Ylium
Melting pot elettronico


Hanno appena pubblicato il loro disco d'esordio Empire Of Light (Seahorse Recordings), da cui è stato estratto il primo singolo Your Life In Unique Meaning

I veneziani Ylium, ovvero Alessandro Cavazzana (chitarre, keyboards, drum machines, computer programming) e Marco Rodella (batteria, percussioni), sono portatori di un sound intrigante ed innovativo che mescola elettronica, new wave ed un pizzico d'avanguardia. 

Musica algida eppure capace di trasmettere emozioni, cosa assai rara di questi tempi. 

Abbiamo scambiato due chiacchiere con i diretti interessati per farci raccontare la genesi di questo interessante progetto.

https://www.facebook.com/yliumsound
https://soundcloud.com/ylium

 
Il vostro nome è molto particolare: da dove nasce Ylium?
Eravamo alla ricerca di qualcosa che avesse a che fare con l'eleganza della natura, così ci venne in mente quel fiore, il lilium. Poi lo modificammo un po' e saltò fuori Ylium; inizialmente pensavamo non significasse nulla, solo dopo scoprimmo che era legato al mondo della chimica.

Comunque Ylium in principio era il nome che usavamo per riferirci a Your Life In Unique Meaning, il primo singolo tratto da Empire Of Light. Poi pensammo: perché invece non lo usiamo come nome per il gruppo?

"Empire Of Light" è il vostro disco d'esordio. Come giungete a questo traguardo?
Dopo parecchia gavetta, fatta di live in posti dove non ti pagano, tirano sul prezzo e manco t'ascoltano.

Ma questa è una storia ben nota nel panorama delle band emergenti non tutelate che propongono un repertorio proprio.

Inizialmente, dal 2008/2009, suonavamo un mix di punk-garage-stoner-grunge-brit pop e avevamo un altro nome, col quale registrammo un EP di quattro tracce. Poi ci annoiammo ad imbracciare in maniera classica i nostri strumenti, volevamo osare di più.

Entrare in sala prove, collegare la chitarra all'ampli e agli effetti e costruire i pezzi partendo dai soliti stilemi del rock ci coinvolgeva sempre meno. Allora iniziammo a sperimentare sulle ritmiche e sulle strutture, mantenendo sonorità ancora abbastanza classiche.

Le strutture dei pezzi, però, finirono per diventare sempre più impossibili, dunque nemmeno così andava bene. Alessandro allora propose un cambio radicale: rendere i suoni più freddi e razionali utilizzando meno chitarre distorte e introducendo le geometrie delle drum machines.

E così ci rimettemmo a sperimentare sulle ritmiche e sulle strutture con un approccio totalmente nuovo; inizialmente con timore e poi con sempre più entusiasmo, fino a realizzare un EP di tre pezzi che alla fine del 2013 proponemmo a Paolo Messere di Seahorse Recordings.

Paolo si disse molto colpito e ci chiese se avevamo altro materiale, così gli facemmo sentire ancora tre brani che avevamo da poco terminato di registrare: fu lì che ci spronò a registrare altri pezzi per farne un album. Ed ecco Empire Of Light.

"Empire Of Light" è un mix di rock sperimentale, elettronica e un pizzico d'avanguardia. Un mix che senz'altro indaga alla scoperta di nuove sonorità, così come l'arte si lancia alla scoperta di nuovi linguaggi espressivi. A quale quadro assomiglierebbe la vostra musica?
È una bellissima domanda, grazie.

Beh, possiamo dire che il titolo del nostro album già si riferisce a una serie di quadri realizzati da Magritte tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, L'Empire des lumières per l'appunto. Ma l'opera in sé non descrive troppo bene la natura del nostro Empire Of Light, che non è, come lo sono invece le tele del pittore belga, paradossale.

Se dovessimo dire a quale quadro assomiglia la nostra musica, diremmo a un mix tra Il naufragio della speranza di Friedrich, le grafiche della Wiener Werkstaette e Infinity mirrored room, un'installazione molto poetica di un'abile artista giapponese.

Parlando della dimensione live, qual è il concerto che più amate ricordare e come in genere sono strutturati i vostri concerti? In definitiva, cosa dovrà attendersi il pubblico da questo disco?
Il concerto più “quotato” fu sicuramente quello al New Age di Treviso nel 2011, una vetrina molto importante.

Mentre quello più bello da ricordare fu quando suonammo in un piccolo paese in provincia di Padova: il pubblico era sparuto, ma molto coinvolto, così, ogni volta che annunciavamo l'ultimo pezzo, ci chiedevano di non fermarci e di continuare a oltranza.

Suonammo per due ore e mezza.

In generale i nostri concerti saranno strutturati così: suoneremo tutto Empire Of Light e inizieremo anche ad introdurre nuovi brani, per vedere che impatto avranno sul pubblico.

Poi magari ci saranno dei ripescaggi dal vecchio repertorio pre-Ylium... vedremo! Comunque i pezzi più elettronici saranno probabilmente più rock dal vivo.

Progetti futuri?
Scrivere un nuovo album che suoni diverso da Empire Of Light!