Titolo: #Like4Like
Autori: Marco Rincione, Prenzy
Collana: Fumetti Crudi
Formato: 16x23
Pagine: 96
Prezzo: € 12,00
La rete negli ultimi anni si è insinuata sempre di più nella vita quotidiana delle persone, dove a contare sembra l'apparire, piuttosto che l'essere. Dove a contare, alla fine dei conti sono i "like", i famosi pollici all'insù di Facabook, sui quali si snodano (anche sin troppo talvolta) risvolti commerciali e di consenso.

Quel consenso che le persone, anche le più comuni, cercano di avere dalla collettività, dal popolo della rete, dove ormai chi è "fuori" (dalla rete) sembra non esistere affatto.

Se esisti, devi esserci su Facebook.

#Like4Like è frutto del lavoro del duo Marco Rincione e Prenzy che in questo fumetto edito dalla Shockdom (casa editrice nata sul web e per il web inizialmente) raccontando la loro visione di come la rete, ed in special modo il fantomatico "like" di Facebook, abbia cambiato il concetto di comunicazione, essere partecipi o fare rete. Ecco, i loro risvolti sono inquietanti.

C'è chi ormai è dedito al culto del "like", diventandone anche la vittima; c'è chi invece ormai è costretto a commerciare con i "like". In ogni caso, i "like" sembrano essere l'unica soluzione alla morte.

Il volume è formato da due storie, con al centro naturalmente quella sfrenata ricerca di "like" e consensi. Ogni protagonista conosce le regole del gioco e cerca in ogni modo di resistere a quella che sembra una guerra. Una caccia al consenso che, in contrapposizione con la realtà odierna, ha generato nuove figure in rete, come gli influencer o i social media manager, che cercano di catturare ogni singolo "like" per la loro causa.

Un ritratto crudo e apocalittico della realtà, ma che senz'altro potrà far riflettere il lettore sulla condizione di quello che ci passa sotto gli occhi tutti i giorni attraverso i social. Chi si nasconde dietro quell'avatar? E sarà tutto vero quello che comunicano? O vogliono solo ottenere consensi a noi "oscuri"?

#Like4Like ha fatto anche discutere per una delle copertine (che segnaliamo anche qui nel post), ma è non questo un altro modo di poter far parlare di sè? Di ottenere o meno consensi?

In tal proposito, pubblichiamo anche l'estratto riguardo la vicenda, a cura di Lucio Staiano, fondatore e responsabile di Shockdom: "Shockdom è una realtà nata dalla Rete. Ne conosciamo i meandri e le abitudini. Riusciamo a distinguere le polemiche sterili e fini a se stesse, dalle discussioni che invece possono essere utili e insegnarci qualcosa. Quando abbiamo presentato la copertina ufficiale, rappresentante una donna che pratica un rapporto orale all'icona dei "like", ci sono stati in rete feedback molto contrastanti, sia positivi che negativi, che era quello che volevamo. Ci siamo però accorti che i riscontri critici non vertevano sugli argomenti per cui i due autori hanno creato l'opera, piuttosto andavano su strade non pertinenti. Tra l'altro, questo misunderstanding era accentuato in un pubblico più generalista, non abituale lettore di fumetti. Ci siamo confrontati internamente, redazione e autori e abbiamo quindi pensato che per rendere giustizia all'opera servisse, per il circuito di varia, un'immagine che raccontasse meglio la cattiveria e la violenza delle storie, senza però dirottare il pensiero su questioni sessiste o altro. Un selfie davanti ad una bara con la salma dentro, poteva farlo. Ecco quindi la doppia copertina, quella per le librerie e quella già annunciata, per le fumetterie."

Insomma, cosa siamo disposti a fare per avere più "like"? Perchè siamo alla ricerca sfrenata di sempre più consensi, anche da parte di sconosciuti? Non sarà che forse la rete ci ha reso più soli, anzichè avvicinarci l'un l'altro?

Quel che è certo è che il mezzo, il medium, ovvero internet, può essere una grande risorsa e può aprire diverse strade: economiche, di amicizia e persino d'amore. Tutto sta nel saperlo utilizzare a dovere. Ed è forse questo quel che manca, una vera "educazione" informatica e culturale.

Divertitivi o dunque nell'accaparrare i vostri "like", ma cercate di non farvi rubare l'anima, come i protagonisti di #Like4Like.