mostra
alla scoperta dei
Promessi Sposi

il romanzo di Alessandro Manzoni raccontato
in 190 anni di illustrazioni e fumetti
da Francesco Gonin a Paperino

25 febbraio – 7 maggio 2017

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell'Illustrazione e dell'Immagine animata di Milano

Viale Campania, 12 - Milano


Dal 25 febbraio al 7 maggio WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell'Illustrazione e dell'Immagine animata di Milano, allestisce una mostra davvero unica dedicata a uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana: "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni così come è stato raccontato, reinterpretato, ridotto e parodiato dall'illustrazione e dal fumetto. La mostra è realizzata in collaborazione con il Centro Studi Manzoniani, il Sistema Museale Urbano Lecchese, la Civica Raccolta di Stampe Bertarelli, la Biblioteca Sormani e Pixartprinting.
Un percorso affascinante e mai proposto prima porta il visitatore alla scoperta del mondo manzoniano raccontato per immagini partendo dalla prima versione illustrata del capolavoro, la cui edizione definitiva era già illustrata da Francesco Gonin nel 1840 per preciso volere dello stesso Manzoni, per passare poi a una lunga galleria di divertenti parodie come le disneyane "I Promessi Paperi" e "I Promessi Topi", quella con i Flintstones protagonisti o la più recente firmata da Marcello Toninelli. Preziose anche le sezioni dedicate alle più riuscite riduzioni "serie" a fumetti: dalla primissima con esposti i preziosissimi originali di Domenico Natoli realizzati nel 1953 per la Magnesia S. Pellegrino agli originali della magistrale versione disegnata da Paolo Piffarerio per Il Giornalino, fino alla recentissima versione a fumetti della vera vita della Monaca di Monza disegnata da Alessandro La Monica per WOW Spazio Fumetto in occasione della mostra allestita ai Musei Civici di Monza.

Non manca uno sguardo attento al collezionismo, con una serie di cartoline tratte dal film di Eleuterio Rodolfi del 1913, via via fino alle storiche figurine Liebig, al cinema e gli sceneggiati televisivi con manifesti cinematografici e contributi video, dal film del 1941 con Gino Cervi allo storico sceneggiato RAI del 1967, fino al kolossal firmato da Nocita nel 1989 e le diverse versioni dedicate alla Monaca di Monza, parodie comprese. A rendere il tutto ancora più affascinante è una sezione dedicata alla scoperta della Milano secentesca in cui Alessandro Manzoni ambientò il suo romanzo.

Alessandro Manzoni inizia a concepire l'idea di un romanzo nel 1821, stimolato dai romanzi storici del contemporaneo Walter Scott, e genera tra il 1821 e il 1823 una prima stesura, dal titolo provvisorio "Fermo e Lucia".

Compie poi una profonda revisione del testo, modificando anche il titolo provvisorio in "Gli sposi promessi", dando finalmente alle stampe l'opera con il titolo definitivo "I promessi sposi", pubblicato a fascicoli dal 1825 al 1827 in un'edizione conosciuta come "la Ventisettana". Mentre la sua fama si accresce in tutta Europa, Manzoni inizia un processo di profonda revisione linguistica del testo: convinto che l'unica vera lingua italiana possa essere solo quella parlata a Firenze dalle persone colte, si reca nel capoluogo toscano proprio nel 1827, dove ha modo di incontrare importanti personalità, come Giacomo Leopardi e il granduca Leopoldo II di Toscana.

Il romanzo "I Promessi Sposi", dopo la proverbiale "risciacquatura in Arno" vede finalmente la luce nel 1840, detta "la Quarantana", in un'edizione definitiva uscita a dispense insieme con la "Storia della colonna infame";.

