, con una bella atmosfera da vaudeville ed i quattro “cavalieri” Daniele Sirotti, Sandro Calabrese, Davide Soldani e Marco Martini a supportare una Eleonora Manara sognante e imbronciata nel migliore dei modi, specie durante le esilaranti gag a tavola. Il tutto per la regia di un Fabio Luigi Lionello parso a suo agio nell’adattare i movimenti degli interpreti a un palco più ristretto, rispetto alla precedente esperienza del Teatro Lo Spazio, quale appare per l’appunto quello del Teatro Petrolini, la cui prossimità al pubblico non poteva che generare un’atmosfera calda, di autentica condivisione. Ancora da rodare la tempistica di alcuni inserti video, ma lo spettacolo già così è parso decollare verso orizzonti di maggior vitalismo e picaresca vivacità.