Evolvi o muori. Così come il cinema, il fumetto ha spesso bisogno di capire che può evolversi e andare in direzioni nuove, per rimanere vitale, giovane e forte. In Italia, più che altrove, nell'ultimo ventennio non ci sono purtroppo state rivoluzioni grafiche e contenutistiche dalla forza paragonabile a quella che portò alla ribalta gli autori della Generazione Frigidaire, ma � anche vero che molti autori iniziano oggi a padroneggiare la forma del romanzo a fumetti, riprendendo fondamentalmente un discorso aperto negli anni 70 da autori come Hugo Pratt e Guido Crepax. In quest'ottica di "innovazione nella tradizione", sono usciti due libri a loro modo simili sotto il punto di vista della sperimentazione: Il vangelo del coyote e Très!. Nel primo, il romanziere Gianluca Morozzi (L'era del porco, Despero) ci narra due storie intrecciate di altrettanti serial killer e, nel secondo, Davide Toffolo tenta un esperimento simile a quello di The Blair Witch Project, immaginando il ritrovamento di uno scritto teatrale che - addirittura - condusse un intero paese dell'America Latina alla rivolta contro il potere. In entrambi i casi, gli autori optano per una narrazione atipica: Morozzi fa raccontare ciascun serial killer da un disegnatore diverso (gli ottimi Camuncoli e Petrucci), mentre il cartoonist di Carnera e Pasolini lascia la tavola destra per il fumetto tratto dallo scritto e la sinistra per offrire e chiedere al lettore appunti con cui mettere in scena lo spettacolo teatrale. Complicato? Un po', sì, ma o evolvi o muori.
MAX BRIGHEL

Très, euro 11, Coconino Press
Il vangelo del coyote, euro 14, Guanda

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