"I Promessi Sposi" è però un romanzo fortemente legato alla sua rappresentazione grafica. L'edizione "ventisettana" del romanzo, non illustrata, era stata ampiamente copiata in tutta Italia in edizioni non autorizzate (in un Paese ancora diviso e in assenza di norme a tutela del diritto d'autore) spesso arricchite da poche illustrazioni di scarsa qualità, naturalmente senza interpellare Alessandro Manzoni, che quindi, per l'edizione definitiva del suo romanzo, cerca con convinzione un illustratore di talento e adatto per completare l'opera narrativa. Lo trova finalmente nel giovane artista torinese Francesco Gonin, che realizza una quantità di illustrazioni senza precedenti. Gonin lavora a stretto contatto con Manzoni, realizzando centinaia di immagini che raccontano ogni momento importante del romanzo, con straordinaria aderenza al testo e di perfetto supporto a questo, in un'impaginazione diretta dallo scrittore stesso.

Per vedere delle versioni a fumetti de "I promessi sposi" occorre però fare un salto di oltre un secolo. Il fumetto italiano, concepito fino agli anni Sessanta per essere rivolto principalmente ai ragazzi, ha spesso affiancato la scuola, dimostrandosi un prezioso alleato per il lavoro degli insegnanti, forse anche per convincere educatori e genitori che il fumetto potesse avere anche un valore educativo e non solo di svago.

Sulle maggiori testate a fumetti, come il Corriere dei Piccoli o Il Giornalino, su Vera Vita o Lo Scolaro, i ragazzi potevano trovare rubriche storiche o scientifiche e facevano capolino le versioni a fumetti dei libri che, a casa o a scuola, gli studenti si trovavano tra le mani: i romanzi di Salgari o di Verne, "I tre moschettieri", "Pinocchio"... e naturalmente il romanzo per eccellenza della scuola italiana, ovvero "I Promessi Sposi". Iniziando dal 1953, le versioni a fumetti del capolavoro manzoniano si sono moltiplicate, e agli adattamenti (più o meno fedeli, più o meno condensati) del romanzo si sono affiancate innumerevoli parodie.

Il punto di riferimento grafico rimane in molti casi il lavoro di Francesco Gonin, ma alcuni autori preferiscono invece prendere strade differenti, anche perché nel frattempo altri illustratori o pittori si sono cimentati nell'impresa.

Curiosamente, però, la primissima versione a fumetti de "I Promessi Sposi", non nasce per una rivista venduta nelle edicole o nelle chiese: viene realizzata nel 1953 da Domenico Natoli per un piccolo albo "a striscia" sponsorizzato dalla Magnesia San Pellegrino e viene regalato nelle farmacie. In mostra saranno esposte le tavole originali di Domenico Natoli, conservate dalla Fondazione Franco Fossati, che permetteranno di leggere la storia completa attraverso il segno del suo autore e la sua delicata colorazione.

Solo due anni dopo, nel 1955, una seconda versione del romanzo viene pubblicata sulle pagine de Lo Scolaro, settimanale genovese di ispirazione cattolica, che si rifà soprattutto al film diretto da Mario Camerini nel 1941. L'intento educativo è evidente, dato che in calce alle tavole a fumetti (senza nuvolette, ma solo con didascalie) vengono pubblicati dei passi scelti del romanzo.

La trasmissione dello sceneggiato "I Promessi Sposi", nel 1967, è un grande evento che incolla al teleschermo oltre 18 milioni di telespettatori. Un kolossal del genere riaccende l'attenzione sul romanzo di Manzoni, e infatti vedono la luce in contemporanea due diverse iniziative ispirate al romanzo: un nuovo adattamento a fumetti firmato da Michele Gazzarri e Sergio Zaniboni e un album di figurine allegato al Corriere dei Piccoli, illustrato da Aldo Di Gennaro e Bruno Faganello. L'album propone alcuni brevi passi del romanzo con illustrazioni in cui i volti dei personaggi sono gli stessi del piccolo schermo: Nino Castelnuovo, Paola Pitagora, Luigi Vannucchi, Salvo Randone… La versione di Gazzarri e Zaniboni invece, pur uscendo insieme allo sceneggiato, non si richiama ad esso, anche se sulla copertina i volti dei protagonisti sono incorniciati da uno schermo televisivo.

