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Il Myanmar visitato da Guy Delisle – assieme alla compagna Nadège, in missione per Medici senza Frontiere, e a Louis, il figlio di pochi mesi – è un Paese vessato dalle costrizioni di una dittatura militare sostenuta da potenti gruppi industriali, in cui ha vissuto per anni agli arresti la leader del movimento non-violento Aung San Suu Kyi; una nazione cresciuta per anni nella nebbia della censura mediatica, abituata a convivere con le piaghe profonde della povertà e di un sistema sanitario incapace di gestire l’emergenza di mali dilaganti come la malaria e l’HIV; ma anche una terra abitata da un popolo aperto e generoso, descritto in tutto il suo inarrestabile coraggio dall’autore di Cronache di Gerusalemme e Pyongyang.
“L’unica vera prigione è la paura, e l’unica vera libertà
è la libertà dalla paura.” Aung San Suu Kyi
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Un viaggio onirico in un paese addormentato da vent’anni di regime che sogna di una gloria irrimediabilmente tramontata; un volo d’uccello su una nazione che, orfana della propria memoria, trova nelle tavole di Marco Corona un ritratto indimenticabile.
La capitale raccontata da Marco Corona è quella paralizzata dalla neve dello scorso inverno e quella che si scioglie nell’arsura delle torride estati del nuovo secolo; è la città occupata dai tedeschi nel 1943 e quella scossa dai fatti di via Gradoli; è la Roma dei centri sociali autogestiti e ancora, allo stesso tempo, la madre dell’Impero devastata dalle fiamme nel 64 dopo Cristo.
È un organismo vivente, mostro e regina; lo specchio in cui un Paese sempre uguale proietta di epoca in epoca il proprio impietoso riflesso.
Così nelle coloratissime tavole di Corona la patria di antichi e nuovi stornellatori – in un presente dai contorni onirici, eppure terribilmente reale – è schiacciata dal giogo dell’ennesimo imperatore, Ferocius, che ne percorre le strade in auto blu per poi essere aggredito dalla folla con una statuetta del Colosseo; e la realtà sognata si sovrappone in modo pericoloso a quella vissuta, in un racconto assieme dolce e spietato che narra come mai prima d’ora tutto il disagio e tutta la passione che l’amore per il proprio Paese possono scatenare.
2 Commenti
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RispondiEliminaHello!
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