Nel 1984, invece, in occasione del bicentenario della nascita di Alessandro Manzoni, viene pubblicata per la prima volta quella che a tutti gli effetti è ritenuta la versione più completa e ricca del romanzo: un adattamento realizzato per il settimanale Il Giornalino, scritto da Claudio Nizzi e disegnato da Paolo Piffarerio.

I testi riescono a condensare in sole 80 pagine tutti i momenti più importanti del romanzo, adattandoli con un linguaggio chiaro e comprensibile ai giovani lettori di oggi, mentre Piffarerio realizza meravigliose tavole caratterizzate dalla grande attenzione per i costumi e la ricostruzione storica del periodo.

Grazie alla collaborazione con il Sistema Museale Urbano Lecchese, che si è incaricato della loro conservazione, sarà possibile ammirare in mostra le più belle tavole originali di Paolo Piffarerio, frutto di un lungo lavoro di ricerca e documentazione nelle zone in cui è ambientato il romanzo.

Altrettanto ricco è il filone delle parodie: la primissima viene pubblicata sulla rivista satirica Marc'Aurelio negli anni Cinquanta, ma la più famosa è probabilmente "I Promessi Paperi". Come spesso accade nel mondo Disney, questa versione non può certo dirsi fedele al romanzo, dato che questa volta il matrimonio "s'ha da fare", affinché il signorotto Don Paperigo possa liberarsi della scocciatrice di Monza Gertruda, rifilandola al poeta Paperenzo Strafalcino.

La Banda Disney tornerà "sul luogo del delitto" nel 1989 con "I Promessi Topi", pubblicata in occasione di un altro kolossal televisivo, prodotto dalla RAI con un cast internazionale.

Quelle Disney non sono però le uniche parodie dedicate al capolavoro di Manzoni: a cimentarsi con il capolavoro manzoniano sono stati i maggiori eroi del fumetto umoristico, come Geppo, Alan Ford e gli Antenati.

L'ultima versione comica porta la firma di Marcello Toninelli, già autore della Divina Commedia a fumetti. Lo spirito dissacrante è massimo, pur mantenendo i riferimenti all'opera originale.

LA MOSTRA

La mostra si apre con una sezione dedicata alla figura di Alessandro Manzoni e alla sua opera, focalizzando l'ambientazione. Manzoni sceglie il XVII secolo perché si tratta di un periodo particolarmente conflittuale e turbolento, specchio della situazione di duecento e di quattrocento anni dopo, e occasione per un'indagine sulle radici dell'arretratezza italiana.

Lo sfondo milanese diventa, all'interno del percorso espositivo, un'occasione per scoprire una città di Milano davvero poco conosciuta, molto diversa da oggi ma anche dagli anni del Manzoni. Ripercorrendo insieme a Renzo il centro della città, si scoprono strade, piazze, palazzi, un Duomo molto diversi da quelli che conosciamo. Un viaggio nel tempo reso possibile dalla contrapposizione tra mappe e stampe delle diverse epoche, grazie anche alla collaborazione della Civica Raccolta di Stampe Bertarelli (la più ampia collezione italiana, conservata al Castello Sforzesco).

Sono poi inquadrati alcuni aspetti importanti del romanzo, utili per la sua comprensione, come il particolare contesto storico in cui si svolge la vicenda e le fonti di cui il Manzoni ha potuto servirsi (prima fra tutte la testimonianza di Giuseppe Ripamonti), e la storia editoriale del romanzo, tra la prima edizione del 1827, quella definitiva del 1840, le edizioni successive, i fascicoli settimanali illustrati di editori come Sonzogno e Perino.

Grazie alla collaborazione con il Centro Nazionale di Studi Manzoniani e con la Casa Manzoni di Milano sono esposti numerosi esemplari illustrati de "I Promessi Sposi", sia edizioni della Ventisettana pubblicate nei vari stati italiani negli anni Trenta e Quaranta dell'Ottocento, sia edizioni ufficiali della Quarantana con disegni di importanti artisti, come Gustavo Rosso, noto come Gustavino. Il successo del romanzo è testimoniato anche da una ricca selezione di edizioni straniere, provenienti da Francia, Spagna e Germania, dove fu tradotta addirittura la Ventisettana, fino a edizioni cinesi, giapponesi ed egiziane.

Una seconda area della mostra presenta i principali personaggi del romanzo, utilizzando anche le differenti trasposizioni a fumetti, segnalando curiosità e aneddoti legati alle varie versioni. Vengono mostrate alcune caratteristiche proprie dei diversi fumetti, come la maggior attenzione data a un personaggio o un'interpretazione particolare del testo manzoniano.

Il percorso sui personaggi contiene inoltre approfondimenti sulle figure del romanzo ispirate a persone reali, come l'Innominato o la Monaca di Monza. A quest'ultima la Fondazione Franco Fossati ha già dedicato (da settembre 2016 a febbraio 2017) la mostra "La Monaca di Monza – dal romanzo al cinema al fumetto", esposta ai Musei Civici di Monza (un importante gioiello conservativo ed espositivo con il quale il Museo del Fumetto ha stretto un rapporto di gemellaggio). In quell'occasione è stata raccontata a fumetti la vera storia di Gertrude/Marianna de Leyva, disegnata dal giovane autore Alexander Tripood (Alessandro La Monica), le cui tavole originali sono esposte anche a WOW Spazio Fumetto.

Sarà poi presente un divertente schema che permetterà di ripassare i momenti più importanti del capolavoro di Manzoni utilizzando i disegni di Marcello Toninelli tratti dal suo recentissimo volume "Renzo e Lucia – i Promessi Sposi a fumetti".

L'ultima parte della mostra passa in rassegna le varie trasposizioni dei Promessi Sposi, serie e parodistiche, concentrandosi sulle diverse versioni a fumetti del capolavoro manzoniano sviluppate nel secondo Dopoguerra, dagli anni Cinquanta a oggi. Delle edizioni di Domenico Natoli per Magnesia San Pellegrino e di Claudio Nizzi e Paolo Piffarerio per Il Giornalino sono presenti le tavole originali, ma trovano spazio anche i fumetti pubblicati dal Corriere dei Piccoli, dall'editore Gino Sansoni, da Lo Scolaro e così via. Chiudono il percorso le parodie: Promessi Paperi, Promessi Topi, Promessi Diavoli, parodie con Alan Ford e i Flinstones, quella di Marcello Toninelli e altre.

Accanto al Fumetto, trovano posto anche il Cinema e la Televisione.

Manifesti cinematografici, locandine, fotobuste, cartoline e video raccontano il parallelo percorso cinetelevisivo dei Promessi Sposi nell'arco di un secolo, dal film muto del 1913 di Eleuterio Rodolfi a quello del 1941 di Mario Camerini, dal lungometraggio di Mario Maffei del 1964 al celebre sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi del 1967, fino alla spassosissima versione del Trio Lopez-Marchesini-Solenghi e ai "Promessi Sposi in 10 minuti" del gruppo comico Oblivion, diventato virale qualche anno fa su Youtube.

La mostra allo WOW Spazio Fumetto vede il coinvolgimento di numerose altre realtà culturali milanesi e lombarde, la proposta e la pubblicizzazione di "percorsi manzoniani" e lo sviluppo di attività didattiche sul territorio, secondo un progetto collaborativo tra operatori di settori diversi della città, nell'ambito di Cultura, Turismo ed Educazione. Nel corso della mostra, infatti, diverse realtà museali milanesi collaboreranno per dare vita a una Tre Giorni Manzoniana, tre intense giornate in cui ciascun museo metterà a disposizione le proprie opere e le proprie risorse, contribuendo con le specifiche competenze alla riscoperta dei Promessi Sposi e dei suoi personaggi, sulle tracce di Renzo per strade che conducono ai luoghi della città nel Seicento, ma anche di Alessandro Manzoni e della vita intellettuale di Milano nell'Ottocento e ancora, a saperli vedere, sono identificabili nella metropoli del Duemila.

Nel periodo della mostra saranno organizzate attività didattiche, visite guidate e laboratori di disegno a tema Promessi Sposi.